Cesena, venerdì 10 febbraio 2012. MARIA GRAZIA RICORDA DON AGOSTINO.
DON AGOSTINO:
RICORDI DI
MARIA GRAZIA
E
POESIA
DEL CARO DON
Care Cindy e Benedetta,
vi invio in allegato la poesia che ha scritto Don
agostino e che è stata letta ai suoi funerali ieri pomeriggio. Mi farebbe piacere che la pubblicaste sul Blog e nel prossimo numero di “Limax”.
agostino e che è stata letta ai suoi funerali ieri pomeriggio. Mi farebbe piacere che la pubblicaste sul Blog e nel prossimo numero di “Limax”.
Ecco il testo della poesia scritta Don Agostino e letta ieri al termine del rito funebre che in tanti hanno richiesto:
LE STAGIONI DELLA VITA
“Un tempo volevo che fosse sempre estate
stagione del sole e del raccolto
colori, profume e sapori
di frutti d’ogni specie,
ti pare di saziare cosi
il tuo bisogno di vita,
e proprio nulla ti manca
se puoi anche estinguere l’arsura
all’acqua di una limpida sorgente.
Ma come puoi attendere o pretendere
la pienezza di vita dell’estate
se non hai saputo entrare
con fiducia nell’autunno,
mantenere viva la speranza
nel gelo dell’inverno,
e coltivare la gioia dell’attesa
allo sbocciare della primavera?
Ora io amo anche l’autunno:
c’è sempre qualcosa di vecchio ormai
che devo lasciare cadere;
è tempo che mi lasci spogliare
di ciò che non mi da più respiro,
passi il vento della delusione
e si porti via le foglie avvizzite
di quei sogni
che ormai non si realizzeranno più;
so che è bello imparare a gustare
i severi colori dell’autunno
e la dolcezza dei suoi notalgici tramonti…
e proprio per questo
voglio continuare a vivere
e non mi pesa più di tanto
dissodare la terra brulla
del mio spirito
e poi tornare a seminare e piantare.
Io amo l’inverno
con le nebbie, la neve e il gelo:
non posso vedere sempre chiaro
mi fermo, rifletto
imparo a camminare adagio,
a vedere solo col sentire,
imparo a non far niente,
a soffrire e piangere
e un pò anche a morire…
perchè so che la vita si prepara
a riemergere in me
sempre più vera e forte.
Io amo la primavera
perchè torna puntuale a darmi ragione:
riappare il verde dell’erba e del grano
allo sciogliersi dell’ultima neve;
sono come un risveglio di sogno
le prime tiepide giornate di sole,
vedo i fiori nuovi del mandorlo e del pesco
allora anch’io lascio il freddo
e l’aridità della mia solitudine
e sento la presenza di Dio e degli altri
che sono ancora con me;
tutto mi chiama ogni giorno
a ricominciare ad amare
e la mia anima si riempie di pace,
perchè ora io so
che l’estate è davvero vicina”.
Don Agostino Grassi
Don Agostino è stato un
prete, un uomo e per me un nonno caro. Ho trascorso con lui i
primissimi anni della vita, quando iniziava la sua comunità di
accoglienza “Grazia e Pace”, insieme ai miei genitori.
prete, un uomo e per me un nonno caro. Ho trascorso con lui i
primissimi anni della vita, quando iniziava la sua comunità di
accoglienza “Grazia e Pace”, insieme ai miei genitori.
Di
quella esperienza loro io porto le tracce scritte dentro di me e nel
mio stesso nome, che anche tu hai pensato per me. Da te, caro Don, ho
imparato tante cose, la tua profondità, la tua voglia di fare, la sua
caparbietà, la generosità verso gli ultimi e le tue fragilità sono
cresciute con me e la mia famiglia. Era un uomo, uno fra gli uomini e
questo forse lo capito solo crescendo. Ti ricordo con me quando imparavo a
pedalare su quella prima biciclettina che mi avevi regalato e ti
ricordo quando piccolissima ti domandavo perché a Natale facciamo più
festa che a Pasqua… ricordi mi hai risposto nell’Omelia. Sono felice
di averti visto più spesso dall’estate scorsa e vederti al Convegno della
nostra Associazione di volontariato mi ha riempito di gioia, so che tu
hai sempre colto il valore della gratuità e della fratellanza e di
questo sei stato un grande maestro.
quella esperienza loro io porto le tracce scritte dentro di me e nel
mio stesso nome, che anche tu hai pensato per me. Da te, caro Don, ho
imparato tante cose, la tua profondità, la tua voglia di fare, la sua
caparbietà, la generosità verso gli ultimi e le tue fragilità sono
cresciute con me e la mia famiglia. Era un uomo, uno fra gli uomini e
questo forse lo capito solo crescendo. Ti ricordo con me quando imparavo a
pedalare su quella prima biciclettina che mi avevi regalato e ti
ricordo quando piccolissima ti domandavo perché a Natale facciamo più
festa che a Pasqua… ricordi mi hai risposto nell’Omelia. Sono felice
di averti visto più spesso dall’estate scorsa e vederti al Convegno della
nostra Associazione di volontariato mi ha riempito di gioia, so che tu
hai sempre colto il valore della gratuità e della fratellanza e di
questo sei stato un grande maestro.
Sento profondamente di
celebrare la tua vita e fare festa per la grazia che mi hai lasciato,
farlo in questo momento così importante del tuo cammino di spirito è
forse il modo migliore per ricordarti e per farmi sentire più vicina a te nella fede.
Ti voglio bene, caro Don.
celebrare la tua vita e fare festa per la grazia che mi hai lasciato,
farlo in questo momento così importante del tuo cammino di spirito è
forse il modo migliore per ricordarti e per farmi sentire più vicina a te nella fede.
Ti voglio bene, caro Don.
Ti porterò sempre nel cuore,
la tua Maria
3 Commenti
Eka
… ehi Fatina Graziata… finalmente aggiungo un pezzo ai colori della tua prima stanza di Urbino, e allo spirito a cui cercavi di consegnare le cose… e le persone… compresa me… Eka
amelia
Una preghiera che sintetizza il communitometro in maniera semplice e delle vita e delle emozioni di una esistenza che pesca nelle sue profondità. Amelia
sabrina
bellissima la poesia! penso che sia bello diffonferla. la insegnerò ai miei bambini a scuola come preghiera di nuova specie. un bacio sabrina