Troia (FG), mercoledì 21 marzo 2012. FESTA DI PRIMAVERA. CONVEGNO SULL’INSIEME FEMMINILE-MASCHILE.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

 Presidente: Dr. Mariano Loiacono

SECONDA FESTA DELL’INSIEME FEMMINILE-MASCHILE

 Convegno sul tema: IL TRADIMENTO

Il 21 marzo Troia ha celebrato la sua primavera ospitando un evento a tutt’oggi unico nel suo genere: la Seconda Festa Nazionale dell’insieme femminile-maschile, convegno teorico-prassico coordinato dalla Dott.ssa Giovanna Velluto organizzato nell’ambito di una serie di iniziative promosse dalla Fondazione Nuova Specie. Il Convegno si è tenuto nella sala Congressi di Palazzo San Domenico, un edificio recentemente ristrutturato situato al centro del paese messo a disposizione dalla amministrazione comunale, e ha occupato lo spazio di una intera giornata. Una giornata intensa.

  

I lavori sono iniziati alle 9.30 con il saluto della Dott.ssa Velluto, che ha brevemente riassunto il senso di questa seconda edizione della Festa dell’insieme femminile-maschile, ricordando la prepotente necessità posta dal mondo di oggi di costituire dentro di sé un intero costituito dall’integrazione delle due parti – femminile e maschile – che ha invitato a leggere non più come termini identificativi delle donne e degli uomini, ma piuttosto come elementi costituitivi di ciascun individuo, entrambi necessari per ‘stare’ nella vita in modo dinamico e porsi in relazione con gli altri in modo profondo ed efficace. Due teli affissi all’interno della sala ricordavano la sostanza delle due modalità:
  • il femminile introduce all’inedito, sa osare e affidarsi al corso della vita. Porta avanti la gestazione del nuovo, accoglie e sa far crescere, crea discendenza ed è cosciente che i meccanismi del maschile sono una parte del globale della vita;  
  • il maschile è alla base dell’identità e dell’autoreferenzialità, è stabile e assicura continuità, prevedibilità e autonomia. Rappresenta ciò che si è verificato buono per la vita e va replicato indipendentemente dal confronto con cose buone esterne

Questa sintesi è frutto dell’approccio tutto originale e innovativo all’argomento del Dott. Mariano Loiacono; come non ricordare la prima edizione della Festa, il 21 marzo 2011? Per chi era stato presente in quell’occasione quelle definizioni di femminile e maschile riportavano a una delle numerose riflessioni teoriche che il Dott. Loiacono dedica insistentemente alla conciliazione degli opposti, come modalità privilegiata per sanare il disagio diffuso delle nostre vite attuali, generato da modalità parziali, generalmente organizzate secondo la logica degli opposti: buono-cattivo, morale-immorale,… femminile-maschile.

Per coloro, numerosi, che partecipavano al Convegno senza essere mai venuti a contatto con la lettura globale dei fenomeni di vita dell’epistemologia globale di Loiacono (tra questi un folta rappresentanza del gruppo di danze popolari Ethnos di Lucera), i due manifesti hanno probabilmente costituito uno stimolo nuovo che induce a interrogarsi.

Tema del convegno: il tradimento. Quale tradimento? Qualsiasi tradimento sia comparso nelle nostre vite.

La mattinata è trascorsa in fretta… fluida per la varietà di documenti proposti  – storie di vita vissuta, estratti di film, canzoni – in un mix di sfumature di toni e registri che hanno talvolta lasciato ‘senza fiato’, non solo perché venivano proposti senza soluzione di continuità, ma anche perché contenevano diversità talmente grandi che era difficile non incespicare… Lo scopo era evidente: sottoporre ai partecipanti la variegatissima molteplicità di emozioni che le situazioni di tradimento procurano, e farle un po’ vivere attraverso una serie di documenti sapientemente selezionati (in realtà secondo alcuni sovrabbondante e prevalentemente concentrata sul tradimento di coppia. È dunque il genere di tradimento più presente nelle nostre vite?).

La tempesta emotiva procurata dalla lettura delle esperienze di vita vissuta, dalla visione di pezzi di letteratura cinematografica e dall’ascolto di canzoni è stata interrotta dalla logica del Convegno: ore 13.30, pausa pranzo. Si riprende alle 15.30.

Spazio prezioso, quello, per elaborare, riposare, lasciar sedimentare. Ancora più prezioso se lo si vive, come ci è toccato, in un giardino pensile assolato e riparato a cui magicamente si accede dalla sommità della prima rampa di scale di Palazzo San Domenico. Lunghi tavoli imbanditi di ogni sorta di delizie pugliesi (offerti dall’Associazione Koilos), caldo, sole, prato, siesta.

Ma che cosa poteva riservare il pomeriggio in termini di riflessione teorica…? I termini del tradimento come era stato ‘consumato’ nel mattino erano… straripanti, esuberanti, forse confusi. 

Chi lo conosce lo sa. Il Dott. Loiacono è un trasformista; senza che si capisca bene come,  sa ‘trattare’ il caos e lo riporta all’interno del comprensibile, del fruibile in un ordine affatto semplice, e tuttavia gradualmente evidente a chi si ponga in ascolto con cuore aperto, perché fondato su fenomeni di vita, e non su astrazioni teoriche. Più di sempre, stavolta Loiacono ha raccolto il seminato del mattino e le necessità emotive della sala…in una teoria di pregio. A partire dal senso del termine ‘tradimento’: da tradere, trans-dare, il termine significa consegnare, porgere, affidare, dare qualcosa aldilà, cioè a qualcosa a cui in origine non appartiene. Ma trans-dare significa anche insegnare. Come a dire che ogni tradimento insegna qualcosa? Può sembrare banale, eppure il cuore della teoria proposta sarà proprio questo: il tradimento vissuto come esperienza di crescita. Ma come? Ciascuno di noi l’ha vissuto…e cosa altro vederci se non delusione, rabbia e dolore? 

Per sostanziare la teoria del tradimento come esperienza ‘formativa’ Loiacono utilizza alcune unità didattiche (strumenti teorici che ha ideato nel tempo come modalità sintetiche per parlare della vita). Per illustrare la teoria di oggi quella fondamentale è il Quadrangolare, che commenta approfonditamente.

L’angolo α  (alfa) rappresenta l’identità, le regole (la nostra parte maschile), in generale quel meccanismo che ci permette di stare dentro , dentro alla storia, dentro al territorio. È prezioso perché dà stabilità, tuttavia da solo non basta a ‘viaggiare’ (ossia vivere dinamicamente le esperienze della propria vita in direzione della propria crescita e con l’obbiettivo di recuperare la propria interezza, che è lo stato di salute). Quando l’angolo α  è univoco e totalizzante l’individuo si ferma, la sua vita si ferma. Per creare condizioni di dinamicità – una sorta di vento che sospinge – devono essere attivi altri tre angoli, che insieme formano quello che definiamo il ‘triangolo del cambiamento’, appunto per la loro caratteristica di consentire il movimento. L’angolo β (beta) rappresenta la scoperta dell’altro e la rielaborazione del nuovo e consente di fruire della molteplicità dell’esperienza. L’angolo γ (gamma) è quello della sperimentazione, che si può di per sé già considerare una sorta di tradimento, se lo si intende come un portare cose nuove nella propria vita e dunque un sovvertire un ordine precedente che viene ‘tradito’. L’angolo gamma per questa ragione può creare confusione, tuttavia ha un grande valore se lo concepiamo come una gravidanza che finisce per partorire l’angolo π , l’esito di apertura e scambio con l’esterno.

Se usassimo ordinariamente tutti gli angoli non avremmo bisogno del tradimento (come comunemente lo si intende).

Quest’ultimo costituiva, e costituisce tuttora, uno strumento di fuga dalla realtà quando essa si rivelava (si rivela) statica, ripetitiva e limitante. La staticità e la ripetitività limitante erano elementi caratteristici della cultura del villaggio-mondo, che si fondava sulle certezze garantite da una serie di angoli α che garantiva un ordine sociale il cui valore era proprio la stabilità prevedibile, individuabile, ma anche asfissiante.

Se ordinariamente consegnassimo il nostro disappunto al diretto destinatario, il marito, la moglie, l’ambiente di lavoro, si attiverebbe il triangolo del cambiamento che, sovvertendo l’ordine precedente, certamente verrebbe considerato portatore di caos; tuttavia genererebbe correnti salutari nelle relazioni ponendo il negativo e il positivo in dinamica perenne. Il nuovo turberebbe solo temporaneamente l’ordine precedente, per poi essere inglobato e messo in dinamica con il negativo.

Quando invece l’angolo alfa dell’ordine preesistente è visto come ‘il tutto’ esso non è più in grado di beneficiare del movimento interno a noi stessi; in altre parole il maschile non riesce più ad essere accompagnato dal femminile e a produrre la gestazione di un nuovo ordine più soddisfacente

Non riuscire ad utilizzare i tre angoli insieme (che sono complementari, cioè ‘formano il pieno’) significa non mettere in movimento di crescita la nostra parte maschile e femminile, e finire in una condizione di stallo che, priva di risorse interne, tende ad attivare quei meccanismi di fuga verso l’esterno ai quali finiamo per consegnarci… tradendosi e tradendo

Dunque il tradimento è verso se stessi, incapaci di gestire il cambiamento, che pur è nell’ordine stesso della vita. Tradiamo noi stessi quando usciamo fuori da noi stessi e ci consegniamo ad altri.
Il tradimento, come il meccanismo del cambiamento attivato dal triangolo di cui si è detto, riguarda la nostra vita a vari livelli. La PIRAMIDE delle relazioni che ciascuno intrattiene, basata sul rapporto con noi stessi e poi costruita verticalmente sui rapporti forti, sul rapporto con i gruppi e con il globale massimo che dà senso alla nostra esistenza, illustra i livelli sui quali si riflette il tradimento verso se stessi, ma anche i livelli che a poco a poco beneficiano della nostra capacità di attivare il triangolo del cambiamento mettendo in dinamica i meccanismi che governano il nostro femminile e il nostro maschile.


Poiché tradire è sovvertire un ordine, esso procura dolore, perché stravolge i codici profondi della nostra vita e obbliga ad attraversare un tunnel attraverso il quale si deve ri-dimensionare il proprio angolo alfa.

Doloroso in tutti i casi, il tradimento non è tuttavia distruttivo in tutti i casi. Quando un angolo alfa, un’identità diventa troppo forte al punto di diventare fissa e univoca, il cambiamento di quell’angolo alfa può essere indotto da altre persone che, tradendoci, ci accompagnano a trovare altre dimensioni e altre identità nella nostra vita.

È questo il tradimento che fa crescere. Chi lo attiva lo fa consapevolmente e con amore. Chi lo subisce tuttavia inizialmente non è in grado di comprendere e tende a comportarsi mantenendosi saldo nel proprio angolo alfa: scappando o anche desiderando di eliminare colui che l’ha procurato.

Loiacono ricorda quali emozioni attraversano coloro che si dedicano univocamente a una identità che improvvisamente viene tradita (non riconosciuta): desiderio, delusione e dolore. Un percorso a tre D che tuttavia non conviene evitare, perché esso rappresenta un check up delle nostre parti mancanti. E questo è un beneficio del tradimento di non poco conto.

Come suo costume, il Dott. Loiacono passa poi alla fase applicativa della teoria proposta e coinvolge alcune persone che hanno vissuto recentemente una storia di tradimento invitando i presenti a osservare i fatti e le posizioni di ciascuna secondo una logica di armonizzazione degli opposti, in cui il maschile della rigidità e del giudizio venisse accolto e contaminato dall’inedito femminile, che osa, si affida al corso della vita, porta avanti la gestazione del nuovo, sa far crescere, crea discendenza ed è cosciente che i meccanismi del maschile sono una parte del globale della vita.

Giovanna M.



2 Commenti

  1. Giusy

    Ti tingrazio, Giovanna, anche per la sintesi della teoria che ha fatto Mariano di pomeriggio. Leggendo il tuo post e ricordandomi del'applicazione fatta in diretta ho capito meglio il valore del tradimento. Spero che soprattutto noi donne miglioriamo in questa consapevolezza che il Convegno ci ha regalato.
    Giusy

  2. Giuseppe

    Non ci sono stato ma questo Post mi ha fatto gustare l'interessante teoria che è stata fatta. Certo che questi temi meriterebbero più tempo da parte nostra anche per miglioraremla vita che facciamo e che non va bene per niente.
    Ringrazio Giovanna per questa bella sintesi. DAVVERO SONO EVENTI A CUI PARTECIPARE. Spero per il prossimo anno. A proposito, dove si fa la fesra del 2013?

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