Senigallia – loc. Vallone (AN), domenica 13 maggio 2012. IX POMERIGGIO LETTERARIO GLOBALE. La Favola di Amore e Psiche.
FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono
iscritta ai sensi della L. 266/91 – L.R. 48/95 nel Registro regionale delle organizzazioni di volontariato con
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IX POMERIGGIO
LETTERARIO GLOBALE
– La Favola di Amore e Psiche –
Dal nord, dal sud e dalla “Marcagna” sono affluite numerose persone ansiose di ascoltare il commento globale di questa famosa e articolata fiaba di Amore e Psiche in questo nuovo centro accogliente che Angela ha trovato per noi .
Dopo una festa nuziale che ha radunato fino a notte inoltrata una famiglia molteplice di nuova specie in costruzione… in una chiesa di vecchia specie in decadenza,… inizia in modo leggero e fiabesco una danza di personaggi amorevolmente condotti dal Dr. Loiacono.
E’ la festa della mamma e mamma-babbo Mariano apre puntuale il consesso con una giocosa dinamica di bombardamento-scoppio con Venere–Michela e Amore–Margherita, vincolate ancora in meccanismi non più nutrienti per nessuna delle due.
Il commento di oggi, annuncia, sarà per la coppia intesa in senso ampio: come cum e aptein: “attaccarsi insieme”: accoppiarsi con le parti nostre che abbiamo perso per strada… fino a formare un intero, in un percorso IN.DI.CO.: INfinito – DInamico – COmplesso, senza limiti , non prevedibile, intrecciato insieme.
In ascolto dello stato quiete dell’incontro, Mariano accoglie Venere-Valentina e Amore-Ester e aiuta tutti a raccogliere e comprendere la trama della loro recente fiaba.
C’erano una volta un re e una regina che ebbero una bella bimba, bianca come la neve, grandi occhi azzurri come il cielo… ma che già a sei mesi era stata colpita da una fata cattiva con una terribile magia di nome OPISTOTONO che l’aveva resa tesa, rigida, ipertonica, insoddisfatta, piangente, insonne, con gli occhi sbarrati e impauriti sul suo mondo chiuso.
In una fiaba di vecchia specie la principessa sarebbe stata condotta dai moderni maghi “Tu sei malato – So io come curarti” che avrebbero detronizzato re e regina trasformandoli in ex malati nemici tra loro…
In questa fiaba il re e la regina si fidano di un mago di nuova specie che li ha accolti in crisi anni fa e ora, dopo un accompagnamento in un percorso di crescita nelle profondità, li ritrova genitori, vede la sofferenza della bimba e, nella situazione uterina del corso sull’adolescenza, coglie l’opportunità di far vedere l’incantesimo – meccanismo di sovrapposizione: sovrapposizione della bambina Ester che esprime i propri bisogni con la bambina Valentina che non sa esprimerli; sovrapposizione della mamma di Valentina con la mamma di Ester. Quindi il mago le accompagna a separarsi e distinguersi anche con la sofferenza dell’astinenza, perché mamma Valentina voleva nutrire in Ester la figlia che lei stessa è stata facendo la madre che avrebbe voluto per sé.
In questo gioco a rischio di psicosi Mariano ci fa vedere cosa provoca la mancanza di sonno-sogno e il valore del dolore.
Non il dolore come lo conosciamo nella visione religiosa punitiva (“soffro perché sono cattivo”, nella tradizione ebraico-cristiana in cui il dolore inizia con il peccato originale di disobbedienza), bensì il dolore come liberazione: il dolore è il vero sonno-sogno che funziona ad occhi aperti.
Senza questo dolore vitale rischiamo di vivere con meccanismi psicotici, in cui ci accontentiamo del sonno-sogno virtuale che è solo la prima cura per la nostra vita parziale: il sogno è un primo tentativo di guarigione delle parti nostre che non sono andate bene nella veglia. Le guariamo in modo virtuale, bidimensionale… vediamo come si potrebbe fare… ma non lo facciamo. Anche l’arte, il cinema, i libri, il razionale, l’astrazione, internet… sono sonno-sogno. Rendere piatta la tridimensionalità della vita, ci imbroglia, ci dà una rappresentazione mentale della realtà che in effetti rimane piatta, piallata.
Il dolore invece è sonno-sogno tridimensionale, reale, di vita: rompe gli equilibri razionali che abbiamo, e “star male” è una liberazione: perdiamo il falso equilibrio, sentiamo rabbia, bisogno di essere aiutati… Come dopo essere stati ingessati è doloroso ricominciare il movimento, così è doloroso far vivere le nostre parti profonde tagliate, apparentemente morte ma solo “anchilosate”. I dolori grandi sono delle opportunità: più non posso banalizzare il dolore più è un dono, più lo banalizzo più torno nel mio equilibrio.
Durante tutto il racconto di questo felice episodio della fiaba vera di Valentina, la principessa Ester si trastulla nel suo nuovo parco giochi-regno divino: il corpo del padre che prima rifiutava spaventata e che ora esplora e gode serena. I commenti scherzosi di Mariano accompagnano questa metamorfosi di possibile tragedia in fiaba e ridimensionano l’interpretazione dei sogni di Freud come visione parziale: anche il sogno di far l’amore con il proprio padre o madre può semplicemente esprimere il desiderio di essere visti, amati, di sentirne la presenza vera.
Dopo una breve pausa si riprendono i lavori ma, prima di iniziare il commento sulla fiaba di Apuleio, Mariano vuole riconoscere Cindy e la sua crescita invitando Nicoletta a leggere davanti a tutti il post sul convegno interculturale “Condominio mondo” tenutosi nella scuola dove Cindy lavora e nel quale ha proposto una relazione sul tema del crossingover nell’emigrazione (clicca qui per leggere il post). Se ora lei riesce a portare il Metodo a scuola è perché l’ha finalmente incarnato. Anche questo riconoscimento diventa un capitolo della fiaba di Cindy che desiderava un rito di passaggio per i suoi 30 anni, in cui ha vissuto in parte nascondendo il proprio dolore in parte aiutando gli altri. Con i suoi globcettori Mariano ha trasformato questo momento in un rito di ricapitolazione che vede Cindy commossa in mezzo ai genitori che finalmente “la vedono” e in mezzo agli accompagnatori storici di questo “accoppiarsi con le proprie parti profonde”.
Lacrime di Principessa portano via le scorie della vecchia identità con la benedizione del padre diventato finalmente Re grazie al percorso di metamorfosi delle figlie e del cognato.
Ma c’è un’altra fiaba vera da narrare-vivere prima di quella virtuale e “il regista di vita” Mariano, che si commuove e muove la sua creatività a partire dai livelli profondi, invita Michela a presentare la sua ultima creatura-Voluttà.
Lei ringrazia Cristian Orazi che l’ha spinta ad esprimere la propria specificità anziché copiare in modo personalizzato i quadri altrui . Anna e Cristian diventano i padrini-manager-esperti d’asta sostenitori e fanno entrare in scena il bellissimo ultimo quadro di Michela: un Femminile-Luna-Notte opposto e unito ad un Maschile-Sole-Giorno si coniugano per dare origine ad un intero-feto come dopo tante traversie-traversate succede ne La Favola di Amore e Psiche.
Quindi il Mariano visionario e talent-scout mette in scena un episodio in cui la accompagna a immaginare una prospettiva adulta-imprenditoriale dove Michela si riconosce il proprio valore, anche artistico, e sogna-si impegna insieme a Silvio a “coniugare” le rispettive creatività in un evento inedito: una mostra-presentazione del libro.
Finalmente ci si avvicina alla favola dell’autore Apuleio e prima della pausa pranzo, Paola Selleri presenta la fiaba di Apuleio stesso, giovane benestante nordafricano vissuto in un periodo di prosperità e pace ma anche di decadenza e contraddizioni alla fine del II secolo d. C. Intelligente ed eclettico, grande viaggiatore, avvocato, conferenziere, romanziere, filosofo, mago e sacerdote… sposa una donna più anziana di lui e viene accusato di averla raggirata per averne l’eredità. Si difende da solo con una Apologia di se stesso. Nella sua ricca produzione spicca l’opera Le metamorfosi (le trasformazioni) conosciuta anche come L’Asino d’oro: opera complessa in 11 libri all’interno della quale vengono raccontate altre storie e novelle tra cui La Favola di Amore e Psiche, raccontata dalla cuoca dei briganti, che occupa quasi tre libri. Il personaggio delle metamorfosi, Lucio, nella sua ricerca viene trasformato per errore in asino e vive numerose avventure, anche dolorose e pericolose; solo una specie particolare di rose riuscirà a restituirgli forma umana.
Questa bella favella, ci fa vedere Mariano, è anche la storia di tanti percorsi interrotti, dove alcuni di noi, come L. C., sono diventati e rimasti asini che ancora non hanno trovato le rose che li riportano, arricchiti di storie ed esperienze, alla loro piena umanità. Fare una metamorfosi sul campo significa essere missionari di nuova specie e accompagnare nella sofferenza questi percorsi difficili.
Prima di pranzo Mariano continua questo rito variegato in cui scorrono, si incrociano, crescono le nostre vite e consegna a Raffaele un’immagine di cigno con un aforisma di Apuleio, pagano di 18 secoli fa: “La filosofia mi ha insegnato ad amare non solo chi mi fa del bene ma anche chi mi fa del male, a condividere i beni più che a tenerli per me solo desiderare, a desiderare più quello che è utile a tutti più che quello che può essere utile a me stesso”. In queste parole e immagine Raffaele riconosce la preziosità di Sandra nella propria fiaba-vita.
Finita la pausa pranzo si riprendono i lavori con i ringraziamenti alle persone che hanno lavorato per organizzare in questo evento il pranzo e le deregistrazioni.
Anche questo riconoscimento commuove le persone che nella loro vita hanno fatto tanto per gli altri senza essere mai riconosciute nel proprio valore, come le cuoche urbaniesi: Sabina e Rosy.
Mariano dà spazio e riconoscimento al percorso e alle metamorfosi di Giacomo che riconosce il bisogno di fare il punto della situazione sua e della sua famiglia in questo momento un po’ bloccata; Anna… ci comunica il suo futuro viaggio in Inghilterra con Leonardo e Giacomo!
Con le sonorità del nuovo organetto diatonico che vien dalla Bretagna, ci si alleggerisce con una danza prima di far fluire la richiesta di Silvio: sentire il racconto della fiaba in fieris di una persona di valore che da un po’ non si faceva sentire.
A questo punto Mariano, che ci sta insegnando dal vivo a riconoscere le nostre fiabe e a esserne registi attivi consapevoli e collettivi, annuncia che il commento de La favola di Amore e Psiche oggi non si può fare ma si riprenderà il 2 giugno, festa della Repubblica: delle persone RESPONSABILI, che si vogliono impegnare.
E’ ora il tempo di visitare la fiaba delle metamorfosi di Martino, visibili nel nuovo look che meglio lo rappresenta: occhi azzurri non più nascosti sotto gli occhiali e via la frangetta del bravo bambino che non c’è più. Il cambiamento e la crescita interiore si ripercuoteranno anche nel modo di suonare, pre-vede Mariano, perché è una crescita ascensionale.
Dopo alcuni chiarimenti rispetto a vecchi meccanismi nel relazionarsi con Cindy, Mariano crea un quadro in cui i due personaggi fiabeschi si ri-incontrano accompagnati da due giocosi cortei rispettivamente di donne e uomini .
Non c’è nemmeno il tempo per digerire le emozioni appena suscitate che Mariano chiede a Marinella di raccontare la storia di incantesimo e metamorfosi di Giovanna nel breve periodo trascorso dalla settimana intensiva. Mentre ascoltiamo questa nuova fiaba G. si concede di essere vista e visitata dagi uomini che la vogliono aiutare a sentire il proprio corpo.
Infine assistiamo allo spettacolo-vita in cui Mariano accompagna Silvio ad accompagnare Luca a rientrare in comunicazione con lui e Dina “incontrandosi casualmente per strada”. Luca è ora “più ben disposto” verso questa nuova paternità incarnatasi in Francesco che un grande femminile cresciuto in Marialetizia ha voluto nonostante le fiabesche e dolorose vicissitudini. Non è un momento facile ma Mariano li accompagna a voler trovare un nido, anche piccolo, in cui far crescere una genitorialità più adulta.
I riti veri si fanno nella collettività e oggi, delusi nelle nostre aspettative di ascoltare il commento di Amore e Psiche, rientriamo a casa emozionati sorpresi ed immensamente grati per esser stati parte di queste “metamorfosi a cielo aperto” condotte e illuminate con grazia e ironia dalla continua teoria di Mariano. Sicuramente il 2 giugno, prossimo appuntamento con Apuleio-Mariano, il commento avrà una profondità più incarnata nelle nostre vite.
La Presidente dell’Associazione alla Salute ONLUS Marche Sandra Recchia chiude la giornata con un invito a un abbraccio di tutta la famiglia molteplice intorno ai nonni Mariano e Giovanna che, con la viva musica di Giacomo, danzano e benedicono questi nipoti, figli, fratelli, cugini, zii…
Ermanna
2 Commenti
Sabrina
Bravissima Ermamma. Sto preparando gli atti della giornata e, leggere il post, mi ha aiuatata ad entrarci meglio. Sabrina del Centro Documentazione Nuova Specie
Anonimo
Tra le cose scritte e le foto Ermanna è riuscita veramente a raccontare la favola del'incontro avvenuto. Brava a Ermanna e un po' di invidia verso chi c'è stato e ha potuto partecipare, visto che non ci sono potuto essere.
Bella proprio l'idea di dare valore alle favole dei partecipanti, bambini compresi. Ci sono tante cose nuove che stanno avvenendo eppure ancora non viene completamente scoperta la favola del metodo alla salute. Forse manca un nuovo Apuleio che la sappia raccontare al mondo di oggi. Comunque complimenti a tutti, spero di esserci prossimamente. Michele