CAMPOSOLAGNA “MONTE GRAPPA” (VI) giovedì 19 luglio 2012. – QUINTO GIORNO DEL III PROGETTO RAINBOW
Fondazione Nuova Specie ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono
“Dal 14 al 29 luglio,
sulle pendici del Monte Grappa in località
Camposolagna, presso la struttura “Casara di Cuccett” convivranno notte e giorno
operatori formati al Metodo alla Salute,
persone con diagnosi di psicosi
cronica che hanno
cronica che hanno
dismesso l’uso di psicofarmaci in un precedente
trattamento al Centro di
Medicina Sociale di Foggia,
Medicina Sociale di Foggia,
genitori e
familiari.
familiari.
Il
progetto, superando l’ottica
progetto, superando l’ottica
della psichiatrizzazione farmacologica,
è
finalizzato alla crescita dell’individuo
è
finalizzato alla crescita dell’individuo
nel rapporto con se stesso,
con la sua famiglia di origine e
con il contesto sociale in cui è inserito.”
con la sua famiglia di origine e
con il contesto sociale in cui è inserito.”
QUINTO GIORNO…
….Trasformare i confini in soglie….
Dopo una notte abbastanza tranquilla un nuovo sole viene a visitarci nella “Casara Cuccetto” e un po’ alla volta l’equipaggio prende forma per affrontare un nuovo viaggio in mare aperto.
Le scialuppe a salpare sono quattro:
- Isaia prende il comando accompagnato dal suo fedele Asino Red che con altri sette componenti dell’equipaggio (Gianpaolo, Ludovico, Silvano, Lucia, Mauro, Tobia, Giacomo),affronteranno il bosco e si cimenteranno in una attività manuale e di scoperta del territorio.
- Ermanna, Maria e Rita guideranno Cindy, Elena e Roberta a viversi-sentire i propri corpi che non sempre riusciamo a ri-conoscere.
- La scialuppa di Raffaele e Marilisa accompagnerà in un luogo devoto e accogliente Carla a riviversi dei momenti sacri della propria vita, per aiutarla a risanare le ferite riemerse nei giorni precedenti.
- Nadia e Benedetta affiancate dall’affidabile Artù, l’asino più anziano, con in groppa la piccola-grande Eva guidano in una lunga passeggiata nel bosco, Alberta, Titta, Giovanna, Gloria, Gioele ed Ernestina, affidandosi agli antenati per immergersi nella storia di uno di loro.
La mattinata, tra le tante dinamiche, scorre velocemente per poi ritrovarsi tutti insieme nel cortile antistante la casara ad attendere l’arrivo di Mariano che ci aiuterà a vedere luci ed ombre della traversata vissuta fino ad ora.
Il primo che Mariano sente di dover coinvolgere è Mauro, e così si apre la lunga e profonda teoria di Mariano che, attraverso la storia chiusa di Mauro, ci fa riconoscere le diverse forme di chiusura che possono caratterizzare ognuno di noi.
Mauro spaesato, cerca di raccontare i suoi ultimi inconti-scontri che lo hanno visto protagonista insieme a Gioele, e nel raccontarsi riconosce quanto sia simile e presente la chiusura di Gianpaolo con il quale ha sentito subito di avere un’intesa che va al di là delle parole.
Chi ci rispecchia spesso ci attrae, perchè non ci spinge a dover tirare fuori altre parti nostre che ci spaventano e/o ci scomodano.
Mentre Mauro nella chiusura ha trovato una sua realtà che lo aiuta a rappresentarsi la vita, infatti la figura di “malato” pur essendo un’etichetta pesante, gli dà un’identità;
Gianpaolo ha dovuto rinunciare totalmente a se stesso rimanendo dentro un ruolo che, per l’esterno è molto funzionale ma, che alla sua vita, non da più nulla se non quello di essere utile agli altri senza dar fastidio. Mariano sottolinea quanto quest’ultima chiusura ci porta a rappresentare la vita attraverso gli altri rinunciando alle nostre emozioni. In questo caso il “cosiddetto normale”, come tanti di noi, non esprimendo un sintomo visibile all’esterno, rischia di chiudersi definitivamente, negando quelle parti che magari un tempo esprimeva, ma che i tagli subiti fin dall’infanzia lo hanno costretto a cancellarle e a chiuderle dentro di sè.
L’altra forma di chiusura che Mariano evidenzia è quella che ci sta facendo vedere Tobia; il continuo combattimento interiore tra scegliere una cosa piuttosto che un’altra lo rimanda alla relazione confusa con i suoi genitori, ai quali vuole molto bene, e che non sente ancora due persone definite e ben distinte da lui e dai loro conflitti di coppia. Tobia si nega anche l’uso delle parole, dei movimenti, delle emozioni, ha talmente paura di scegliere, perché sente che scegliendo può deludere uno dei suoi genitori. Con il suo sintomo vuole spingerli a cambiamenti profondi, a decidere e a viversi quell’autenticità che lui stesso si sta negando.
Mariano rimescola le carte; visto il buon lavoro fatto dagli accompagnatori nei confronti di Tobia, Mauro e Giacomo nei giorni precedenti, propone che siano proprio loro “sintomatici” ad accompagnare gli asintomatici dell’equipaggio a “stanare” i meccanismi nascosti ed insidiosi che loro stessi conoscono bene perché li hanno subiti. Quindi invita sia Mauro che Giacomo a prendere il comando in sostituzione di Marilisa e Benedetta, affiancando il resto del coordinamento.
A dimostrare che la teoria è anche prassi è proprio il nostro sensibile Mauro che, in una dinamica di lotta tra lui e Ludovico, riesce ad accompagnare quest’ultimo rispettando la sua forza e i suoi tempi, per portarlo a tirar fuori una rabbia repressa che si conclude tra le braccia della sua mamma in un pianto antico e profondo.
Nella parte conclusiva del bilancio, Mariano dà le ultime direttive a tutti i rainbownauti definendo come procedere nei giorni a seguire; è importante che ora i cosidetti “normali”, siano accompagnati a ri-viversi la loro parte embrionale, e che ogni scialuppa abbia ben chiaro per quale embrione attivarsi per utilizzare al meglio le energie.
Questa nuova fase del progetto Rainbow, a differenza delle altre due, servirà prevalentemente ad aiutare i cosiddetti “normali” a crescere e a transitare verso un’adultità che oggi viene sempre più a mancare.
Infatti, più si riesce a modificare le nostre parti dismature più il disagio, anche quello sintomatico, potrà essere arginato e prevenuto.
….Al tramontar del sole, che scompare dietro le montagne venete , il calore del fuoco invita una parte dell’equipaggio a scatenarsi in danze tribali, e a mettersi in sintonia con gli antenati più antichi, Fuoco, Cielo, Terra e Vento….
Benedetta
Titta
1 Commento/i
Luca Pieroni
Ludovico sei Bellissimo. Vederti mi ha riempito il cuore, vederti mi ha ricordato perché sei partito.
Ti amo!
Il tuo babbo
Ti voglio bene
Valentino