Cesenatico (FC), mercoledì 25 aprile 2012. CORSO APPROCCIO GLOBALE ALL’ADOLESCENZA. Prima giornata
L’inizio del corso è stato preceduto come ormai consuetudine dalla fase dell’accoglienza dei numerosi partecipanti provenienti da svariate regioni italiane, confluiti per questo che si configura come l’ultimo dei tre appuntamenti dell’“Aprile romagnolo”.
Alcuni partecipanti alla Settimana intensiva appena conclusasi sono poi stati invitati dal Dr. Loiacono a presentarsi, commentando l’esperienza effettuata. In seguito, altri sono stati invitati a presentare le loro motivazioni rispetto alla partecipazione al corso.
La giornata di oggi, 25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo, è stata innanzitutto l’occasione per riflettere sul significato delle feste istituzionali e sulla possibilità di trasformarle in qualcosa di più vicino alla nostra vita: a ben vedere noi stessi abbiamo lasciato che i nostri ‘territori interiori’ fossero colonizzati e questo corso vuole essere proprio l’inizio di un processo di liberazione da ciò che ci tiene prigionieri.
L’adolescenza è infatti caratterizzata da una poderosa forza di liberazione che irrompe nella nostra vita riportandovi il senso del viaggio; l’adolescente non si stanca mai, a costo di sfiancarsi, di sperimentare per transitare oltre una realta’ statica.
Ma cosa aspettarsi da questo corso?
Non certamente un corso nozionistico che identifichi l’adolescenza con una fase anagraficamente ben definita della nostra vita, bensì come un aiuto a riconoscere un meccanismo di transizione presente ad ogni età.
Per prima cosa sarà necessario quindi risvegliarsi dalla fase del sonno-sogno e rivolgerci coraggiosamente alla realtà, con un lavoro profondo o ‘speleologico’ che ci riporti a visitare i cadaveri lasciati dalle nostre adolescenze non accompagnate.
Vivere cioè il corso pronti alla ‘crisi’, a rompere con i vecchi equilibri, immergendoci in modo intensivo ed emotivo, con continuità, distinguendoci dalla propria storia, disposti ad attraversare lo sballo e la crisi d’astinenza che ne deriveranno.
Il Dr. Loiacono durante la mattinata di volta in volta richiede l’intervento ed i commenti delle due vallette speciali del corso, Giovanna e Meris, scelte in virtù delle loro doti ed intuito particolari.
Dopo la pausa pranzo una dinamica con Ruggero è spunto per teorizzare, a partire dall’unità didattica dell’”Iceberg“, sui quattro livelli indispensabili per stare in salute e su quale sia l’origine delle cosiddette “psicosi”.
Per la povertà nei livelli piu profondi (l’oscurità misteriosa o livello metastorico, quello delle emozioni o di ciò che di piu specifico si muove da noi e quello analogico, del corpo o relazionale), il cosiddetto psicotico si rinchiude nel codice simbolico, pur essendo questo soltanto l’8% emergente di ognuno di noi.
Tuttavia con il passare del tempo, il caos dovuto alle mancanze nei livelli inferiori, con la forza di un drago, romperà la membrana etnoculturale di delimitazione ed irromperà con attacchi di panico, ansia ed ossessività arrivando poi a far ipotecare la stessa razionalità. Questo farà emergere quei sintomi riconosciuti dalla psichiatria come tipici di una ‘dementia precox’ o di una mente scissa (schizofrenia).
Per quanto difficile quindi la strada da percorrere è proprio quella proposta nel corso, cioè quella di togliere i veli alla realtà (aletheia) e cominciare con coraggio a sanare in profondita’ senza spaventarsi.
Quali saranno i livelli di sapere o strumenti di cui ci si avvarrà durante il corso?
Il primo, il livello razionale, la parola, espressione di un sapere profondo; quindi quello relazionale o di membrana, che utilizzera’ metafore e sapere mitopoietico, il piu’ antico di una collettività.
Poi quello emozionale derivato da ognuno di noi e dalle dinamiche metastoriche.
Infine il livello metastorico o ontologico o archetipico, esprimibile solo con poesie o ipotesi.
Queste poesie sono le sette corde della chitarra didattica globale, o 7 unità didattiche (Graal delle Profondità, la Piramide del Sarvas, la Homelife, il Quadrangolare, Il Crossingover, il Cummunitometro, l’Unità di Crisi) che rappresentano il torace ed il collo (tenuto conto dell’etimologia greca della parola ‘chitarra’) di un organismo la cui testa è costituita dall’Epistemologia Globale e dal Quadrimensionalismo ed i cui arti sono rappresentati dal Progetto Nuova Specie, arti che servono per tradurre in realtà la teoria per cambiare la vita e far nascere nel concreto qualcosa di inedito.
La prima metafora utilizzata nel corso è quella del fiume, dove l’adolescenza rappresenta il lasciare la sponda infantile per attraversare le acque ed arrivare ‘ad olos’ (adultità) cioè ad una maggiore interezza.
Ma non si può parlare di adolescenza senza ricordare che per quanto in mutamento antropologico, siamo ancora tutti figli del villaggio mondo, etnocultura che faceva della staticità il proprio imprinting e pertanto negava la possibilità di una vera transizione.
Ma lo star male, il disagio appunto, oltre all’attrazione stessa verso l’adultità spingeranno nella direzione centrifuga, cioe’ quella della transizione, e la faccia di Giano tenderà a rivolgersi in avanti tanto più quanto più si sapranno utilizzare le sette corde della chitarra didattica globale, senza cedere alla nostalgia.
Grazie ai pali presenti appena fuori dall’albergo Rachele ci ha coinvolto in una performance di Pole Dance da lei magistralmente eseguita con ironia e sensualità. Tanti sono stati gli aspiranti ballerini: Mariano, Gioele, Cristian, Monica, Meris e Giovanna.
Paola e Marta