Foggia, martedì 30 agosto 2011. SETTIMANA INTENSIVA al CMS di Foggia. Seconda giornata.



FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente: Dr. Mariano Loiacono

SECONDO RESOCONTO

DELLA SETTIMANA INTENSIVA

organizzata al CMS di Foggia

dal 29/08 al 02/09/11



“Mi ami e mi vedi


per quello che io sono

o per quello che vuoi che io sia”?

Le conduttrici di oggi sono Annarita ed Ermanna.

La giornata parte con i familiari del ragazzo che ieri se n’è andato prima del tempo perché, essendo in difficoltà a comunicare con loro, aveva il dubbio se continuare o meno la settimana: la mamma, nuova di questa esperienza, ritiene di dover partire dal disagio del figlio perché sente di aver già elaborato il suo.

Invece M., da qualche mese in questo percorso, manifesta il suo malessere e la sua sfiducia nel Metodo perché non vede cambiamenti. Nasce una dinamica forte, provocata da più persone, per andare al di là delle parole e permettergli di scendere più in profondità. Entrano in gioco i genitori nel tentativo di fargli riconoscere e sentire la sua rabbia mentre lui rimane inerme senza riuscire a reagire. A un certo punto, attraverso la dolcezza e l’accoglienza riesce a raccontare un po’ del suo dolore antico e sciogliersi in un pianto. La dinamica termina con un abbraccio molto prolungato con il padre.



Viene richiesto al gruppo di essere più vigile con i ragazzi che tendono a voler uscire e farli rimanere dentro alla stanza perché il meccanismo della fuga non aiuta ad affrontare i propri nodi.

Si passa alla fase dei pensieri alleggerendo la tensione con un brano musicale e con uno scambio di abbracci e proseguendo con la lettura del post di lunedì scritto da Nicola e Letizia per il Blog.



Passiamo alla fase delle comunicazioni.

Comincia un ragazzo che arriva al Metodo con alle spalle un vissuto decennale di tossicodipendenza, già superato precedentemente, nel tentativo di riallacciare il rapporto con la sua famiglia d’origine. Rinfaccia alla mamma di considerarlo “diverso” e le chiede di vederlo per quello che è e non per quello che lei vorrebbe che lui fosse. La mamma si lascia andare e, superando le sue reticenze, racconta del suo malessere, solitudine, carenze affettive… che alle volte cerca di soffocare con una soluzione molto parziale per tamponare la sofferenza.



Si prosegue con il tentativo di far presentare una ragazza che fa molta fatica a farsi coinvolgere. Emerge la chiusura della comunicazione con il fratello e con i genitori.

Si evidenzia come con genitori dismaturi, i figli non si sentano accuditi e si invertano i ruoli facendo sì che la ragazza si sia fatta carico del fratello minore a discapito della sua crescita. Si può notare come ci si incastri e ci si fermi ai propri nodi, e come sia difficile vedere qual è la nostra vita vera e quali siano le nostre parti mancanti.



Le varie dinamiche di oggi hanno stimolato diverse immersioni nelle quali alla fine si riscontra quanto l’essere stati da bambini non visti o non considerati, abbia segnato le nostre esistenze.

Nel pomeriggio riprendiamo con dei balli belli movimentati seguiti dalle comunicazioni riguardo alla festa di giovedì sera, alla giornata del “Volo dell’angelo”, organizzata dall’Associazione alla Salute ONLUS Basilicata, al corso intensivo alla Sessualità globale che si terrà in Veneto, all’approccio intensivo all’Adolescenza che si farà in Lombardia e al progetto pilota “Rainbow”, primo progetto di gruppo in Italia nell’accompagnamento intensivo di persona cosiddetta “psicotica”.



Prima di partire con le presentazioni delle due conduttrici, che raccontano il loro percorso , L. chiede a M. di spiegare perché vuole andarsene.

Il gruppo gli consiglia di aspettare almeno un altro giorno per partecipare al rito e all’unità didattica di domani.

A questo punto ognuno viene invitato a dire cosa l’ha colpito delle storie ascoltate la mattina, ed il titolo del tema scelto per oggi è:

“Mi ami e mi vedi per quello che io sono

o per quello che vuoi che io sia ?”

L’attenzione si focalizza su E. che vuole uscire e viene bloccato nel suo tentativo di fuga costringendolo a rimanere nel gruppo e a viversi la sua rabbia per questo rifiuto.

La giornata si conclude con la teoria di Ermanna e Annarita: è importante imparare a “creare e cucire dei vestiti nuovi che siano più adeguati alla nostra crescita, per permetterci di uscire dai vecchi schemi che non vanno più bene e di rinnovarci continuamente, anche accettando il negativo che c’è, o che è considerato tale.



Il rapporto con noi stessi è alla base di ognuno di noi, fondamentale per una crescita completa; si cerca di mettere insieme gli opposti e di ripartire per arrivare a per-donarci, cioè a donare a noi stessi e agli altri tutto ciò che siamo, accettando anche i lati oscuri.

Il disagio stesso può rappresentare una grande opportunità di crescita per tutti.


Daniela

e

Paola

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