CMS (FG), domenica 7 ottobre 2012. DAREFORMA AL DISAGIO DIFFUSO. Quinta e ultima giornata del corso.
Ad aprire la mattinata è il bilancio fatto sul corso da Annalisa, psicoterapeuta che per la prima volta si è affacciata al Metodo alla Salute, curiosa di vedere di che si trattasse. Racconta, emozionata, di aver trovato al Centro di Medicina Sociale una nuova famiglia e di aver scoperto, grazie al Metodo, il potere emotivo e terapeutico racchiuso in un semplice abbraccio.
Poi è la volta del Dr. Mariano Loiacono che ci regala un po’ di teoria sul testo della “Perfetta Letizia“ di San Francesco d’Assisi, riprendendo parte dell’unità didattica del Cum-munitometro.
La perfetta letizia non è rappresentata, come si potrebbe facilmente pensare, dai momenti più positivi del ciclo di vita di una persona, bensì, come dice San Francesco a Frate Leone, dalle fasi più negative, dai travagli interiori, dall’anello diabolico del Cum-munitometro, perché è in queste occasioni che si lavora di più su se stessi, lasciando emergere chi siamo veramente e recuperando parti di noi stessi sino ad allora inedite.
Dalle note della “Perfetta Letizia”, si passa poi a brevi comunicazioni fatte da alcuni presenti ai propri familiari, per metterli al corrente dei passi avanti compiuti in questi giorni di corso e del proprio vissuto profondo, come nel caso di Lina ad Angelo e Salvatore, e di Livia ad Enzo e Raffaele.
Anche Silvia, reduce da più di un anno di percorso nel Metodo alla Salute, arricchisce le testimonianze in questa prima fase della mattinata, regalandoci i toccanti versi di una poesia scritta davanti al mare e dicendoci che perfetta letizia è proprio, dopo l’attraversamento del dolore, superare se stessi e scoprirsi sempre nuovi e più ricchi di prima.

La chioma è fatta di foglie, fiori e frutti. Senza foglie, l’albero non può vivere, non si possono formare e mantenere radici e tronco.
Le foglie permettono questo in quanto mangiano la luce, captano l’energia dall’esterno, e in più, utilizzano un prodotto di scarto, l’anidride carbonica, a sottolineare che anche le scorie prodotte oggi, il negativo di oggi, possono trasformarsi in vita.
I fiori rappresentano l’incubazione, l’utero che serve per formare la discendenza. I fiori contengono i due gameti, maschile e femminile, che grazie al processo di impollinazione di cui sono artefici gli insetti, si incontrano e producono nuova vita. Nella chioma, tramite i fiori, si coglie la profondità della vita e la si riesce a trasmettere.
Il frutto, infine, è costituito dal seme, ovvero ciò che crea discendenza, e dal bagaglio nutritivo che l’albero dà al seme per crescere e aspettare i tempi per germogliare.
Nella chioma noi tutti diventiamo Spiriti creatori perché fissiamo la luce e l’anidride carbonica per dare vita ad un albero sempre nuovo.
L’Albero della Vita in viaggio, con nella chioma le sue foglie, i fiori e i frutti, ha vinto la scommessa e finalmente è eterno, perché può propagare la vita.
La chioma può essere esemplificata da due Unità didattiche. La prima è quella del Graal alla Salute, dove identifichiamo la Metastoria – ovvero l’Oscurità misteriosa, ciò che ancora non si vede – con le Radici dell’Albero della Vita; il Codice analogico e quello bio-organico con il Tronco, e infine il Codice simbolico-razionale con la Chioma.
Dei tre Codici della Vita il bio-organico è il più antico, ed è quello che ci permette di stare nella vita. E’ il codice della Specificità e dell’Autoreferenzialità, è quello alla fonte dei Bisogni, dei Desideri e delle Emozioni.
Il secondo è il Codice analogico, quello del corpo, del territorio e del confronto-differenza. Si chiama analogico perché attraverso il corpo noi esprimiamo ciò che è presente più in profondità, ovvero il codice bio-organico: le emozioni non possiamo coglierle direttamente, ma solo attraverso il corpo.
Il terzo, l’ultimissimo ad essere comparso, è infine il codice simbolico-razionale, che è in realtà un codice cieco, perché vuole ipotizzare ciò che non sente, non vede, non conosce.
Obiettivo del Metodo alla Salute è attivare tutti i codici, incluso il Metastorico, perché tutti noi rientriamo nella storia dei codici, e se non li rispettiamo, muoriamo.
Come si esprimono tali codici nella vita di ognuno di noi? Attraverso la Piramide dei Rapporti che abbiamo: con noi stessi, con i legami forti, con i Gruppi e con il Globale Massimo.
E’ a questo punto che il Dr. Loiacono fa riferimento all’Unità didattica della Piramide del Sarvas: tutti noi abbiamo bisogno di esprimere tutti i piani della Piramide, che di fatto sono un tutt’uno.
Il piano più importante è quello più basso, quello del Rapporto con se stessi, con tutti i nostri codici, che poi è il piano corrispondente alle radici dell’albero.
Sopra questo piano abbiamo quello dei Rapporti Forti e quello dei Rapporti coi Gruppi, che costituiscono il fiore, mentre il piano più alto, quello del Rapporto col Globale massimo, col nostro punto di vista sulla vita, rappresenta il frutto dell’Albero della Vita.
1 Commento/i
Anonimo
Brava Marina e bravo Piero! Un abbraccio forte, Giusi