Romano D’Ezzelino (VI), giovedì 8 e venerdì 9 dicembre 2011. PROGETTO SPERIMENTALE IN ALTERNATIVA AL RICOVERO PSICHIATRICO. DUE GIORNATE DI STUDIO E APPROFONDIMENTO CON IL DR. LOIACONO.
Presidente: Dr. Mariano Loiacono
“TI RICOVERO A CASA MIA”
Il Monte Grappa:
l’ultimo baluardo
“Come il Monte Grappa, che sorveglia la pianura di Romano d’Ezzelino, è stato un baluardo contro l’invasore nella Prima Guerra Mondiale, così il progetto “Ti ricovero a casa mia”, sperimentato nel Veneto Veneto può rappresentare un baluardo per contrastare e fermare un approccio psichiatrico tradizionale fondato sulla chimica e sul ricovero coatto”.
A Romano d’Ezzelino (VI), l’8 e 9 dicembre 2011, si è svolto un seminario di studi sull’esperienza “Ti ricovero a casa mia” che la coppia Citton-Tres ha portato avanti ospitando in casa Francesco, un loro amico cosiddetto “psicotico”, da anni in cura con psicofarmaci e più volte ricoverato in ambiente psichiatrico.
L’incontro di giovedì 8 è stato riservato ai familiari di F. ed al gruppo che si era coinvolto attivamente nell’esperienza . La prima parte della mattinata è stata dedicata ad accogliere perplessità, dubbi e domande da parte dei familiari di F. e al racconto delle persone del gruppo che avevano partecipato al corso “Approccio globale all’adolescenza” di Albino e che avevano vissuto il nascere dello scoppio di F. Per spiegare meglio le fasi dello scoppio, il Dr. Mariano ha utilizzato le unità didattiche GRAAL DELLE PROFONDITA’ e CUM-MUNITOMETRO, in quanto tutte le persone che hanno incontrato F. prima di questa crisi gli hanno riconosciuto un grande razionale (F. è sempre stata una persona affidabile, responsabile, laboriosa, piena di interessi, comoda e funzionale a tutti…), ma pochi o nessuno erano riusciti ad entrare in contatto con la sua parte emotiva più profonda che manifestava e proteggeva con la sua riservatezza, sensibilità, rigidità (codice analogico) ed eccessiva generosità.
Attraverso le testimonianze di coloro che avevano condiviso con F. questi mesi di percorso all’interno del Metodo alla Salute e del gruppo di Romano d’Ezzelino, si è potuto ricostruire il cedimento e poi il crollo di questo castello razionale, avvenuto tra il corso “alla sessualità” di Asiago e quello “all’adolescenza” di Albino, traumaticamente accelerato dal tamponamento avvenuto durante il trasferimento in terra bergamasca.
Questo scoppio è stato accolto e accompagnato durante la settimana in Lombardia, poi il Dr. Loiacono ha ritenuto opportuno che F. non tornasse a casa in quelle condizioni perché nessuno sarebbe stato in grado di accompagnarlo ulteriormente e ne sarebbe sicuramente conseguito un ricovero al presidio psichiatrico. In questa fase inoltre era indispensabile cominciare a coinvolgere i familiari e prepararli ad affrontare il forte disagio di F. Il Dr. Mariano si è generosamente proposto di portarlo con sé ed il suo staff alla duegiorni di Senigallia dove è stato raggiunto dai due fratelli, dalla famiglia Citton/Tres e da altri componenti del Gruppo Veneto.
Anche il Pomeriggio letterario globale e la mattinata successiva sono state dedicate all’accompagnamento di F. e dei suoi familiari attraverso la fiaba yiddish “Il principe che si credeva un gallo” ed il commento globale da parte del Dr. Loiacono, al quale è seguita la proposta del progetto “Ti ricovero a casa mia”, sperimentazione unica in Italia e forse in Europa, accolta con grande generosità da parte della famiglia Citton/Tres.
Nel pomeriggio si è passati ad analizzare l’esperienza attraverso le testimonianze delle persone più coinvolte nel progetto ed il Dr. Mariano ha confrontato continuamente le differenze tra questo tipo di “ricovero” e quello tradizionale psichiatrico. La prima e principale differenza è stata quella di aver permesso a F. di conservare la propria libertà, non imprigionandolo con una camicia di forza chimica, permettendogli di sentire finalmente le emozioni profonde che mano a mano sgorgavano, di viverle e di esprimerle anche con i codici non verbali.
Fin dal primo momento gli psicofarmaci sono stati sostituiti da relazioni autentiche e varie con persone molteplici-ambiente-animali ecc. Potendo ascoltare le profonde esigenze e non essendo ingabbiati da una programmazione rigida come quella del presidio, si è potuto rispondere via via (kairòs) con risposte adeguate al momento. Il navigare a vista è stata la bussola della fam. Citton/Tres, che giorno-per-giorno, ora-per-ora, minuto-per-minuto ha seguito ed accompagnato i vari mutamenti che si susseguivano, imparando ad ascoltare/ascoltarsi e a mettere in atto strategie non pre-confezionate che man mano la vita presentava. Fondamentale è stata la decisione di fare un bilancio ogni sera con tutti gli attori di questo progetto, compreso F.: è stato un momento importantissimo per ricostruire la giornata, vederne i punti di forza ed i passi falsi e concordare una programmazione di massima del giorno successivo. Tutta la sperimentazione è stata seguita e supervisionata a distanza dal Dr. Loiacono, la cui esperienza quarantennale nel trattamento del disagio senza uso di psicofarmaci è preziosa e ancora unica.
Tutti i componenti della famiglia Citton/Tres, di quella di F. e le altre persone del gruppo sono stati attivi in questo processo: per molti era il primo approccio ad una persona così frantumata-stravagante-bambina, che fuori da questo contesto devoto sarebbe apparsa folle e spaventosa.
Un’altra differenza rispetto al ricovero in un presidio psichiatrico, dove i bambini vengono esclusi da ogni rapporto col “malato”, è che in questo caso i 6 nipotini di Nadia ed Isaia sono stati fondamentali nell’aiutare F. ad immergersi e a riappropriarsi della propria infanzia.
Grazie alle molte e diversificate dinamiche avvenute, F. ha avuto modo così di rientrare gradualmente dallo scoppio e di ritrovare un fragile equilibrio: il Dr. Loiacono ha paragonato il percorso di rigenerazione di F. alla veloce variabilità del tempo sul Monte Grappa, fatto di conquiste-nuvole-ricadute-sole-nebbia-confusione-pioggia-sereno. Inoltre ha associato il Monte Grappa, baluardo nella Prima Guerra Mondiale, al Gruppo alla Salute Veneto baluardo contro il disagio diffuso.
Il venerdì pomeriggio, presso la Sala delle Associazioni di Romano d’Ezzelino, si è svolto il seminario vero e proprio dedicato al progetto sperimentale “Ti ricovero a casa mia”, preceduto da una breve intervista al Dr. Loiacono da parte di una giornalista dell’emittente televisiva locale Rete Veneta.
Dando voce ai responsabili del progetto, Nadia e Isaia, e ad altre persone coinvolte attivamente, si racconta l’esperienza vissuta (ampiamente scritta nella giornata di ieri). Per evidenziare le differenze tra un approccio psichiatrico tradizionale rispetto a quanto sperimentato, il dottor Mariano ha utilizzato l’unità didattica dell’Iceberg nella quale si evidenzia che “ciò che si vede è solo l’8%”: in questo caso corrisponde ai sintomi ed è ciò che viene considerato e trattato con gli psicofarmaci dalla Psichiatria.
Il pubblico presente, composto prevalentemente da persone che stanno vivendo un disagio personale o di un familiare, ha seguito con molto interesse questa interpretazione del Dr. Loiacono e si è poi coinvolto con varie testimonianze dolorose di ricoveri psichiatrici e di forti trattamenti farmacologici, con esiti non soddisfacenti e spesso deleteri.