Villamarina di Cesenatico (FC), giovedì 19 aprile 2012. III SETTIMANA INTENSIVA IN ROMAGNA. Secondo giorno.


Fondazione Nuova Specie ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono 



III SETTIMANA INTENSIVA
ORGANIZZATA DALL’ALSA ROMAGNA.

SECONDO GIORNO:
“Paura di ferire, colpi per liberare”.



La  settimana intensiva romagnola è giunta al suo secondo giorno.  Il timone è affidato alla conduzione di Annamaria, Mila, Meris, Paola. Anche oggi la fase dei pensieri è caratterizzata prevalentemente da momenti musicali che favoriscono il movimento e lo scambio e che preparano con leggerezza la discesa nelle profondità.  I presenti sono invitati a condividere impressioni e stati d’animo sulla scia di quanto  successo il primo giorno. La difficoltà a parlare,  la voce quasi impercettibile, il blocco del corpo denotano in Cristiano una sofferenza antica ed una rabbia che non riesce ad esternare. Il desiderio di liberare questo negativo è tuttavia frenato dalla “paura  di fare del male” come rivela egli stesso. L’intervento energico e generoso di  Dario e Gioele è un tentativo di stimolare una reazione in Cristiano perché possa riappropriarsi dei suoi codici più vitali. La dinamica si chiude con un abbraccio collettivo a Cristiano in cui la principale accompagnatrice si rivela una bambina di un anno e mezzo di nome Giulia. Seguono diverse comunicazioni ed immersioni in cui affiorano ricordi di violenze subite ed il senso di svalutazione che ancora logora chi ha ricevuto  tagli pesanti  durante la propria crescita.
 
La paura di ferire i genitori  ha origini molto antiche e ci spinge a proteggerli anche quando ci hanno delusi in profondità. E’ il caso di Battista che nonostante le umiliazioni e i tagli subiti ad opera del padre non riesce ancora a liberarsi di questa figura, il che è dimostrato dalla difficoltà  ad esprimere la rabbia rispetto ad un vissuto doloroso che ha avuto ripercussioni notevoli sulla sua famiglia acquisita.

Anche in questo caso il gruppo tenta con forza di aiutare Battista ad abbandonare il codice simbolico, permettendosi  di vivere il negativo con le emozioni. E’ emblematico il gesto di Cristiano che per aiutare Battista in cui evidentemente si riconosce esce dalla propria passività e si adopera attivamente accompagnandolo in un urlo liberatorio.  Cominciare ad esprimere il negativo rappresenta un piccolo ma significativo passo per chi vive di paure, sensi di colpa ed emozioni congelate. Questo è confermato, nel pomeriggio,  dall’interazione fra Gioele ed il padre Luigi. Gioele infatti inizia a comunicare alcuni degli aspetti che lo hanno deluso nel rapporto padre-figlio.
 
Il materiale emerso nel corso della giornata confluisce quindi nella teoria globale sul tema proposta da Martino “Paura di ferire, colpi per liberare”.  I contributi  sono numerosi  e permettono di leggere le dinamiche accadute secondo prospettive diverse. Molti sottolineano come la paura di ferire rappresenti una gabbia che ci può imbrigliare nelle parti più infantili.  Di fronte alla rigidità del corpo e delle emozioni, anche l’urlo, la spinta o lo schiaffo possono rappresentare un atto di amore volto a risvegliare i codici più profondi della vita.

La giornata si conclude con l’intervento di Annamaria che ritorna sulla molteplicità e la ricchezza delle dinamiche avvenute a sottolineare come il gruppo sia stato capace di esprimere tutte le parti di un intero alternando bisogno di stimolare e capacità di accogliere.

Martino

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