Urbania (PU), sabato 2 giugno 2012. IX POMERIGGIO LETTERARIO GLOBALE. II PARTE. Primo step della DUEGIORNI dedicata all’AMORE.



Fondazione Nuova Specie ONLUS

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IX POMERIGGIO

LETTERARIO GLOBALE
Seconda parte del commento globale de
“La Favola di Amore e Psiche” (Apuleio)
proposta dal Dr. Mariano Loiacono

 

Ci ritroviamo dopo tre settimane dall’intensa premessa intrisa di favole vere, riuniti nella sala Volponi di Urbania, in una nuova vigilia matrimoniale.
Qui Mariano consegna doni simbolici molto significativi e riceve dai futuri sposi un Utero psiché di terracotta, che simboleggia questo crossingover di persone che si accompagnano a vicenda nell’avventurosa gravidanza di persone di nuova specie; dà quindi  la parola a Maurizio Toccaceli che inquadra dal punto di vista storico-culturale la vita e l’opera dell’autore Apuleio.
Poi finalmente il Dr. Loiacono si avvia a commentare questa fiaba che è stata molto tradotta e rappresentata e ci spiega cosa conserva di informazioni su di noi, come ci parla della nostra vita in profondità. Fiaba che tutti dovremmo aver letto e possibilmente interpretato a modo nostro.
Amore e Psiche secondo questa Interpretazione globale non sono solo uomo e donna nel rapporto di coppia, sono due parti, due opposti e, se non entrano in dinamica e non producono un frutto intero, che integra le due parti… la vita si ferma.
Per questa fiaba molto lunga e complessa il Dr. Mariano seguirà quattro linee di interpretazione e collegherà la fiaba alle unità didattiche della Piramide, del Crossingover e del  Quadrangolare e alle Fasi della Vita: InfanziaAdolescenzaAdultità

L’Unità didattica della Piramide spiega come è possibile questa premessa che rende valida questa fiaba per ciascuno di noi, accoppiato o meno, eremita o impegnato nel sociale…, perché qui si parla del rapporto con se stesso: ognuno di noi infatti è fatto di quattro piani di relazioni importanti e queste parti sono un “individuo = non diviso”, questi quattro piani non si possono prendere separatamente. La base, è il rapporto con se stesso e da questa seguono i rapporti forti, i rapporti con i gruppi e con la Metastoria. Questa fiaba spiega come far incontrare e sposare due parti mie che stanno in opposizione, o che non si sono mai incontrate. La crescita di una persona parte dal rapporto con se stessi, è una crescita ascensionale: se nel rapporto con me stesso ho tanti buchi la piramide-individuo traballa e rischia di pendere o crollare (così succede nelle situazioni di dipendenza, psicotiche…). Ma se al posto della piramide-persona mettiamo una coppia, un gruppo, un’istituzione… vale la stessa cosa.

Inoltre devo saper vivere il Quadrangolare: per stare bene ed essere vitali bisogna vivere tutti e quattro gli angoli.


Quando si va in profondità le verità sono semplici e questa fiaba potrà assumere nuovi titoli: “Il Quadrangolare della relazione amorosa“; “Il Q. del crossingover o della crescita di un individuo“. L’individuo della favola è un femminile di nuova specie con potenzialità metastoriche, che  incontra un maschile che è già storia, e spiega come diventano un intero e come vanno ad amarsi.
Questa storia inizia con il raccontare l’angolo alfa “ordine-regole-tempo e riconoscibilità”: ciò che uno è quando entra nella storia; parla dell’infanzia, o fase infantile, quando non c’è nessun percorso di crossingover. Ognuno di noi infatti ha un punto di partenza, anche nella coppia (a volte dopo un incontro e un tentativo di relazione ci si ferma perché si è legati ognuno al proprio angolo alfa, o una relazione di coppia si stagna in un angolo alfa che non crea movimento-vita, nel caso di un gruppo… non produce niente di nuovo, si sfascia).
Per facilitare la comprensione dell’interpretazione globale si  procede con la lettura “a pezzi” e commenti: Paola Selleri legge l’incipit  in latino e poi Sandra Recchia in italiano, e mano a mano  Paola spiegherà il significato e la storia di parole, personaggi, luoghi… specifici ( per esempio spiega il gesto che viene usato qui dalle persone che vanno a rendere omaggio alla neonata Psiche: tradizionalmente si usava con gli dei, gesto di “adorazione = ad os: portare le dita verso la bocca;  spiega chi è Venere-Afrodite…). Ancora una volta, ci ricorda Mariano, quando una fiaba inizia con C’erano una volta un re e una regina… significa che è il massimo della credibilità e universalità della fiaba,  che ci sta parlando di cose importanti che riguardano le profondità della vita; il re e la regina sono i rappresentanti massimi di ciascuno di noi.
In questa storia i genitori sono abbastanza assenti, ed il focus è sulla bellezza, storica e metastorica, con tante possibilità.
In ognuno di noi Venere è “angolo alfa vecchio” che domina e non  riconosce subito Psiche / il nuovo, ciò che solo lui è,  (in un neonato, in un lato di me stesso, in un incontro di coppia, in una nuova Associazione…), ma lo confronta con l’esistente e cerca le somiglianze, così non si fa toccare dalla novità che si incontra,  così non ha motivo di cambiare. Anzi, dopo lo riconosce, lo banalizza… e siccome la vive come un opposto, ha paura di essere surclassata e cerca di eliminarlo. Anche nella coppia, con i figli… si litiga perché si vogliono eliminare le novità… In un gruppo se uno porta un’idea-proposta scomoda… si crea la reazione degli opposti: facciamo fuori chi ci crea problemi. La guerra è un modo molto semplice per eliminare le novità. 

Nel crossingover la cellula madre si divide, si distingue per opposti. E’ una prima fase, ma se si fermasse qui, nella distinzione-separazione, la vita non continuerebbe.

Per fortuna entra in scena Cupìdo-Amore-Eros, figlio di Venere e Marte, dio della guerra. Temuto anche dagli dei è un dio bellissimo, coi capelli biondi ricci bagnati di rugiada, le piccole ali che lo portano con il suo arco e frecce a mettere in relazione ciò che altrimenti in relazione non entrerebbe mai (è  creativo per forza di cose, per definizione, per divertimento…, non bada a conseguenze)! Nel cristianesimo Cupìdo diventa l’angelo, con le ali ma senza passioni e sesso; affianca gli umani per aiutarli a risolvere i problemi: probabilmente sono le due facce della stessa medaglia.
In questa storia Cupìdo è inizialmente usato dall’angolo alfa-Venere come sicario: spesso quando un potente vuole farti fuori ricorre a un sicario; nessuno è così coraggioso, anche se potente, da sporcarsi le mani, ma ricorre a modalità occulte. Qui Venere ricorre al suo potere di madre, a suo figlio che è dipendente da lei (molte volte come figli-non adulti siamo stati usati da un genitore per ferire o eliminare l’altro e come genitori abbiamo usato i figli)! Figli che hanno bisogno di “seno-latte” e baci. Il seno ha un valore-richiamo forte perché è il primo organo che ci permette di vivere, ci riporta al rapporto forte con la madre, che mi adora addirittura con i suoi baci-bocca. Se mi baci significa che sei diventata adulta, sei diventata tu seno che mi può nutrire, ma anche io son diventato la fonte dei tuoi bisogni e ti mantengo in vita nel tuo ruolo di madre. 
In questo modo si instaura un rapporto infantile: uno che dà il seno e i baci e l’altro che è dipendente, e più gli concedo poco latte e baci più avrò “potere” (e viceversa: più sono affamato più ti cerco e do valore al tuo ruolo e lo mantengo vivo).

“Venere e Cupido” (XV sec.) – Rindoldo del Ghirlandaio

Poi si legge la parata di ninfe e tritoni che accolgono Venere: quando uno è potente e si sente attaccato fa le scenografie, sfoggia il suo potere, mostra i suoi alleati.

In questa storia Psiche non viene riconosciuta dalle divinità-metastoria, ma nemmeno dalla “storia”. Le sorelle, meno belle di lei, si sposano, ma lei è come un ovulo che non viene fecondato, non trova un uomo che entra in relazione profonda con lei: il triangolo del cambiamento. Perché … se è ancor più bella?
Quando c’è una nostra parte troppo particolare e bella, ricca di novità, una persona originale, un’idea innovativa… occorre qualcuno che abbia le competenze per capire e sappia affrontare le ombre che  vengono quando ci confrontiamo con persone, idee, parti…  che riteniamo superiori a noi.
Quindi Psiche fa difficoltà a crescere, a realizzarsi, ad essere vitale-inedita, si chiude in se stessa e rischia di invecchiare e morire senza aver sviluppato le proprie potenzialità proprio perché ne ha tante e molto potenti. Quando un bambino-adolescente (una parte nostra non sviluppata, una bella idea nuova…) è in difficoltà di realizzazione… la famiglia di origine (la nostra parte storica, la nostra adultità…) dovrebbe essere in grado di aiutarla, di immettersi nelle specificità della figlia e nella realtà; ma se essa stessa è infantile e non ha le risorse in sé… ricorre a un oracolo esterno (il professore, il medico, il saggio, ecc.) che però risponde in modo ambiguo (incontrerà un dio alato-drago alato, due facce della stessa opportunità…) e lascia comunque a te interpretare il verdetto in modo che, comunque vadano le cose, la responsabilità è tua.
Mariano, insieme al commento teorico, fa dei richiami alle nostre storie e applica ciò che succede nella fiaba alle fiabe delle nostre vite, perché possiamo esserne noi gli autori. Ma quella che sta facendo non è solo la sua poesia. Come succede anche nelle particelle subatomiche (secondo la teoria della complessità, grazie anche agli studi di Pricogine, premio nobel per la chimica) al massimo dell’entropia, del negativo… lì c’è la possibilità di una biforcazione, una delle quali è quella che si creino delle nuove entità. La situazione di L. o di  G. è a una biforcazione: può precipitare o può fare un salto di qualità.
I genitori di Psiche ne escono tristi e abbattuti e si preparano ad un aborto, alla morte; non vedono altre prospettive-interpretazioni. E Psiche fa la sua teoria sulla fine del suo angolo alfa: avrei dovuto capire…! Avreste dovuto fare…! Perché solo quando le cose stanno per morire riusciamo a vedere e comprendere cosa non è andato bene. Bisognerebbe imparare a vedere prima, lei (idea nuova, parte nostra nuova, associazione nuova… ) avrebbe dovuto capire che Venere stava sviluppando l’invidia e non essere presuntuosa. Rimane l’idea che l’altro (istituzione vecchia, parte vecchia…) è cattivo, ma è un’idea infantile, che non costruisce niente. Se finisse  qui la fiaba sarebbe molto banale.
Dopo una breve pausa, Mariano ci prepara ad affrontare la SECONDA PARTE della fiaba dove si esce dall’angolo alfa psicotico e morente e ci introduce nell’angolo beta: ascolto, riflessione… Qui si apre il triangolo del cambiamento con Zefiro, l’anima della vita che si apre a cose nuove,  cioè le altre fasi del crossingover, e l’attraversamento dell’adolescenza. Proprio Eros, il sicario (un’altra parte che la doveva far fuori, paradossalmente), si innamora di lei e le permette di sperimentare senza impegno l’avvicinamento, la conoscenza, l’incontro: ma tutto ciò che avviene in questa fase è INVISIBILE, non filtrato dalla mente, lo si vive e basta.
Dapprima ci si libera dall’angoscia della chiusura, poi si vive in modo virtuale il codice simbolico: si vede e si ode tutto in modo splendido, fastoso, intenso…, perché sono cose che prima, nel vecchio angolo alfa, non avevamo. Le vedo e le sento anche se sono invisibili per gli altri e agli altri sembra un delirio (un centro sociale nuovo, una persona nuova, un gruppo nuovo… mi fa vivere emozioni mai provate prima)…

“Psyche entering Cupids garden” (1904) – J. W. Waterhouse

Dopo segue il codice analogico, corrispondente, il corpo, sempre invisibile: Eros infatti arriva di notte, al buio, e si mantiene invisibile. Il corpo lo utilizziamo per renderci piacevoli cose che ci intimoriscono, per sentire le emozioni che non conosciamo bene e viverle con piacere; qui Psiche  sta facendo un percorso per entrare dentro di sé e prepararsi al triangolo del cambiamento. Quando stiamo costruendo il triangolo del cambiamento specie con il corpo noi sappiamo, sentiamo che abbiamo delle cose da affrontare: i nostri legami infantili. Siamo però ambigui: una parte nostra-Eros lo sa, la avverte ma l’altra parte-Psiche no, e i debiti infantili la richiamano indietro. Prima di entrare nel nuovo dobbiamo sciogliere i vecchi nodi, altimenti sembra che diventiamo adulti ma non lo siamo veramente e spesso formiamo una famiglia senza aver affrontato e risolto questi vecchi nodi infantili nella fiaba rappresentati dalle sorelle e dai genitori.
I familiari di Psiche però non fanno niente, apparentemente sembrano persone interessate ma si mantengono nel vecchio, si vedrà dopo “che razza di persone sono”… con la testa di Giano che guarda indietro e con le loro difese-resistenze, i loro angoli infantili, le cose che non ci sono state… vogliono riportarci nella vecchia realtà psicotica. Nessun angolo gamma elimina i problemi dell’angolo alfa se non si attraversa l’adolescenza con tutti i suoi riti che nella fiaba vedremo dopo. 

Chi non l’ha fatto per sé come può accompagnarti e sostenerti a farlo?

Già, perché se uno vuole cambire l’angolo gamma deve  toccare il codice biorganico, quello più antico delle emozioni dove i genitori ci hanno tagliuzzati, hanno tolto delle parti e si sono innestati nei figli; bisogna  recuperare i territori delle emozioni, parti nostre che anche i genitori hanno occupato come invasori.
Quanti di noi credono di essere adulti ma in realtà non si liberano da questi nodi infantili e se la fregano l’adultità, perché l’angolo gamma è  difficile. Non è detto che quando otteniamo quello che volevamo siamo soddisfatti: le cose non risolte ci richiamano indietro. Come per Psiche, le cose vecchie non elaborate-le sorelle e i genitori piangenti ci rendono infelici e troviamo false scuse e facciamo mille promesse perché il richiamo del vecchio irrisolto è troppo forte.

“Psyché et l’Amour” (1793) – François Gérard
Quindi ora vedremo Psiche che scende ad affrontare i nodi infantili: lo vuole far da sola ma è molto rischioso. La presunzione è una delle modalità più semplici per perdere il lavoro fatto;  come Ulisse che si fa legare all’albero per non andare dalle sirene, è meglio esagerare nel farsi accompagnare, fidarsi, affidarsi.
Dobbiamo anche e soprattutto tener presente che quando stiamo lavorando nel triangolo del cambiamento metastorico riusciamo a smuovere delle cose forti anche negli altri. Infatti Zefiro, il vento del cambiamento, smuove anche le sorelle… ma bisogna vedere se abbiamo le forze per affrontare anche le loro resistenze, le loro invidie: loro colgono le novità in noi che fanno risaltare quello che loro non sono ancora, dovrebbero fare un percorso personale, ma hanno un pensiero magico che vuole le soluzioni subito, senza fatica; pensano che basti avvicinarsi a chi ha fatto un percorso ma intanto non posso resistere e vivere senza le cose che ora vedono in te, ti devono eliminare perché sei una minaccia per la loro identità, fai emergere i loro fallimenti.  L’invidia è un pozzo senza fondo perché non vuole partire dai propri fallimenti, ma dal prendersi le cose degli altri impedendo i successi degli altri.
Venere e le sorelle dicono le stesse cose, hanno gli stessi meccanismi: distruzione, nascondimento, guerra, eliminazione dell’opposto.
Mentre succede questo inizio di guerra una parte nostra-Eros sente quello che sta succedendo, ti avverte di attrezzarti. Dobbiamo imparare ad ascoltarla questa parte e a fidarci nel farci accompagnare.
Mentre stanno accadendo tutte queste cose Psiche  ha percezione, ancora indiretta, del codice metastorico, che crea discendenza: sente che è possibile una sua famiglia, infatti Eros le dice che aspetta una vita nuova, è incinta. Lei ha solo la percezione di ciò, ma prima deve fare i conti con la famiglia d’origine, altrimenti cadrà nel meccanismo della ripetizione. Come è successo per molte nostre famiglie: hanno  figli, vanno lontano… ma vivono per anni con i nodi irrisolti che corrodono dentro. Nella fiaba vedremo come avviene la lotta tra una possibile famiglia acquisita e la famiglia di origine che mantiene il controllo della maggior parte delle nostre azioni.
E’ un momento decisivo = bisogna tagliare, non c’è possibilità di trovare la famiglia di origine se non dopo che l’abbiamo tagliata dentro di noi, altrimenti si rimane nel senso di colpa.
Eros insiste per farla desistere, è la sua parte più adulta che l’avverte, ma non ha la forza di fermarla di fronte all’invasione strategica di congiura delle sorelle. La crescita e la distruzione sono entrambe lente. Le sorelle arrivano apparentemente bendisposte per accattivarsi l’animo della sorella e per  insinuare il dubbio e l’eliminazione indiretta. Una strategia per eliminare un nemico è interessarsi apparentemente ad esso, aiutarlo, promuoverlo… ma rendendolo insicuro, riportarndolo alle paure originali, perché quello che in questo periodo Psiche ha costruito è ancora al buio, invisibile, separato. Il Vecchio” vuole indebolire le parti nuove che abbiamo costruito perché sa che basta questo a farti tornare “morto” come eri, innocuo… a ucciderle. 

“The Tree of Life” (1909) – Gustav Klimt

E’ più facile farci impaurire che farci andare avanti, e anche quello che abbiamo costruito dentro di noi lo interpretiamo in maniera distorta, sfiduciata. Secondo loro-parti vecchie se  vogliamo vivere dobbiamo rinunciare alle cose che abbiamo conquistato e alle nostre potenzialità metastoriche, alla nostra scintilla divina.

E’ un momento delicato nella storia. Fin qui abbiamo visto la preadolescenza. Da questo momento in poi vedremo come si chiude l’angolo gamma, ogni chiusura è una morte, un passaggio mortale. La morte serve a far crescere la vita, non è una negazione della vita, è una biforcazione:  solo allora ci si apre a nuove prospettive; è un’opportunità, un porto a cui ci dobbiamo avvicinare.
Il passaggio mortale è : si passa dalla invisibilità alla visibilità, è una fase difficilissima. Il “far vedere quello che abbiamo fatto prima” fa morire proprio quello che abbiamo fatto prima: ci porta davanti ai propri nodi, vediamo finalmente la situazione per quello che è, anche il negativo. E’ questa l’illuminazione: vedere le cose per quello che sono, senza fette di prosciutto sugli occhi messe dalla cultura, dalla religione, dalle paure, dalle illusioni
Ecco Psiche con la lampada che illumina la scena: e VEDE. Quando noi vediamo nasce  una relazione asimmetrica, reale ED è POSSIBILE  L’OVER, l’avvicinarsi. Cominciamo a  intravedere che ci sono due parti che si possono mescolare per formare un intero. Il vedere elimina per sempre l’angolo gamma. Qui nasce il vero innamoramento, perché prima Psiche ci stava sì, ma ad occhi chiusi (perché ci fa comodo, perché ha paura… ) aveva fatto l’amore per tanto tempo come molti di noi senza vedere veramente; ma qui finalmente vede l’altro per come è e se ne innamora ed è possibile l’attraversamento.
Qui la storia sembra destinata ad un lieto fine ma avviene ancora un capovolgimento. La lanterna consigliata dai sicari, che doveva rendere fattibile il delitto, strumento di eliminazione, apre di nuovo le prospettive e diventa strumento di distinzione.
Assisteremo alla crisi dell’infazia, dell’INVISIBILITA’ , c’è una nuova distinzione, separazione e decisione: entra in crisi il rapporto e si perde ciò che si credeva di aver conquistato. Solo ora che lo abbiamo perso cogliamo il senso di quello che avevamo. Ora c’è la crisi che non è solo un fatto di testa ma è uno star male con il corpo, andare in crisi di astinenza, avere un senso di morte. Infatti Psiche disperata si butta nel fiume. Ma la metastoria non vuole perdere questa parte nuova, di valore e crea degli eventi favorevoli. Entra in scena Pan, una parte nostra mezzo uomo mezzo animale, un accompagnatore che esprime tutti i propri codici, che sa farci da eco, da specchio che ci fa vedere la nostra situazione, riconoscere il nostro desiderio. Ora comincia il vero intervento chirurgico e comprendiamo che le soluzioni stanno nelle cose che abbiamo perso se le sappiamo comprendere, se sappiamo pregare-chiedere, crederci davvero, volere con desiderio ardente.
Finalmente è stata messa in crisi la relazione infantile e vedremo con quali arti Psiche frega le proprie sorelle-parti infantile. Diventa “come i figli delle tenebre” per sciogliere ciò che la vuole eliminare.
Solo dopo che tutti e due si saranno distinti dalle famiglie d’origine, anche Eros dalla madre Venere, Psiche potrà affrontare il discorso della sua specificità con la quale può migliorare l’Olimpo – visione della metastoria, le rappresentazioni circostanti.
Qui Psiche è SOLA: in questa fase – l’ADOLESCENZA – l’accompagnatore deve farle affrontare la sofferenza da sola, perché deve avere il coraggio di confrontarsi con l’ESISTENTE, VENERE. Nessuna novità riesce a diventare STORIA se non riesce ad affrontarla la Storia. Psiche non ha più paura di incontrare Venere (non si può creare una psichiatria a parte, una scuola a parte, una famiglia a parte, una persona a parte…) che la metterà alla prova per vedere che potenzialità metastoriche ha: affronterà l’attraversamento analogico, quello biorganico e infine l’attraversamento metastorico, nella metastoria che è intrisa di morte. Lì trova la teoria globale rappresentata dalla Torre, dal VEDERE DALL’ALTO. Da lì ciò che era “storia”, ambigua e confusa diventa uguale nella diversità e da questo scambio di parti nasce Voluttà-Voluntà: non nel senso di volere con lo sforzo, ma nel desiderare; essere collegati con le proprie emozioni, con il desiderio che parte da noi che siamo fatti di polvere di stelle. Desiderare significa infatti “dalle stelle”. Volontà significa anche  scegliere: imparare a scegliere cosa è buono per noi. Cioè una volontà piacevole. Quindi Psiche entra nell’Olimpo, nella metastoria: con la capacità di far nascere anche negli altri desideri e  progetti collegati al loro SE’ interiore.

Ermanna

2 Commenti

  1. Mariano

    Cara Ermanna, sei stata davvero brava e completa nel Post. Ho deciso che all'inizio del pomeriggio letterario, che si terrà venerdì 13 luglio ad Ancona, leggeremo come sintesi il tuo bel e completo post.
    Buona domenica a te e ai grappini.
    Mariano

  2. IMMA

    Grazie per il vostro impegno come credevo dopo la lettura di questa favola …o cambi o cambi…devi crescere xforza l'interpretazione magistrale è poi una bussola che necessità grazie a tutti e due uno l'ha creata (Mariano) l'altra l'ha costruita (Ermanna) come mancare a questi incontri così illuminanti…cosa si perde…grazie Imma e il gruppo ha fatto da laboratorio bello.
    Imma

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