Forlì (FC), venerdì 8 giugno 2012. SUPERVISIONE DI MARINO.

Fondazione Nuova Specie ONLUS

Presidente: Dr. Mariano Loiacono
  


– SUPERVISIONE DI MARINO –
Io non so se quando Ulisse tornò dal suo viaggio raccontò a Penelope tutti i suoi vissuti profondi e neanche so se attorno a loro ci fossero persone devote alla loro vita che li aiutassero a comprendere, ad andare oltre i vortici in cui ci si chiude quando vissuti forti fanno saltare vecchi equilibri di cui ci si è nutriti per tanto tempo

 
Ieri Marino come Ulisse, ha avuto la possibilità di raccontare, a partire da sé, il suo viaggio alla scoperta di emozioni forti arrivate inaspettatamente poi rincorse, volute e vissute. Lo ha fatto in un contesto di accoglienza e di ascolto elevato dal giudizio che lo ha accompagnato a meglio comprendere quanto negli ultimi due mesi ha vissuto. 
L’angolo α (alfa) da cui è partito e che per una vita lo aveva caratterizzato, che lo ha fatto sentire diverso, inadeguato, non alla pari verso se stesso, nella coppia e con l’esterno, che lo ha fatto strutturare in forti meccanismi di difesa contro il mondo intero, inaspettatamente è stato destabilizzato da emozioni forti vissute al progetto “Rainbow” nelle dinamiche con i maschi, con cui ha sempre temuto il confronto, ed con i corpi femminili vissuti per la prima volta fuori dalla coppia.
 
La forza delle emozioni vissute attraverso il codice analogico è proporzionale a quanto ci è stato negato e ci siamo negati e nella povertà di corpi mai visitati e amati, dalle madri in particolare, anche una carezza o la vicinanza di un corpo ci riapre bisogni profondi mai soddisfatti.
 
La nostra coppia che ci ha salvato attraverso un incastro perfetto e che ci ha fatto vivere per tanti anni sentendoci protetti l’uno dall’altro: noi due, soldati di terra, che abbiamo affrontato mille battaglie, non ultima il disagio di Nicola, sentendoci forti del nostro “amore” e al sicuro dall’esterno che tanto ci aveva tagliato.
 
 
Noi, che non ci siamo mai concessi di esplorare le nostre profondità, i nostri bisogni più antichi, che tanto sono stati delusi da non riconoscerli più, noi che ci siamo illusi di non provare più dolore.
 
Noi che in nome di ciò che conoscevamo come amore ci siamo feriti e umiliati per non perdere l’unico ossigeno che mai ci aveva dato la possibilità di vivere.
Noi due ora siamo soldati di mare aperto dove nulla è ancora stabile. Dobbiamo solcare il mare che accoglie ma anche le tempeste ascensionali dei nostri codici più profondi, facciamo parte di una ciurma di nuova specie non siamo più soldati soli di trincea .  Ora davvero non più.
 
Annamaria

3 Commenti

  1. Eka

    All'Uomo delle albe, e alla donna che ho più incontrato nei mari regalatici dal Gargano che a Foggia… desidero dedicare un saluto silenzioso seppure ancora imbevuto di ricordi condivisi che riescono a rigenerarmi… ancora sì… anche se a distanza… ma non tenendomi troppo lontana dalle vostre attraversate. Sento.
    un bacio speciale a Nicola…
    Eka

  2. annamaria

    Ti ringrazio tanto Paride. Per me è stata imporatante la presenza tua e di Ombretta.
    Un grande abbraccio a entrambi

  3. Anonimo

    complimenti Annamaria per questo tuo bel post.questa è la testimonianza di una donna di valore che ha iniziato a riconoscere se stessa e il coraggio del suo uomo che in questo viaggio un po anche al mio fianco ha saputo perdere tutte le sue certezze.Ti voglio bene. Paride.

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