Bergamo, mercoledì 17 ottobre 2012. LETTERA ALL’ON. NICHI VENDOLA DAL DR. PAOLO BONACINA.
Bergamo, 17/10/2012
Egregio Presidente,
Le scrivo in qualità di Medico specialista in Psichiatria, a proposito della chiusura del Centro di Medicina Sociale di Foggia.
Sono nato e lavoro a Bergamo, in quella Regione, la Lombardia, che in Italia è presa a modello per l’eccellenza del proprio sistema sanitario; ho lavorato presso l’A.O. “Spedali Civili” di Brescia, l’A.O. “Mellino Mellino” di Chiari (BS) e attualmente lavoro presso l’A.O. di Treviglio e Caravaggio (BG).
Dopo quasi dieci anni di esperienza in ambito psichiatrico tradizionale e pur lavorando in una così eccellente realtà, ho deciso circa un anno e mezzo fa di prendere il coraggio a due mani e di lanciarmi alla ricerca di quello che da tanto tempo era il mio sogno: trovare l’unione di scienza e umanità, della capacità di contemplare e di agire, della teoria e della prassi.
Cercavo l’incarnazione di quel modello bio-psico-sociale di cui tutti i libri di psichiatria parlano da oltre trent’anni (cioè dalla cosiddetta “legge Basaglia“), ma che non avevo mai potuto vedere nella pratica.
Estimatore di Mosher e Ciompi, due pionieri, universalmente riconosciuti, della riabilitazione in psichiatria, sono andato in Svizzera a frequentare il “Dragonato”, eccellenza in Europa. Ho quindi preso contatto con numerose realtà in Italia sino a che sono giunto in Puglia. Ed è proprio nella regione di cui Lei è Presidente che ho scoperto il Centro di Medicina Sociale e quindi il “Metodo alla Salute”, ideato dal Dr. Mariano Loiacono.
Attualmente in Italia, in ambito psichiatrico, vige ancora l’obsoleto modello bio-medico, secondo cui esistono servizi che costituirebbero la risorsa e pazienti che costituirebbero il consumo della risorsa; questo è verosimilmente il principale determinante della differenza di potere fra curati e curanti, della violazione continua dei diritti dei curati, del progressivo depauperamento della efficacia delle risorse istituzionali, dell’adozione di modelli chiusi e autoriproduttivi di intervento. Il modello proposto dal “Metodo alla Salute” incarna e addirittura trascende il modello bio-psicosociale, ponendo un punto di vista più globale riguardo al concetto di malattia mentale e di disagio.
Personalmente sono fortemente motivato a proseguire la sperimentazione che il Dr. Loiacono, da tanti anni e con buoni risultati, ampiamente documentati da registrazioni audio e video, porta avanti con sacrificio e impegno; il modello ha inoltre enormi vantaggi in termini di economicità e di ampiezza di patologie trattabili. Infatti se da un lato il Metodo è ampiamente popolare e si poggia attualmente principalmente su risorse non istituzionali completamente gestite da volontari quali Associazioni alla Salute [regionali], Associazioni dei familiari ed altre Onlus, dall’altro il Metodo si rivolge a tutti i tipi di patologie psichiatriche quali quelle psicotiche e nevrotiche, alle dipendenze e ai disagi non sintomatici, ampiamente diffusi, in crescita esponenziale e completamente trascurati dagli attuali Dipartimenti di Salute Mentale.
La mia non è solo un’adesione formale e teorica; nella pratica faccio parte del consiglio direttivo dell’Associazione alla Salute Lombardia; presso la Comunità in cui lavoro (CRA/CD di San Giovanni Bianco) si praticano settimanalmente Gruppi alla Salute che coinvolgono utenti ed operatori; all’interno del mio presidio ospedaliero ho coinvolto persone facenti parte di altre U.O. quali il Pronto Soccorso ed il SITRA. Sono inoltre legate al Metodo alla Salute numerose Associazioni dei Familiari di pazienti psichiatrici della provincia di Bergamo.
Numerosi colleghi ed amici delle Aziende Ospedaliere presso cui ho lavorato sono sensibili ed interessati all’approfondimento del Metodo alla Salute e ad un nuovo punto di vista in psichiatria, di cui tutti sentono fortemente la necessità. Inoltre a novembre parteciperò ad un corso di formazione presso il Centro di Medicina Sociale di Foggia, inviato dalla mia stessa A.O.
Vorrei quindi comunicarle il dispiacere, sia mio che delle numerose persone della Lombardia, coinvolte attivamente all’interno del Metodo alla Salute e che tanti benefici ne hanno tratto, nonché il mio disappunto per l’enorme danno che ne subirebbe la ricerca scientifica in ambito psichiatrico in Italia.
A tal proposito mi impegno formalmente e sono disposto a inviarLe un progetto, qualora fosse disponibile ad affrontare la questione, con l’intenzione di creare un gemellaggio a livello di Aziende Sanitarie fra le nostre regioni, al fine di intrecciare le reciproce specificità quali l’organizzazione e l’efficienza della Lombardia e l’innovazione del Metodo alla Salute della Puglia.
Fiducioso in una sua risposta, Le porgo distinti saluti.