Foggia, mercoledì 28 settembre 2011. DUEGIORNI DI BILANCI E PROSPETTIVE INERENTI IL CMS DI FOGGIA.
FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono
BILANCI E PROSPETTIVE
INERENTI IL CMS DI FOGGIA
La giornata si è aperta con i festeggiamenti per il compleanno di Vittoria. Molti sono stati i pensieri che le sono stati rivolti e che hanno evidenziato l’affetto che si è saputa conquistare presso i colleghi e le persone in trattamento. Sono stati sottolineati la sua capacità di accoglienza parimenti al suo rigore, puntualità e professionalità e la continua crescita che ha saputo mostrare anche in quest’ultimo anno segnato per lei da vicende familiari dolorose. L’ambiente di lavoro si è dimostrato per lei un luogo in cui condividere gioie e dolori con quella che lei stessa ha definito la propria vera famiglia. D’altro canto, ha sottolineato il Dr. Loiacono, così bisognerebbe immaginare ed organizzare gli ambienti di lavoro in una società evoluta, ambienti in cui sia possibile accogliere ed essere accolti per far uscire il meglio di sé.
Dopo aver spento le candeline e consumato torta e pasticcini, si sono aperti i lavori. E’ stata invitata al banco dei conduttori una madrina d’eccezione Pina P., che si è presentata dimostrando gratitudine e commozione per l’incarico assegnatole.
Si è passati quindi al primo punto in discussione, costituito da “primo accesso, gruppo contratti e conduzione nelle settimane ordinarie ed intensive”.
Nella discussione molta attenzione da parte dei partecipanti è stata posta al problema della scarsità dei conduttori, come sottolineato da Annamaria; è stata data importanza alla precisione e puntualità da parte dei conduttori stessi nel mantenere gli impegni presi, come sottolineato da molti e ripreso da Marilisa che ha posto in particolare il problema dell’affidabilità. Altri punti emersi riguardo alla conduzione dei gruppi sono stati:l’importanza di dare spazio a tutti, come sottolineato da Michele, anche alle persone nuove, che meno si mettono in evidenza o meno propense alle dinamiche e la necessità di dare più spazio alla teoria, che deve essere fatta da tutti anche da chi ha meno esperienza. Elisa poi ha posto il problema se sia giusto che i nuovi si fermino direttamente dopo la visita del martedì a completare la settimana ordinaria o sia meglio che tornino in una nuova occasione. Più persone hanno evidenziato l’importanza del bilancio dei conduttori del giovedì pomeriggio e la validità di quello della settimana, che si tiene il venerdì mattina. Rosa ha sottolineato l’importanza della rete anche per le persone che non alloggiano nelle domus; Dina ha suggerito che ai gruppi sia maggiormente presente il personale del centro. Da Vittoria è provenuto un richiamo alla puntualità rispetto all’orario di inizio dei gruppi anche da parte dei conduttori, al fatto che il personale del Centro non possa entrare solo per ‘dare un’occhiata’, all’importanza del bilancio giornaliero dei conduttori da effettuarsi dopo ogni gruppo. Il Dr. Chiariello ha sottolineato l’importanza che i conduttori ogni giorno si informino su quello che è avvenuto nei giorni precedenti e che nel gruppo venga dato spazio in ugual modo a persone nuove così come a persone presenti da più tempo, che alloggino o meno nelle domus. Si è conclusa così la mattinata e ci siamo avviati al pranzo allestito da volontari e personale delle domus.
Alla ripresa sono arrivate le conclusioni e le proposte del Dr. Loiacono che ha innanzitutto sottolineato come in merito alla rete ognuno dovrebbe proporre attivamente il proprio contributo e non, con meccanismo infantile, sempre aspettarsi qualcosa dall’esterno.
E’ necessario poi che alcune persone inizino a sperimentarsi nella conduzione anche come principianti: è il caso di Paola, Alberto, Nicola, Michele, Mirko; inoltre ai gruppi che si tenga ben presente l’importanza della teoria che deve essere iniziata alle ore 12, teoria che rappresenta un momento in cui si svelano i meccanismi della vita.
Per quanto riguarda i primi accessi già da ora entreranno in vigore SPA o “Settimane di Prima Accoglienza”, settimane ordinarie in cui verrà concentrata la presenza delle persone nuove al trattamento. Dovrà inoltre essere presa in considerazione la creazione di laboratori ad integrazione delle attività del mattino (almeno due volte alla settimana) in cui verranno svolte attività manuali.
Inoltre per quanto solo una questione semantica, poiché il termine “contratto” spaventa molti, esso dovrà essere sostituito da “valutazione trattamento”; quindi il “gruppo contratti” diventerà “gruppo valutazione trattamento”. Riguardo alla giornata dell’accoglienza, sarà importante il saper “accogliere”, come sottolineato già da Marinella, dilungandosi sulle caratteristiche del Metodo alla Salute e sulle sue origini piuttosto che sbilanciandosi in teorie sulle singole storie nuove; questo infatti potrebbe spaventare e demotivare persone ancora non preparate a questo.
Al termine di questa prima fase di bilancio è venuto un momento importante, condotto dal Dr. Loiacono, il momento di rivisitare la vicenda di Giovanna e Antonio, esitata nel ricovero della stessa Giovanna. E’ importante infatti dagli insuccessi trarre un’opportunità di crescita. Inoltre la figlia della signora ad un primo colloquio con il Dr. Loiacono si era dimostrata delusa e molto contrariata per la gestione effettuata anche in relazione alle dinamiche fisiche utilizzate.
La prima fase è stata quella della ricostruzione degli eventi. Si sono ascoltate le testimonianze delle persone allora presenti ai gruppi ed alla casa (domus), il contributo inviato via e-mail da Raffaele e quello telefonico di Letizia. E’ emerso che in una prima fase Giovanna ed Antonio avevano frequentato regolarmente i gruppi apparendo sempre molto concentrati, attenti e piuttosto silenziosi, salvo per la partecipazione di Antonio ad alcune dinamiche. I racconti effettuati avevano riguardato vicende relative alle famiglie d’origine. Molta attenzione era stata posta al problema dell’anziana madre di Giovanna e del carico costituito dalla necessità di accudimento della stessa in casa. Non erano emersi altri nodi profondi. I farmaci a Giovanna erano stati gradualmente scalati ed alla sospensione le era stato consigliato di trascorrere un periodo in una casa di accoglienza, cosa che lei aveva accettato.
Dopo una prima settimana trascorsa a Villa Terronia in modo tranquillo e senza eventi di rilievo, Giovanna aveva manifestato un cambiamento repentino. Infatti era molto agitata, provocatoria nei confronti delle persone presenti nella casa e difficilmente contenibile. Al termine della prima notte trascorsa insonne Giovanna aveva raccontato un evento profondamente drammatico, occorso parecchi anni prima e che aveva segnato profondamente la sua vita.
L’agitazione di Giovanna era andata in crescendo e tenuto conto anche della indisponibilità del marito Antonio a trasferirsi con lei a Villa Terronia, nei giorni successivi si era evidenziata l’impossibilità a proseguire il trattamento presso la casa stessa, anche tenuto conto della riduzione del personale volontario durante il fine settimana, cui era seguito il ricovero in un reparto psichiatrico.
Dopo la fase della ricostruzione degli eventi è seguita quella della teoria. Ascoltati i contributi di Angela, Antonietta, Michele, Annamaria, il Dr. Loiacono ci ha esposto la sua teoria dal titolo “Notte e giorno io penso a te”.
Alla base della cosiddetta sindrome psicotica o bipolare come si è verificato in Giovanna vi è un evento forte, un nodo profondo non rielaborato. Questa sacca di emozioni forti, dolore e rabbia si manifesta con una modalità “diurna” caratterizzata da iperattività ed una modalità notturna” caratterizzata da depressione. La persona non è più libera; tutta la sua vita, ed il suo pensiero sono condizionati da questo.
Una prima linea di interpretazione di quello che è successo a Giovanna è quella culturale-sociale, che prevede l’inquadramento dei fatti nell’ambito della cultura contadina, ancora fortemente presente nei piccoli paesi della nostra regione. In questo tipo di cultura il dolore deve essere “dignitoso”, quindi sostanzialmente nascosto, il negativo non deve emergere, pena conseguenze anche sui propri ruoli sociali e lavorativi. In questa storia emerge come la sofferenza riguardi sì l’evento, ma molto anche come sia stata gestita in un ambiente culturale di tipo contadino.
Il secondo filone di interpretazione riguarda quello che è stato fatto a Villa Terronia dove vanno evidenziati alcuni elementi: innanzitutto con le situazioni cosiddette “psicotiche gravi”, con pregressi ricoveri, vanno valutate molto attentamente considerando anche la possibilità di un inserimento nelle case prima della sospensione del farmaco, soprattutto quando il nucleo profondo di sofferenza non si sia ancora manifestato. Inoltre la presenza del familiare-accompagnatore è da ritenersi fondamentale. Se Antonio fosse stato presente, avrebbe potuto testimoniare dell’accaduto, magari avendo preso parte lui stesso alle dinamiche. Inoltre in questo caso va incoraggiata la presenza dei figli come parte integrante in causa. Va sottolineato inoltre come l’avvicinarsi del weekend in cui i volontari sono in numero ridotto non può essere un motivo per scoraggiare la presenza di persone già in trattamento che si trovano in situazioni di emergenza.
Va poi tutelato nel modo più assoluto il sonno-sogno, anche eventualmente somministrando psicofarmaci.
La terza linea di interpretazione riguarda il Metodo alla Salute: la bipolarità è causata dalla presenza di uno stesso focolaio di sofferenza non rielaborato che si manifesta con facce opposte. Giovanna ha manifestato durante i primi mesi di trattamento la “faccia della notte”, cioè del sonno, della tranquillità. Durante questa fase però non si è arrivati a toccare il nucleo profondo della sua sofferenza. Con il passaggio a Villa Terronia sono venuti meno i meccanismi di controllo ed è emersa potentemente tutta la sua sofferenza. Ecco l’emergere della “fase giorno”. In queste situazioni psicotiche di tipo bipolare in ciascuna fase bisogna saper prevedere l’arrivo dell’altra e giocare d’anticipo. Nella “fase notte” (tranquillità) saper prevedere l’arrivo della “fase giorno” (iperattività, agitazione, non contenibilità) e viceversa, cosa che non è stata fatta.
Inoltre Giovanna aveva scelto come psicofarmaco la drammatizzazione fornendo una possibile chiave interlocutoria, ma questo strumento non è stato sfruttato.
Concludendo, da questa supervisione sono emerse diverse criticità sulle quali si può crescere. Sicuramente è anche importante sottolineare l’intento positivo di cura verso la persona in trattamento e la buona fede che sempre sono alla base del nostro operato, che piuttosto che a dei protocolli risponde ad un modo di fare più creativo e che tiene conto della globalità della persona.
2 Commenti
Angela Q.
Ti ringrazio Paola per tuo resoconto .Non essendo stata presente sin dal mattino, la tua esposizione mi ha permesso di cogliere ulteriori aspetti dell' incontro.Sono d' accordo con te sulla bontà degli accompagnamenti che vengono generosamente dati alle persone in trattamento.Crescere con le situazioni psicotiche è un grande vantaggio per la propria vita anche sbagliando.GRAZIE PAOLA
Francesco
Per me che non ci sono stato è proprio un bel resoconto di una giornata che mi è sembrata importante. Ho apprezzato anche la riflessione critica che avete fatto a proposito di Giovanna e dell'insuccesso avuto.
Ancora di più questo metodo mi convince.
Grazie a Paola.
Francesco