Foggia, mercoledì 12 ottobre 2011. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO FAAMA AL CMS DI FOGGIA.
INIZIA UN’AVVENTURA
DI NUOVA SPECIE
PER LUIGI,
AGLI ARCHI DI ANCONA,
CON SILVIO, MICHELA
E I LORO BAMBINI.
“COUP D’ENVOI” A FOGGIA,
IL GIORNO DELL’ANNIVERSARIO
DELLA SCOPERTA DELL’AMERICA.
Il 12 ottobre, in occasione dell’anniversario della scoperta delle Americhe, è stato presentato il progetto “FAAMA”, che consiste nella prima sperimentazione, diretta dal Dr. Mariano Loiacono, che prevede l’affidamento di Luigi alla nostra famiglia per la durata di un anno, con l’obiettivo di aiutare a crescere Luigi nell’espressione dei tre codici della vita: il codice biorganico, il codice analogico e il codice simbolico, senza l’utilizzo di psicofarmaci. Come il progetto “Rainbow”, il progetto “FAAMA” si pone come una ricerca all’avanguardia, nel panorama internazionale, per il trattamento delle cosiddette “situazioni psicotiche”.
Nella prima parte della giornata, Mariano ha introdotto il senso del progetto “FAAMA”. Ha iniziato spiegando il motivo di aver scelto di presentare il progetto nel giorno dell’anniversario della scoperta delle Americhe. Infatti, fino agli ultimi anni del 1400, si pensava che dopo la Spagna e il Marocco, verso l’Oceano Atlantico, non ci fosse nessuna terra e, per questo motivo, quelle coste venivano chiamate “colonne d’Ercole”, in quanto si pensava che il tratto di mare compreso tra quei confini non potesse essere attraversato. In questo senso, il progetto del “Metodo Alla Salute”, può essere riconosciuto come una importante e inedita sperimentazione che è andata oltre le “colonne d’Ercole” della psichiatria tradizionale, per la quale le cosiddette “psicosi” vengono interpretate come malattie croniche di origine genetica, curabili solo attraverso ricoveri e psicofarmaci.
Nello specifico, il progetto “FAAMA”, così come il progetto “Rainbow”, sono due progetti che si spingono ancora più avanti, nella ricerca per il trattamento per le situazioni cosiddette “psicotiche”. In realtà le “colonne d’Ercole” non esistono concretamente, ma sono solo dei confini che per paura non si attraversano. Infatti, quando Colombo le attraversò, con l’intento di trovare una nuova via per le Indie, scoprì il “nuovo mondo”. In questo senso la psichiatria tradizionale, nonostante l’intervento psicofarmacologico risulti fallimentare, si è fermata di fronte ai confini delle cosiddette “psicosi”, per paura di andare oltre i propri paradigmi, ritenuti assoluti.
Dopo questa introduzione io e Michela abbiamo fatto vedere le foto scattate in queste due settimane già trascorse con Luigi, attraverso le quali abbiamo potuto mostrare alcune dinamiche in cui Luigi è stato coinvolto, come le interazioni con i nostri figli o i lavori dentro la sua nuova casa presso il nostro quartiere degli “Archi”, che abbiamo deciso di chiamare, in accordo con Luigi, “La Fabella del Poeta”, in onore delle grandissime capacità poetiche di Luigi.
Poi Mariano ha ripreso la parola, illustrando le premesse teoriche del progetto “FAAMA” attraverso l’unità didattica del “Graal delle Profondità”. Mariano ha utilizzato l’unità didattica per applicarla a una situazione cosiddetta “psicotica”: iniziando dal livello inferiore del Graal, quello corrispondente al livello metastorico, ha specificato come il cosiddetto “psicotico” è, innanzi tutto, uno che non è stato riconosciuto nella sua specificità, in ciò che solo lui “è”. Il cosiddetto “psicotico”, quindi, è uno che si è dovuto negare il proprio codice biorganico o le proprie emozioni specifiche, mettendole in secondo piano nella relazione con altri codici biorganici, come per esempio quelli dei familiari. Passando al terzo livello del graal, quello del codice analogico, il cosiddetto “psicotico”, dovendo rinunciare ai bisogni del proprio codice biorganico, naturalmente rinuncia anche al proprio codice analogico o corrispondente, per interagire e confrontarsi con l’esterno. Il cosiddetto psicotico è, quindi, un soggetto che si mantiene sull’ultimo livello del Graal, quello del codice simbolico o delle rappresentazioni, senza utilizzare gli altri livelli del Graal, divenendo così come un attico sospeso nel vuoto. Il mondo di un cosiddetto “psicotico” è un mondo chiuso nelle rappresentazioni, nelle interpretazioni, nelle paure, mentre i piani più profondi sono inconsistenti. Naturalmente, il cosiddetto “psicotico”, non riuscendo a vivere armonicamente il codice biorganico e analogico, utilizza il codice delle rappresentazioni non per mettersi in relazione con l’esterno ma per controllare l’angoscia della perdita dei codici più profondi e dell’espressione del proprio livello metastorico, che non si esprimono più in maniera ascendente ma solo in funzione del codice simbolico. In questo senso, la modalità di utilizzare il codice simbolico può apparire delirante, in realtà è solo una soluzione poverissima e naturalissima, che si utilizza quando la propria vita si fonda su un attico (codice simbolico) non più collegato ai piani inferiori. Si arriva alla soluzione di una cosiddetta “psicosi” quando il proprio livello metastorico e i propri codici più profondi (biorganico e analogico), non sono stati riconosciuti e valorizzati dall’esterno.
La cosiddetta “psicosi” è quindi uno “stato quiete” che nega l’esterno, ma perché il proprio “stato quiete” non è mai stato ascoltato, quindi si adotta questa soluzione autarchica come unica soluzione, anche se poverissima, perché la si ritiene affidabile per la propria vita. Quando si arriva alla soluzione cosiddetta “psicotica”, non si tiene più conto dell’esterno perché si è persa la speranza che l’esterno ci possa riconoscere, per cui si mettono in crisi tutti gli obblighi-doveri e le funzioni-ruolo su cui è organizzata la realtà. E’ per questo che poi la psichiatria adotta come unico intervento quello farmacologico e dei ricoveri obbligatori, perché è l’unica modalità repressiva e più semplice di confrontarsi con un cosiddetto “psicotico”. Infatti, il cosiddetto “psicotico” ci costringe ad andare oltre le “colonne d’Ercole” dei nostri schemi culturali su cui si fonda la vita, ci costringe a contraddire l’ordine sul quale abbiamo fondato le nostre certezze per iniziare un viaggio nelle profondità caotiche della vita. Per questo Luigi è una benedizione per la mia vita e per la mia famiglia e per questo i cosiddetti “psicotici” sono una vera benedizione per la fase storica che stiamo vivendo; è attraverso i cosiddetti “psicotici” che sarà possibile scoprire un nuovo ordine più armonico e più rispettoso e devoto verso la profondità della vita.
Il progetto “FAAMA” è un tentativo di diventare una nuova famiglia biorganica per Luigi che non deve sostituire la famiglia d’origine, ma che lo accompagni a tornare ad abitare la sua casa metastorica (ciò che solo lui “è”, la sua specificità), perché ancora vive la sua famiglia biorganica di appartenenza come un vincolo all’espressione delle sue parti metastoriche. Se Luigi tornerà ad abitare la sua casa metastorica non subirà più la storia da cui è stato deluso e potrà ricominciare un percorso ascendente che lo riporti a riprendersi tutti i livelli del “Graal delle Profondità”. Il progetto è quindi un tentativo, attraverso una rete più stretta come quella familiare, di aiutare Luigi a riconoscere i propri bisogni (codice biorganico), ad esprimerli attraverso il proprio corpo, tenendo conto del territorio in cui è incluso (codice analogico) e a metterli in relazione ai simboli che si usano (codice simbolico).
Dopo avere espresso le premesse teoriche del progetto “FAAMA”, nelle quali ognuno si è potuto riconoscere, si è chiusa la prima parte della giornata, per poi iniziare, nel pomeriggio, la parte applicativa, e cioè di vedere come concretizzare la teoria nella prassi del progetto.
Mariano ha iniziato facendoci riconoscere come Luigi sia un adolescente che deve affrontare un rito di iniziazione per transitare alla vita adulta. Riprendendo la teoria di Van Gennep dei tre stadi necessari per compiere questo passaggio, l’ha applicata al “Graal delle Profondità”. Il primo stadio individuato da Van Gennep è quello della “separazione”, per cui il primo step nel quale Luigi dovrà essere accompagnato è quello di essere aiutato a separarsi da sua madre e anche da M., che nella sua storia hanno rappresentato relazioni significative ma anche confuse e confondenti. La fase della separazione può essere riconosciuta sopratutto nell’unità didattica dell’“Unità di Crisi”, per cui Luigi dopo essere stato spinto a separarsi da queste due donne, deve ora arrivare a “decidere”, che significa proprio tagliare un legame che fino a quel punto della nostra vita ci ha nutrito fino alle nostre parti più profonde.
Per fare bene questa fase è necessario innanzi tutto che non siano presenti le persone o le soluzioni dalle quali ci si deve separare; inoltre è fondamentale ricordare continuamente a chi deve separarsi, in questo caso Luigi, il positivo che potrà vivere se riuscirà ad andare oltre questo primo passaggio, accompagnandolo a viversi il suo dolore facendogli riconoscere ciò che ancora non vive e non si riconosce da solo. Per fare bene questa fase può essere importante anche raccontare le esperienze personali di quando si è affrontato lo stesso tipo di esperienza di dovere lasciare delle vecchie soluzioni per transitare a una fase diversa; così come è importante sapere alleggerire giocando e valorizzando ciò che già Luigi già esprime in modo positivo. Man mano che Luigi si separa, potrà entrare nella fase che Van Gennep chiama fase della “transizione”: cioè, io e Michela soprattutto dovremo sapere accompagnare Luigi a scucire e ricucire parti significative per ogni livello del “Graal delle Profondità”.
Per quanto riguarda il livello metastorico dovremo sapere valorizzare molto le sue capacità poetiche e, ad esempio, utilizzare “La Fabella del Poeta” come un cenacolo nel quale organizzare degli incontri di poesia aperti anche ad altri poeti. Inoltre potrebbe essere importante anche aiutare Luigi a riflettere sulla propria “spiritualità”, coinvolgendo figure religiose del nostro quartiere che lo potrebbero accompagnare; in questo senso si è messo in risalto l’importanza di riuscire anche ad inserire Luigi in un contesto più allargato come quello del quartiere degli Archi.
Riguardo al codice biorganico è importante accompagnare Luigi a dormire e mangiare con regolarità e a fargli vivere la possibilità di essere passivo come un neonato. Luigi mostra spontaneamente questo bisogno per cui potrebbe essere importante viversi il corpo anche nella nudità, per fargli sentire un corpo adulto che gli si dona mettendosi a sua disposizione, rassicurandolo nei suoi bisogni più profondi. In modo particolare sarebbe importante che Luigi si riprendesse una relazione con il corpo femminile, in quanto con sua madre non se lo è mai potuto permettere. In questo si potrebbe sfruttare il periodo di allattamento di Michela, accompagnando Luigi ad abbandonarsi alla possibilità di farsi allattare come un neonato. In questo senso sarebbe importante anche giocare il più possibile con il corpo, per preparare Luigi, a vivere un giorno la sessualità in modo adulto e paritario.
Riguardo al codice analogico, essendo il codice corrispondente a quello biorganico, è naturale che Luigi, man mano che sarà nutrito nei suoi bisogni bio organici, si riprenderà l’utilizzo del codice analogico o del corpo. Inoltre sarebbe importante che Luigi possa fare anche del movimento fisico, come per esempio venire nella palestra di pugilato dove andavo io, fare delle passeggiate, ballare la musica, aiutarlo con degli esercizi a ridurre le contrazioni del suo corpo che dipendono anche dalla aggressività che ancora controlla. E’ importante anche accompagnarlo alla propria igiene personale, come modalità per riprendersi il proprio corpo. Riguardo il codice simbolico non c’è da fare molto, in quanto l’utilizzo armonico di questo codice verrà di conseguenza in maniera ascendente, grazie alla crescita degli altri codici.
Dopo la parte applicativa, ognuno presente nel gruppo ha potuto fare le sue proposte aggiuntive, tra le quali la più importante è quella che sarà importante per Luigi sentirsi incluso nella rete dell’Associazione alla Salute Marche, potendo fare anche delle esperienze profonde insieme a piccoli gruppi, proprio nella sua Fabella.
Al termine della giornata io e Michela, che dovremmo essere gli accompagnatori di Luigi in questo rito di iniziazione, abbiamo espresso il nostro bilancio sulla giornata, facendo emergere come Mariano sia riuscito a farci riconoscere le prospettive in cui il progetto “FAAMA” potrà incarnarsi. Infine Mila ha espresso la sua volontà che questo progetto si realizzi, riconoscendo come sia necessaria questa separazione in quanto lei non sarebbe in grado di accompagnare Luigi nel riprendersi l’utilizzo dei propri codici vitali.
Ringrazio tanto Mariano che con amore ci ha accompagnato in questa giornata e ha creato i presupposti perché questo progetto potesse iniziare. Io mi sento come un innamorato che sta iniziando un’avventura importante, e sono felice che in questa avventura potrò godere della vicinanza di mia moglie Michela, dei miei figli e che potrò farla proprio con Luigi, con il quale in questi anni mi ero già legato. In modo particolare sono contento che in questa avventura potrò beneficiare della direzione di Mariano, del quale mi fido con tutto il mio cuore. Spero che il progetto “FAAMA” potrà diventa “faamoso” e segni un passaggio significativo nella storia della ricerca iniziata da Mariano, con il sogno di transitare verso una vita di nuova specie.
Silvio Boldrini
2 Commenti
sabrinaq
Bravi. Famiglia di Nuova Specie in esodo!
betta fenu
I miei piu' sinceri complimenti a Silvio e Michela..
Siete persone coraggiose, affidabili, in esodo con la vita…esempi concreti di spirito di nuova specie.
Avanti tutta!
Betta