Campo Solagna – Monte Grappa (VI), venerdì 27 luglio 2012. TREDICESIMO GIORNO DI NAVIGAZIONE DEL III PROGETTO RAINBOW.

Fondazione Nuova Specie ONLUS 
Presidente: Dr. Mariano Loiacono


“Dal 14 al 29 luglio
sulle pendici del Monte Grappa in località 
Camposolagna, presso la struttura “Casara di Cuccetto” convivranno notte e giorno 
operatori formati al Metodo alla Salute, 
persone con diagnosi di psicosi
cronica che hanno 
dismesso l’uso di psicofarmaci in un precedente 
trattamento al Centro di 
Medicina Sociale di Foggia, 
genitori e
familiari.
Il
progetto, superando l’ottica
della psichiatrizzazione farmacologica, 

è
finalizzato alla crescita dell’individuo
nel rapporto con se stesso,
con la sua famiglia di origine e

con il contesto sociale in cui è inserito.”
  

TREDICESIMO GIORNO…
 
PARAPENDIO DAL MONTE GRAPPA
A SEMONZO DEL GRAPPA!
EVVIVA I DIECI
CORAGGIOSI RAINBOWNAUTI
CHE HANNO TENTATO L’AVVENTURA!!


Al risveglio accompagnati da un cielo terso e temperatura ideale, ci dividiamo in due gruppi come deciso la sera prima. Un gruppo va a visitare la cima del Monte Grappa, mentre il nostro gruppo ancora in cerca di emozioni e prove di coraggio parte per un avventura in parapendio, (proposta da Ermanna) e composto da Raffaele, Gioele, Ernestina, Lucia, Elena, Silvano, Ermanna, Cindy, Benedetta e la sottoscritta [Carla]; eravamo tutti alla prima esperienza tranne Silvano e quindi mentre ci accompagnavano col pulmino al punto di lancio eravamo ognuno nel turbinio delle proprie sensazioni ed emozioni.

Mentre gli istruttori srotolavano le loro vele e preparavano tutta l’attrezzatura, Alessandro uno dei quattro istruttori e anche il responsabile, che ci accompagnavono in questa avventura, ha iniziato a spiegarmi come dovevo comportarmi durante il decollo che è la fase più impegnativa, io sono stata la prima a lanciarmi  con lui e mentre aspettavamo il vento propizio in quegli attimi mi sentivo in una situazione irreale sospesa ancora incredula che veramente ero cosi determinata a fare questa prova. 

Poi quando Alessandro ha dato il via è stato un susseguirsi di azioni da compiere e in un attimo mi sono sentita sospesa nel vuoto, quel vuoto che mi faceva cosi paura da farmi mancare il respiro, e invece dopo un attimo di tensione data da un po’ di turbolenza iniziale è stato più facile del previsto

Credo che la sicurezza, la calma che mi ha trasmesso Alessandro il fatto di spiegarmi passo passo quello che succedeva e il suo rassicurarmi mi abbia fatto vedere che l’accompagnamento quando è devoto ti da un grande aiuto ad affrontare e ad avere meno paura della paura, questo per me è stato un grande insegnamento.

 
L’atterraggio è stato molto dolce e una volta tolta l’imbragatura mi sono lasciata andare in un abbraccio di gratitudine emozionata che penso che lo abbia imbarazzato non poco.

Così mi sono posizionata per gustarmi l’atterraggio degli altri componenti del gruppo  mentre conversavo con un istruttore che era appena tornato dalla Spagna dove aveva disputato i campionati europei. Mi raccontava che si può arrivare fino a 5300 metri di altitudine e in alcuni casi portano anche bombole di ossigeno e tante altre curiosità.

E’ stata una bella giornata che mi sono permessa, cosa  che in un’altra situazione molto probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di fare. Dall’atterraggio ho visto che ognuno arrivava chi tranquillo chi emozionato chi voleva ripeterlo ma nessuno che ha avuto paura o si è tirato indietro.

Siamo stati un bel gruppo coraggioso.


Carla

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LA NOSTRA GITA

SUL MONTE GRAPPA
(BY MAURO)



Oggi mi sono svegliato presto dopo aver dormito con Isaia che si è messo in mezzo al letto tra me e Tobia. Poi come al solito io, Mauro, ho creato un po’ di scompiglio: per convincermi a decidere se portare a termine la scelta della sera prima oppure prendere il volo con il gruppetto che andava a fare parapendio. Alla fine si decide di andare all’Ossario del Monte Grappa. Si è partiti in tre macchine e con molta agitazione e angoscia da parte mia; il gruppo ha  accolto la mia tanta tensione e io col mio disagio bloccavo l’andamento dell’uscita.

Il posto era solenne e doloroso ma il paesaggio, seppur carico di memoria militare, era ampio con clima variabile: nuvole e nebbia passeggere. 

C’era all’inizio una lunga scalinata; ad ogni passo si cercava anche solo di contare i passi per cercare una scioltezza dei passi. Uno, due… e poi un po’ per imitazione un po’ per distinguersi… si arrivava all’Ossario in due gruppi separati e un terzo che li raggiungeva successivamente. Prima abbiamo visitato la parte dedicata agli Austro-Ungarici e poi ci siamo incamminati verso la parte italiana molto più ampia e su più livelli.

Con molta difficoltà mia a stare nel gruppo e i continui aiuti contro si è saliti all’Osservatorio che sta in mezzo tra i due monti dei caduti austroungarici e quelli italiani. Da lì Isaia e Nadia ci hanno mostrato i nomi delle montagne e delle valli verdi. Da lì siamo scesi e siamo andati a visitare la cappella della Madonnina del Grappa. Ci ha colpiti il fatto che la madonnina era venerata da entrambi gli schieramenti. Anche se il luogo trasmetteva tristezza Isaia dice a noi di considerare il fatto che lì dei giovani che avevano una gran voglia di vivere hanno perso la vita e noi invece, che la vita ce l’abbiamo davanti, ci arrendiamo. I ragazzi “Caduti in guerra” erano talmente tanti, anche se di molti anni fa, che a noi rimane il monito a decidere per sé e vivere.



Quindi siamo scesi al rifugio Coston, abbiamo trovato una piazzola e abbiamo steso le coperte e condiviso i panini e l’immancabile anguria. Mi sono e ci siamo rilassati tutti, chi all’ombra di un larice e chi al sole. Per divertirci io, Maria, Ludovico e Giovanna abbiamo fatto una prova di coraggio per sentirsi vivi: risalendo e poi scendendo dai ghiaioni ci sembrava di sciare. Quando siamo scesi io, Roberta e Giacomo ci siamo fatti una passeggiata da Campo Solagna alla Casara Cuccetto.

  

Mauro

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