Albino (BG), mercoledì 2 novembre 2011. APPROCCIO GLOBALE ALL’ADOLESCENZA. Quinta giornata.
FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
APPROCCIO GLOBALE
ALL’ADOLESCENZA.
QUINTA GIORNATA.
Sottolineando come sia importante che il sabato sia per l’uomo e non l’uomo per il sabato, Mariano ha saputo cogliere i bisogni profondi di Francesco e partendo da quelli, intuire giorno dopo giorno le soluzioni per accompagnarlo nel suo percorso di crescita. Affidarsi alla metastoria è un po come camminare sulle acque, richiede coraggio (cuore) e di non avere paura.
Mariano lascia spazio a Bartolomeo per rispondere a Elisa, dando però poi importanza e priorità al rapporto genitore-figlio, quindi al lavoro da fare con Luigi e non come coppia.
Arriva il momento della consegna degli attestati ai corsisti, fatta da Rachele in quanto giovane rappresentante dell’Associazione alla Salute Lombardia. Ci gustiamo poi il video realizzato durante le giornate, un prezioso ricordo da portare ai famigliari che non hanno condiviso con noi questa esperienza.
Alla ripresa nel pomeriggio, Mariano introduce l’importanza della figura dell’ACCOMPAGNATORE, partendo dal racconto del rapporto con uno dei suoi accompagnatori più significativi, Padre Volpi. Le loro strade si erano divise nel 1966 e Mariano lo ha cercato e ritrovato dopo 43 anni, quando nel 2009 riesce a contattarlo e a vivere con lui una settimana intensiva. Gli accompagnatori normalmente non ce li scegliamo e ci possono fare bene o anche molto male. Ci vogliono capacità e competenza e rispondendo agli interventi dei corsisti, Mariano spiega che l’accompagnamento è come un utero e come un saggio che porta con se una persona e gli trasmette la sua saggezza. Una delle caratteristiche più importanti è quella che un accompagnatore non dovrebbe dire “dimmi tu…”, nel senso che un riferimento bisogna darlo. Si possono fare degli sbagli, ma bisogna saper trasmettere concretamente nei fatti. Non dovrebbe avere dinamiche sue aperte, bocche di vulcano che eruttano, perché altrimenti non è libero di ascoltare. Può accompagnare su parti sue che sono già cresciute e non scoperte. Dovrebbe già aver raggiunto delle parti adulte, e quindi non esercitare autorità solo perché gli viene da un ruolo. Non si può dare quello che non si ha e non si ha quello che non si è! Si trasmette l’essere. Un buon accompagnatore, lascia libero, non si può sostituire, può trasmettere la propria interpretazione su alcune esperienze, ma le lascia vivere. E’ importante sapersi raccontare partendo dal proprio vissuto con i propri limiti, fallimenti e insuccessi, farsi presenti con le proprie paure e di come si sono affrontate. I migliori genitori sono quelli pieni di ombre e che non hanno paura di raccontarsi, mentre quelli che si vantano solo di successi rendono i propri figli incapaci. Se noi siamo insicuri, abbiamo paura dell’insicurezza dei figli. Sarebbe buono che l’accompagnamento non venisse solo dal nucleo famigliare ma da una rete di relazioni profonde.
Applicando l’unità didattica della Homelife, Mariano spiega come è importante che un ACCOMPAGNATORE abbia un buon stato quiete più questo è ampio e allargato più saprà aspettare. Deve saper selezionare il bisogno. Molto importante è saper far festa, anche quando le condizioni non sono quelle che noi riteniamo le migliori, star bene per quello che di buono comunque c’è. Saper fare “e fu sera e fu mattina“, cioè la stanza da letto, sapersi togliere e lasciar fare, dire “figlio mio devi vedertela un po’ tu”, sapendosi ritagliare spazi propri anche per potersi ritemprare.
Un buon ACCOMPAGNATORE dovrebbe essere capace di vivere il circuito vita-morte, saper voler bene anche al negativo. La religione combatte il peccato, la filosofia combatte lo sbaglio e la scienza combatte il malato. Bisognerebbe cambiare queste vecchie epistemologie non rimanendo passivi davanti a sintomi evidenti, ma accogliendo e mettendo in dinamica il negativo che è parte integrante del ciclo vitale. Infine il buon accompagnatore non è uno che si sente arrivato, ma uno che continua lui stesso a farsi accompagnare. Fai senza fare, agisci senza agire, lascia che l’ordine esca da sé…
Buon viaggio a tutti,
Letizia