Foggia, mercoledì 5 settembre 2012. LETTERA ALL’ON. NICHI VENDOLA. EMERGENZA DEL CENTRO DI MEDICINA SOCIALE.

DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE
U.O. : CENTRO DI MEDICINA SOCIALE
Per alcoldipendenza, farmacodipendenza e disagio diffuso
Tel. 0881/736392  –  Fax  0881/736393
E-mail: centrodimedicinasociale@ospedaliriunitifoggia.it
Responsabile: Dr. Mariano Loiacono
 

Al Presidente della Regione Puglia
On. Nichi Vendola

E p. c. al Direttore Generale Azienda osp.univ. “OO. RR.” Foggia
Dott. Tommaso Moretti
All’Assessore della Salute Regione Puglia
Dr. Ettore Attolini
All’Assessore del Welfare Regione Puglia
Dr.ssa Elena Gentile

 

Oggetto: 
Emergenza Centro di Medicina Sociale



 

Egregio Presidente,

Le scrivo perché ho necessità di evidenziarle una emergenza delicata, in quanto dirigo come medico-psichiatra il Centro di Medicina Sociale dell’Azienda ospedaliero-universitaria “OO.RR.” di Foggia e, dunque, sono un suo dipendente e Lei è il mio massimo responsabile istituzionale.
 

Dopo 36 anni di lavoro ospedaliero a tempo pieno, il primo marzo 2013 andrò in pensione e si chiuderà una importante sperimentazione da me portata avanti con riscontrabili buoni risultati e significative innovazioni metodologiche nel campo del “disagio diffuso.
 
Insieme a me, andranno in pensione, ingloriosamente, alcune eccellenze e un know how di alta innovazione, messo a punto in questa ultratrentennale sperimentazione presso il Centro di Medicina Sociale, a cui sono emotivamente legato perché ho avuto la fortuna di essere stato il primo medico ad aprirlo e metterlo in funzione in data primo marzo 1977.
 
Come lei sa, in tutti questi anni di sua Presidenza regionale, non c’è stata concessa alcuna occasione di scambiare su questi aspetti e valutarli opportunamente, nonostante a più riprese ciò le sia stato espressamente richiesto da una nutrita rappresentanza nazionale del CONAPIT (Coordinamento Nazionale Persone In Trattamento) e da varie Associazioni alla Salute Regionali. Penso che non lo sentirà come atteggiamento polemico il mio volerle indicare e sottolineare alcune di queste eccellenze e innovazioni, sperimentate in un Servizio pubblico della sua Regione, che il primo marzo 2013 cesseranno di esistere:
Trasformazione di un centro medico ospedaliero, improntato a un modello sanitario di salute, in un laboratorio antropologico: uno spazio funzionale pubblico dove si è lavorato per l’Uomo e per la sua condizione psico-socio-esistenziale specifica di questo terzo millennio e della fine del millennio scorso, in cui si è vistosamente evidenziato un profondo “Mutamento antropologico che ha segnato il passaggio dalla cultura organica del Villaggio-Mondo a quella globalizzata e frammentata del Mondo-Villaggio. Considerando l’epocale mutamento antropologico in corso, abbiamo preferito sostituire il termine sanitario “malattia” col termine “disagio diffuso” – epistemologicamente  più ampio e più aperto a nuove ipotesi teorico-prassiche, e il termine “malato” con il termine “persona in trattamento” nel quale ognuno si può riconoscere, me compreso. Il cambio terminologico non è stato un fatto fine a sé ma è stato consequenziario a un cambio di paradigma, adottando come nuovo punto di vista l’Epistemologia globale.

Il cambio di paradigma ha richiesto, di conseguenza, un innovativo cambio di modello di funzionamento-operatività del Centro. Nell’esperienza del Centro di Medicina Sociale di Foggia, si sono integrati paritariamente: gli operatori e i volontari; i ruoli istituzionali con i ruoli e le dinamiche metastoriche, esprimibili da ogni partecipante al laboratorio antropologico; il pubblico e il privato sociale; gli spazi istituzionali e quelli della rete sociale ordinaria; il costo istituzionale del servizio (locali del Centro e stipendi operatori) e i liberi contributi-autofinanziamenti delle persone in trattamento; gli strumenti comunicativi dell’Azienda (molto ristretti) e quelli approntati dai volontari e dalla rete sociale; le possibilità di aggregazione-interazione locale e l’aggiunta di scambi periodici strutturati all’interno di una rete nazionale di persone (Comunità globale).
 
Sperimentazione ultratrentennale del “Metodo alla Salute: una alternativa all’uso di psicofarmaci e di psicoterapie che si avvale di dinamiche metastoriche, ovvero dinamiche di gruppo intensive e continuative per un certo periodo di tempo, che portano a cambiamenti profondi perché coinvolgono tutti e tre i codici della vita di un individuo: il codice delle emozioni profonde, il codice del corpo, il codice simbolico-razionale. La base teorica del Metodo alla Salute è rintracciabile nella Epistemologia globale che viene presentata, a tutti quelli che vogliono, in un corso intensivo della durata di due settimane. Al Metodo alla Salute possono partecipare tutti, indipendentemente dalla diagnosi ricevuta e dalla settorializzazione nosografica vigente che frantuma i vari sintomi e moltiplica i centri specializzati, intervenendo poco o niente sul substrato antropologico-umano che rimane un fondo comune di ogni individuo, sano o malato che sia. Nel Metodo alla Salute vige l’obbligo per i familiari di partecipare paritariamente al trattamento, alla formazione periodica che viene organizzata e alle supervisioni. Ognuno è in grado di vivere, innescare, condurre queste dinamiche che si realizzano sul campo in maniera inedita. In tal senso è un Metodo altamente popolare e diffusibile. Il Metodo alla Salute – integrando in una unica esperienza aspetti curativi, preventivi, riabilitativi, formativi, di reinserimento, di creazione di rete sociale e partecipazione attiva – permette alle famiglie di migliorare contemporaneamente e sinergicamente la situazione dei propri membria livello individuale, di coppia, familiare– e di acquisire strumenti e competenze nella gestione dei disagi sintomatici dei propri membri, nella partecipazione attiva e specifica alla rete territoriale e alle iniziative di crescita della salute nel proprio territorio.
 
Trattandosi di un servizio pubblico, è importante evidenziare che vi si accede col codice fiscale e col ticket aziendale, ove previsto. Sono fiero di aver operato sempre e solo all’interno della struttura pubblica e di non aver mai fatto una visita privata o a pagamento, accontentandomi dello stipendio. In riferimento ai criteri aziendalistici vigenti, la produttività del Centro (ricoveri day hospital, ambulatorio) è molto alta, considerando l’esiguo personale messo a disposizione, generando un notevole risparmio su farmaci ed esami diagnostico-strumentali e l’integrazione operativa stabile del volontariato.
– Trattandosi di una assoluta novità nel panorama dei trattamenti disponibili, il Metodo alla Salute ha richiamato al Centro di Foggia persone provenienti da tutte le Regioni italiane: da circa un ventennio c’è un viaggio della speranza soprattutto di persone provenienti dal Centro-Nord. Purtroppo, da noi arrivano prevalentemente giovani, ormai cronicizzati, dopo anni di trattamento tradizionale (ricoveri, TSO, psicofarmaci, case riabilitative psichiatriche, costosi trattamenti presso ambulatori privati). Essendo un trattamento intensivo, per ospitare le numerose persone provenienti da altre Regioni, sono nate delle “domus organizzate dalle stesse persone in trattamento di Foggia, non avendo mai risposto positivamente a queste esigenze le istituzioni pubbliche alle quali è stata evidenziata la necessità di accoglienza. Ovviamente, la positività della metodologia e i buoni risultati hanno permesso a migliaia di persone, durante il soggiorno-trattamento, di apprezzare ancora di più la nostra Regione, migliorandone l’immagine e accrescendo la domanda turistica. 
– Trattandosi di un metodo popolare, di facile accesso e con possibilità di accompagnamento continuativo nel tempo, è stata possibile una consistente diffusione, a livello nazionale, attraverso le Associazioni alla Salute Regionali, attivate da persone interessate e formate durante la frequentazione-fruizione del Laboratorio antropologico di Foggia. Attualmente sono funzionanti le seguenti Associazioni alla Salute: Foggia, Marche, Romagna, Veneto, Lombardia, Abruzzo, Basilicata, Bari. Stanno per nascere le Associazioni alla Salute: Calabria, Campania, Sardegna, Sicilia, Toscana. Da più di un anno, accanto al su citato CONAPIT con sede a Forlì, si è costituito un Coordinamento Nazionale delle Associazioni alla Salute con sede nelle Marche. Le Associazioni Regionali organizzano volontaristicamente nel loro territorio: Gruppi alla Salute, Settimane intensive, corsi di formazione, progetti di crescita e iter formativi, conferenze, favorendo una rete sociale e progettuale di grande arricchimento socio-territoriale in tutti i campi, compreso quello della salute. A tal proposito Le allego un DVD contenente le varie iniziative svolte, nell’ultimo anno e mezzo, in collaborazione con la Fondazione Nuova Specie.
– Lo sviluppo della rete delle Associazioni Regionali e le continue richieste di trattamento alternativo, per gli scarsi risultati dell’approccio tradizionale e per i pesanti effetti collaterali, ha evidenziato la necessità di mettere in rete il Centro e le varie iniziative regionali del Metodo alla salute. Ciò ha spinto alcuni volontari ad attivare e gestire a spese proprie, sin dal 2006, 
grazie ai quali migliaia di persone al mese conoscono e rimangono in contatto col il Centro via internet. Queste due importanti iniziative si sono aggiunte alla rivista trimestrale “Limax, prodotta e autofinanziata dal 1994 fino al 2010 e adesso pubblicata online in formato digitale.
 
– Negli ultimi anni, anche grazie alle mie pubblicazioni e alla versione inglese del sito, molti studenti universitari, operatori, e importanti scienziati internazionali (come Bob Johnson e Fred Baughman) hanno fatto visita al Centro di Medicina Sociale spinti dal desiderio di conoscere e verificare il Metodo alla Salute. Inoltre, il più importante network di farmacovigilanza pediatrica europeo Giù le mani dai bambini” ha realizzato un pregevole video sul Metodo alla Salute con la consulenza della prof.ssa Emilia Costa, Psichiatra dell’Università La Sapienza di Roma. Infine, il Ministero per la Pubblica Amministrazione e Innovazione ha incluso il Centro di Medicina Sociale nel Progetto “Non solo fannulloni” quale esempio di professionalità, di innovazione, di coraggio nello sperimentare nuove soluzioni volte a ridurre i costi, migliorare i servizi, rispondere meglio alle esigenze di cittadini e imprese.
 
– In questo trentennio, sono state importanti le collaborazioni con l’Università di Bari (prof. Eugenio Ferrari), con l’Università di Bologna, con l’Università di Urbino (prof. Giuliano Piazzi) con la cui Facoltà di Sociologia è stato costituito il LAM Studium (Laboratorio del Mutamento Antropologico e Studi umanistici) che per sei anni, fino al pensionamento del prof. Piazzi, ha attivato uno stage universitario sul tema “Globalizzazione, mutamento antropologico e disagio diffuso” che si svolgeva sia presso l’Università che presso il nostro Centro.
– Riguardo alle problematiche psicotiche, penso di essere stato il primo a livello internazionale ad averle evidenziate nel 1989 come nuovo trend del disagio giovanile (Sociologia Urbana e Rurale, Dipartimento di Sociologia, Università di Bologna, 1989). Da un anno, in aggiunta al trattamento già operante al Centro col “Metodo alla Salute” e in collaborazione con le Associazioni alla Salute Regionali, sono in fase di sperimentazione in varie regioni italiane (Puglia, Marche, Veneto, Emilia  Romagna, Lombardia, Calabria) progetti avanzati per pazienti affetti da psicosi e familiari, denominati “Oltre le colone d’Ercole (vedere i tanti post allegati nel DVD). Ovviamente sono stati progetti completamente autofinanziati dalle famiglie in mancanza di finanziamento pubblico, pur facendo risparmiare soldi per ricovero, uso di costosi psicofarmaci e comunità terapeutiche che oggi finanziariamente rappresentano una delle maggiori uscite anche per la nostra Regione.
 
Mi fermo qui perché alcuni altri aspetti, per essere compresi e valorizzati, hanno bisogno di essere vissuti e compresi dal di dentro di una esperienza personale, possibile e aperta a tutti, essendo il Centro un Servizio Pubblico al quale si accede con la sola tessera sanitaria.

Concludo, evidenziandole che ho preferito esprimere in questo modo il dolore che sento per l’indegna fine di 36 anni di mio servizio all’istituzione pubblica, alla Medicina-Psichiatria, alla mia città-provincia-regione.

Un po’ ero preparato a questo scomparire del Centro, assieme all’avvicinarsi della mia pensione, avendo già colto negli anni passati importanti segni premonitori:

La Regione non ha mai risposto alla richiesta di riconoscimento di Centro di eccellenza formulata da parte del dott. Morlacco, poi divenuto dirigente ARES della Regione Puglia.
 
Progressiva riduzione dei posti letto Day Hospital, assegnati al Centro, nonostante il volume di ricoveri possibili (soprattutto extraregionali).
 
Esclusione di fatto dalle attività formative della Facoltà di Medicina dell’Università di Foggia.
 
Precarietà del Medico assegnato al Centro, dopo periodi in cui sono stato da solo a svolgere l’indescrivibile mole di attività e impegni, nonostante l’esistenza in organico del posto.
 
– Il 5 marzo 2012, dopo alcuni anni di martellante pressione, è avvenuto lo sfratto del Centro di Medicina Sociale dalla sua sede storica, nonostante fosse proprietà dell’Azienda, per cederla gratuitamente alla Facoltà di Lettere.
 
– Recentemente, diniego regionale per il rinnovo del contratto di due anni al dirigente medico in servizio al Centro che, di fatto, declina la chiusura definitiva del Centro, nonostante da ben sette anni ho rinviato la mia pensione per formare personale esperto del Metodo alla Salute, nella speranza di poter  mantenere in vita e far continuare a operare un Centro di rilevanza nazionale e di innovatività scientifica.
 
Sono, comunque, fiero del fatto che, pur avendo dovuto affrontare forti e ripetute azioni avversive e pur attraversando enormi difficoltà per sopravvivere nella mia Azienda, nel comune di Foggia e nella mia Regione, sono riuscito a mantenere aperto e funzionante il Centro, anche nei tanti anni in cui sono rimasto ad operare da solo come medico, e portarlo all’eccellenza nazionale che da più parti mi viene di fatto riconosciuta. Dopo 36 anni di onorato servizio, cado sì ma in piedi, e sono orgoglioso di questa mia appassionante avventura che mi fa onore prima di tutto su un piano umano ed etico.
 
Questo è ciò che ho voluto scrivere per sottoporlo alla sua riflessione, un po’ dispiaciuto che Lei in questi anni di suo mandato regionale non ha provveduto a verificare e valutare l’esperienza, anche per tutelare i numerosi cittadini di altre regioni ricoverati presso una struttura sanitaria della Regione che Lei presiede. Personalmente ho stima della sua persona e della sua grande sensibilità antropologica, sociale ed etica. Per spiegarmi questa sua inspiegabile disattenzione, ho sempre pensato che forse è stato informato e consigliato male da persone a Lei vicine. Rimane il fatto, però, che né queste persone né Lei vi siete messe nella condizione di verificare e valutare: due operazioni cardine della vera scientificità che servono proprio ad evitare quei pregiudizi ideologici e/o interessi di bottega, che da sempre hanno fatto abortire nella storia importanti innovazioni, solo tardivamente rivalutate.
 
Attendo con serenità un suo riscontro alla presente, anticipandole che renderò pubblica questa lettera alle persone in trattamento, trattandosi di una questione di interesse generale, in quanto la sorte del Centro di Medicina Sociale di Foggia interessa migliaia di persone su tutto il territorio nazionale e all’estero.
 
Se proprio non ci sarà ancora modo di incontrarci, La invito sin d’ora alla “tregiorni” di riflessioni pre-pensionamento che farò all’interno del Centro, insieme a tantissime persone che spero raccoglieranno il testimone di questa mia entusiasmante esperienza di cambiamento e di innovazione nel campo della salute, delle problematiche socio-antropologiche e delle difficili sfide che accompagneranno a lungo questo terzo millennio.
 
Cordiali saluti.
 
Foggia 05 settembre 2012
Il Responsabile
Dr. Mariano Loiacono

 

5 Commenti

  1. Anonimo

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  2. Anonimo

    A quanto pare anche Nichi Vendola si è conformato alla classe politica attuale…me ne dispiace molto perché lo credevo diverso… spero anch’io che sia una svista perché perdere il valore di un’esperienza unica e di così alto livello medico e sociale nella Regione Puglia non ha prezzo…ma c'è ancora un po' di tempo per trasformare una svista in una svolta…dai Nichi, firma!!!
    Margherita

  3. Angelo

    Sono convinto che un grande Presidente come lo è VENDOLA non si lascerà sfuggire l'occasione di rilanciare un CSM che da più di 30 anni supporta i disagiati con interventi mirati a promuovere il benessere a partire dalle emozioni forti che ciascuno di noi non sempre è riuscito e riesce a liberare. Mio figlio prendeva psicofarmaci (inutili) perchè psicotico cronico, oggi non è più psicotico, non è cronico e non prende psicofarmaci. VENDOLA FIRMA SE NON ORA QUANDO. FORZA NIKI!!!

  4. Angelo

    Sono convinto che un grande Presidente come lo è VENDOLA non si lascerà sfuggire l'occasione di rilanciare un CSM che da più di 30 anni supporta i disagiati con interventi mirati a promuovere il benessere a partire dalle emozioni forti che ciascuno di noi non sempre è riuscito e riesce a liberare. Mio figlio prendeva psicofarmaci (inutili) perchè psicotico cronico, oggi non è più psicotico, non è cronico e non prende psicofarmaci. VENDOLA FIRMA SE NON ORA QUANDO. FORZA NIKI!!!

  5. Silvano

    Sembra incredibile che Vendola abbia avuto questa svista madornale, faccio parte diun circolo simpatizzante per Vendola Presidente. Chiederò ai miei amici di farsi presente con Nichi e provvedere al più presto. Scontentare migliaia di persone in Italia con questo gesto di insensibilità lo vedo controproducente anche per la sua base politica. Ma a parte questo,mi sembra importante far contunuare ad esistere questa importante esperienza, forse unica in Italia.
    Dai Nichi datti una mossa e fa vedere la tua diversità come politico. Serve anche a noi per continuare a sognare con te e per te.
    Silvano

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