CMS (FG), venerdì 3 febbraio 2012. CORSO DI EPISTEMOLOGIA GLOBALE. Prima settimana. Quinto giorno.
E fu sera e fu neve. Siamo così giunti all’ultimo giorno del corso di “Epistemologia globale e Dinamiche di Vita” con la benedizione della neve caduta nel corso della notte. Mariano riprendendo la cultura sapienziale, ci invita infatti a riflettere sul detto “sotto la neve c’è il pane”: se l’acqua può risultare dannosa generando inondazioni e frane, la neve si scioglie gradualmente permettendo al terreno di assorbirla tutta. Partendo quindi da una lettera di Ermanna che mette in dinamica gli opposti “luce del disagio-ombre della normalità”, la profezia Maya sulla fine del mondo viene interpretata da un punto di vista più globale anche attraverso le parole del guru indiano Sai Baba: “la consapevolezza collettiva che caratterizza questo particolare momento storico permette di vedere ciò che è rimasto invisibile per molto tempo e prelude la possibilità di un salto evolutivo contraddistinto da un punto di vista più globale”.
Prosegue la crescita di Mina e del piccolo Nicola: Giovanni riferisce della dinamica intercorsa tra madre e figlio, riconoscendo nella moglie la capacità di essersi relazionata con il figlio utilizzando codici più profondi, grazie al percorso di distinzione intrapreso questa settimana.
Riprende quindi il nostro viaggio nell’Ontologico che ci permette di entrare a conoscenza del terzo attore: lo Spirito, indispensabile a mettere in relazione e ad includere in un Globale Massimo il Padre, identità psicotica e il Figlio, unità globalizzante. Lo Spirito è la parte più sacra, più vicina alla Metastoria, tendente alla fusionalità; esso rappresenta il soffio (spiritus) che spinge in avanti e consente il cammino. Esso può essere paragonato alla fecondazione in cui ovulo e spermatozoo si uniscono, le linee germinali materna e paterna scompaiono per dare vita a qualcosa di completamente nuovo. Questo millennio è carente di Spirito: il mondo statico da cui veniamo non aveva bisogno di cambiamenti perché viveva di identità psicotiche che come dei solchi delimitavano la vita di ognuno.
Lo Spirito permette la Trasfigurazione, di uscire dagli opposti per creare una nuova identità e di diventare un nuovo Globale incluso ovvero un nuovo Globale massimo inedito, cioè mai comparso nella storia. Quando avviene la trasfigurazione il cambiamento è visibile agli altri senza bisogno di parole.
Le strategie relazionali sono la chiave del Metodo, in mancanza delle quali ci sarà solo uno scontro tra identità psicotiche. La povertà di strategie relazionali è espresso dalla nostalgia (dolore per la casa) che fa da forza centripeta e fa tornare il Figlio verso il Padre impedendo di fare concretamente cambiamenti.
Lo Spirito non si vede e non si conosce, aleggia sulle acque ovvero rimane ai margini del caos, non si immerge ma nemmeno fugge ed è così che ha inizio la creazione. Affinché nasca un nuovo Globale Massimo non ci sono ricette: bisogna articolare e intrecciare in modo creativo. È necessario immergersi nell’evento vivo e reale. Per poter realizzare un cambiamento concreto attraverso una profonda interazione occorre scendere in trincea, battezzarsi. Bisogna quindi separarsi dalle identità psicotiche chiuse e riattivare le proprie strategie relazionali avvalendosi di una epistemologia adatta ed affidarsi, abbandonarsi al viaggio sostenuto dall’Ontologico in cui il punto di arrivo non è ancora visto né saputo.
Mariano ci invita quindi ad affidarci alla Metastoria e ad avvalerci dell’avverbio “ancora” come espressione della fiducia nel Globale che c’è ma “ancora” non vediamo e non sappiamo, e ad affidarci al cammino della vita come viandanti e non come viaggiatori.
Operativamente è richiesta la Coscienza del tutto; lo Spirito ha il desiderio di esprimere pienamente il suo Ontologico, vive di quello che fa ed ha consapevolezza dell’Uno-Trino che è presente solo in parte nel processo storico in corso. Lo Spirito crea attraverso l’ascolto, la tolleranza, la flessibilità e la soddisfazione delle esigenze che preludono all’inclusione e promuove un crossing-over, uno scambio profondo tra le parti. È come un esodo nella nebbia in cui fatto un passo ne vedremo sicuramente un altro e in cui ci sperimentiamo di volta in volta partendo dall’esistente e dalle sue reali caratteristiche. Siamo noi i responsabili della Creazione, processo infinito; se questo non avviene ripeteremo un susseguirsi di cicli chiusi all’Ontologico.
Mariano quindi propone un interpretazione “blasfema” dell’Uno-Trino: Nietzsche in Così parlò Zarathustra presenta le tre metamorfosi dello Spirito che diventa Cammello, Leone e Fanciullo.
Il primo vive gravandosi di pesi da lui stesso procurati, all’insegna del TU DEVI. Nel deserto che ha creato intorno a sé ha luogo la seconda metamorfosi: il Leone che combatte con il drago del TU DEVI, contrapponendovi l’IO VOGLIO, il desidero e il piacere, predando così il diritto per valori nuovi e la libertà per un NO sacro verso il dovere. Il Leone rapace diventa quindi Fanciullo, espressione di innocenza ed oblio; questo affronta le cose direttamente ed è una ruota ruotante da sola, autoreferenziale, che esprime la propria specificità e che innocente, perduto per il mondo, conquista per sé il suo mondo.
Al termine Mariano ci invita, in vista della seconda parte del Corso, a scrivere la Filogenesi delle Tre Epistemologie che hanno influenzato la vita di ciascuno di noi e a cercare di leggere, alla luce di una Epistemologia Globale, la novella “Il treno ha fischiato” di Luigi Pirandello.
1 Commento/i
Nicoletta
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che si sono cimentati nel fare i post e alla nostra cara Cindy che ci regala questi resoconti meravigliosi che a me hanno permesso di seguirvi rispolverando le mie conoscenze in relazione a ciò che adesso sono, grazie e una buana sedimentazione di questa settimana in profondità a tutti i partecipanti.