San Miniato (PI), mercoledì 21 dicembre 2011. RIFLESSIONI E IMPRESSIONI SUL RITO DEI POPOLI DELLE TERRE DANZANTI.






FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono

RIFLESSIONI E 

IMPRESSIONI SUL RITO
DEI POPOLI DELLE TERRE DANZANTI

Ciao a tutti voi che leggete questo post. Sono Paride e scrivo le mie impressioni sul rito che si è tenuto a Cesenatico nella mattina di mercoledì: come dire, essendo stato io il conduttore, nonché ideatore del rito, me la canto e me la suono da solo, un po’ com’è nel mio stile. Nel post della giornata di mercoledì il rito è già stato decritto, quindi io cercherò di raccontarlo da un altro punto di vista.

Sono diventato padre da undici mesi di uno splendido bambino: Leandro, e proprio giocando con lui un giorno, il film di come sarebbe stato il rito mi è apparso in mente. Da un po’ di tempo avevo ricevuto l’incarico di condurlo e fidandomi della metastoria sentivo che l’idea giusta sarebbe arrivata e così è stato: ora si trattava di scomporre il film che avevo visto nelle singole scene che poi sarebbero dovute essere ricollegate tenendo conto che la mente è in grado di immaginare benissimo con dovizia di particolari, ma poi bisogna tornare alla realtà della sala dove si sarebbe svolto, tenere conto delle persone che avrebbero partecipato e soprattutto cercare di prevedere che il mio film poteva venire stravolto in qualsiasi momento dai partecipanti con le loro personali reazioni alle cose proposte, con le loro resistenze al solo sentire pronunciare la parola rito e tante altre variabili che sarebbero potute intervenire.

Aggiungo a queste difficoltà il fatto che quei giorni non erano per me giorni tranquilli, anzi, erano proprio burrascosi, infatti proprio il giorno che il film si è presentato alla mia mente, è stato anche il giorno dello scoppio tra me e Rosa, la mia compagna: booooooom. Dopo lo scoppio, del quale non parlerò qui, 
sono andato via di casa accolto dalla rete del Metodo prima nelle Marche e poi in Veneto a casa Citton-Tres in compagnia di Mariano che si era offerto di portarmi con lui proprio in Veneto. Magari vi starete chiedendo che cosa centra tutto ciò con il rito e stai pensando che sto girando a vuoto, ma quello che sto cercando di comunicare è che il rito me lo sono vissuto io sulla mia pelle proprio mentre ideavo quello che avrei proposto: chiaro? Forse ancora no, allora cercherò di essere più preciso.

Il contenitore o struttura che avevo pensato e che poi ho effettivamente messo in atto è stato un viaggio attraverso le tre fasi principali della vita: bambino, adolescente e adulto e caso o metastoria ha voluto che sono partito da mio figlio in una giornata che era stata spensierata e piena di gioia per passare nel giro di pochissimo tempo nell’adolescenza, palesatasi nello scontro-scoppio con Rosa e continuata nel viaggio intrapreso verso Ancona prima e Romano D’Ezzelino poi e combattendo con forze e pensieri contrastanti: ora vedevo tutto nero e un minuto dopo tutto a colori. Mano a mano che passava il tempo sentivo che comunque ce la stavo facendo, le forze positive stavano predominando e, se pur con qualche difficoltà, stavo approdando all’altra sponda, quella dell’adultità che si sarebbe dovuta concludere definitivamente proprio il giorno del rito anche se sapevo che altre sirene avrebbero provato a distogliermi da questo obiettivo, ma ora posso dire di avercela fatta e a dire il vero, anche molto bene.

Tornando al rito vero e proprio quello che voglio dire è che ho sì pensato una struttura che rappresenta però solo il famoso otto percento dell’iceberg che vediamo mentre il restante novantadue percento rimane sommerso. Non ho fatto emergere tutto quello che stava sotto, ma ho provato a confrontare le persone con le loro paure, con le loro resistenze, con i loro giudizi sugli altri ma soprattutto su se stessi cercando di rendere il tutto il più fluido e scorrevole possibile e quasi impercettibile a livello cosciente. Sono effettivamente successe tante cose che non racconterò perché un rito è sacro e come tale deve mantenere la sua parte di mistero sia per chi vi ha partecipato e per chi non era presente. Anche l’esperienza cosciente delle persone è probabilmente stata solo una parte dell’esperienza, ma tanti altri effetti continueranno a rendersi visibili per quanti hanno partecipato.  Una piccola cosa la voglio svelare, il giorno prima ho coinvolto tutti i conduttori del lunedì e martedì e anche gli organizzatori della Settimana intensiva perché avrebbero dovuto aiutarmi attivamente nella gestione del rito, ma quello che loro non sanno è che già quella riunione è stata un rito anche per loro, infatti anche lì sono emerse un po’ di paure e resistenze celate sotto forma di domande e dubbi che nella mia percezione erano difese resistenze a ciò che stavano ascoltando.

Credo che questo rito sia stato in assoluto quello, tra quelli da me condotti, che ha visto arrivare fino alla fine il maggior numero di persone. Questo fatto insieme ai pareri quasi solo positivi da parte dei partecipanti è per me la cartina di tornasole che conferma come in questo caso sia riuscito a separarmi dai miei vortici adolescenziali per mettere in campo le mie parti più adulte, cercando di includere, quanto più possibile, tutte le variabili che si sono presentate. Ho dovuto prendere delle decisioni sul momento che si sono rivelate essere giuste ed efficaci e, come l’etimologia della parola rito ci ricorda, tutto è scivolato via dolcemente per i partecipanti e anche per me. La scena finale, nella quale ho incluso tutti i bambini presenti alla Settimana intensiva non si può descrivere a parole, ma credetemi,  ha riempito il cuore di tutti e anche il mio. 

Paride G.

7 Commenti

  1. Anonimo

    grazie Paride per questo post mi fà percepire lo spirito vitale che ti accompagna e aleggia tra noi e ci avvicina alle profondità della nostra vita
    ancora grazie Ornella Dubbioso

  2. Angela

    Caro Paride complimenti! mi riempie di gioia quanto hai descritto e vissuto. Ti ho visto in piena crisi, quella sera ho percepito un Paride in crisi si …ma Paride consapevole e determinato a comprendere le difficoltà…Paride che va nell'adultità..Ti auguro un 2012 sereno e spirito creatore per te per Rosa e il piccolo Leandro. Un forte abbraccio e grazie!!per il tempo condiviso per me prezioso.

  3. PARIDE

    Grazie per i vostri commenti, mi fanno molto piacere. Un abbraccio, a presto, Paride.

  4. annamaria

    Ciao Paride io non ho vissuto il rito ma essendo stata presente nei giorni successivi ho ascoltato quanto sei "entrato" nelle persone presenti. In verità mi ha colpito molto anche il tuo rito personale con Rosa, e credo che proprio questa fase del tuo percorso verso l'adultità, la grande spinta di Leandro che lo vedo un pò il capitano della vostra nave, ti ha dato modo creare la magia di quel rito. Rispetto per te, Rosa e Leandro. Un abbraccio sincero

  5. nicoletta

    caro Paride sono contenta di questo post perchè mi ha dato la conferma che anche il rito muove ancora delle cose dentro di me, Moise e Malick.
    voglio ringraziarti ancora per aver percepito che il giorno del rito me lo dovevo vivere.
    sei una persona di pancia e ti auguro per il nuovo anno di condividere con le persone che vogliono bene alla tua vita maggiori momenti di pancia, un abbraccio forte e sereno

  6. Anonimo

    Grazie Filippo per le tue parole che mi fanno un gran bene all'anima. Purtroppo non si è mai profeti in patria infatti chi mi sta vicino non è in grado di vedere tutto questo e il rito continua anche ora. Un abbraccio e te e tutta la puglia. Paride

  7. filippo di altamura

    complimenti Paride per il "viaggio" che ci hai raccontato e per la forza che trasmetti con le parole…credo che mettere in pratica delle intuizioni non è facile e tu sei stato daverro bravo a superare tutte le difficoltà e a scendere nella pratica delle idee…sei un modello da seguire;-)…un abbraccio.

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