Ordona (FG), lunedì 7 novembre 2011. CERCHIO MAGICO… PUNTO DI ASCOLTO… GRUPPI ALLA SALUTE ALL’I. C. DON BOSCO!
FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
BILANCIO DEL PRIMO
GRUPPO ALLA SALUTE
ALL’I. C. “DON BOSCO”
DI ORDONA (FG)
I Gruppi alla Salute nella mia Scuola sono iniziati lunedì 7 novembre scorso. È stato faticoso partire. Ho fatto un lavoro di indagine il più possibile globale prima e poi ho dato il “via alle danze”. Credo di aver fatto un buon lavoro, insieme a Gianni, a mio marito Francesco e agli altri volontari dell’Associazione alla Salute di Foggia.
Sono intervenuti molti professori storici della mia scuola, l’Associazione “Womamam” con cui collaboro da alcuni mesi. La giornata è stata dedicata a G. mia amica da sempre anche se non ci conoscevamo. Sta lottando per continuare a vivere. Abbiamo spiegato alcune cose. Abbiamo dato via ai pensieri, alle comunicazioni. Sono del parere che i bambini ci devono stare solo se vogliono. Ma nella prima fase, come mi è stato detto in vari bilanci che mi sono giunti, molto spazio deve essere dato a loro.
Penso che gli errori commessi siano dovuti maggiormenti ai nostri limiti; abbiamo una istituzione che favorisce il nostro operato ma è totalmente diversa dal Centro di Medicina Sociale in cui ci formiamo. Prima di tutto il Centro ci tutela in quanto si tratta di un “contesto” devoto. Un contesto che favorisce l’intreccio e lo scambio. La Scuola è un “ambiente” di lavoro dove anche i minimi “intrecci” sono costruiti con fatica, con l’ascolto, con l’osare oltre i “confini”.
Portiamo Il Metodo fuori dalle mura del Centro il Metodo alla Salute come “antidoto” unico e inconfondibile. Ma il “Metodo alla Salute” è un’opportunità, è un’ipotesi, più lo vuoi far cogliere e più non si fa cogliere in quanto vive nell’aria, è spirito di vita. Non si può toccare, ma si può “sperimentare”. Non è riportando il Metodo (stesse parole, stessi gesti, stesse fasi) fuori dalle mura del CMS che si “porta fuori” il Metodo, ma mettendo fuori lo spirito della propria vita. Lì la gente sperimenta e, se vuole, segue.
Alla gente, a noi, non piacciono le confezioni sigillate, con le istruzioni. Non è così che si diventa “spiriti creatori”. Io non so la strada ma so che non è così. Come lo so? La teoria me lo insegna ogni giorno. Penetra in te quando è il tempo favorevole. Ti libera. È la stessa libertà che poi deve diventare prassi di vita, si trasforma nel tuo spirito, alle volte ti indica la strada.
Arrivederci al 25 novembre, speriamo più cresciuti nello spirito della vita!
Ci incontriamo il 18 novembre all’Associazione alla Salute di Foggia per “bilanciare, sondare, crescere, intrecciare”.
Sabrina Cela
2 Commenti
Amelia Cileo
Ciao Sabrina, è con grande fiducia che sento che se tu non avessi osato, travolto e sperimentato, almeno in una prima fase del tua iniziativa e grazie alle tue vertigini, nulla sarebbe nato all'esterno, se non ci fosse questa follia- forza della vita che spinge dove e quando e come vuole, perchè lo spirito non ha appartenenze, e se non ci fossero persone tanto libere in cuor proprio da dare ascolto almeno qualche volta alle proprie viscere… bè credo che potremmo anche suicidarci tutti… piuttosto che vivere come cadaveri puzzolenti asserviti al sociale! e tu non sei un cadavere, forse hai le vertigini ma sei viva! e questo lo hai fatto sperimentare ai tuoi bambini che hanno percepito di aver trovato almeno un contesto devoto che li ha saputi far sperimentare, inserire quindi nella loro memoria ancestrale più vera, anche questa esperienza di gioco e libertà! insieme nel profondo… Amelia
Gabriella N.
Cara Sabrina,
penso che l'umiltà e l'amore con cui conduci il tuo Punto di Ascolto ti permetterà di accompagnare i tuoi piccoli a diventare individui più interi di quanto non lo siamo stati noi. Ma hai colto anche uno dei punti più difficili da affrontare quando si opera al di fuori del CMS e, spesso, senza il sostegno di persone formate al Metodo: credere che ripetere "parole, gesti, fasi" sia sufficiente per spingere la gente a coinvolgersi e cambiare il più delle volte non funziona. Bisogna saper ascoltare lo stato quiete, soprattutto ciò che non si riesce a dire, farsi interpreti del dolore inespresso, accompagnare a intravvedere oltre il buio che spesso avvolge senza farsi prendere dalla fretta di bombardare e stravolgere … io credo che tu queste doti le hai, vai avanti con la memoria di ciò che indietro a te è servito per cambiare. Un forte abbraccio.