Foggia, lunedì 29 agosto 2011. SETTIMANA INTENSIVA al CMS di Foggia. Prima giornata.



FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente: Dr. Mariano Loiacono

PRIMO RESOCONTO

DELLA SETTIMANA INTENSIVA

organizzata al CMS di Foggia

dal 29/08 al 02/09/11

“Vita in superficie,

morte in profondità”

E’ iniziata domenica pomeriggio alle 18.00 con l’accoglienza, la settimana intensiva. All’entrata del centro ci siamo ritrovati dopo le vacanze e c’è stato uno scambio di saluti e di esperienze fatte durante il periodo della chiusura. All’accoglienza condotta dal Dr. Mariano Loiacono, sono presenti circa 80 persone provenienti dalle varie regioni d’Italia. Per molti dei presenti si tratta del primo approccio al Metodo alla Salute, infatti Mariano decide di raccontare attraverso la sua esperienza e quella di altre persone, in cosa consiste il Metodo. Poi con l’aiuto di Martina, che fa da valletta, fa presentare alcune delle persone nuove.



Lunedì in conduzione ci sono Dina, Luca e Anna Maria. Si comincia attraverso Daniela a parlare un po’ del Metodo partendo dalla spiegazione del simbolo della lumaca, fino ad arrivare a dire che il Metodo è un punto di vista diverso, un neonato punto di vista, dove è molto importante il “codice analogico” (corpo) che solitamente non siamo abituati ad usare. Ci facciamo un applauso d’incoraggiamento per augurarci anche di riuscire a lasciare fuori dalla porta tutto quello che ci preoccupa e di abbandonarci a questa esperienza che sta per cominciare.



Giusy spiega l’importanza della figura dell’accompa-gnatore e poi si comincia con i pensieri fissi del lunedì, e con “Allora dai” di G. Gaber ci stringiamo in un abbraccio cantando insieme. Davide viene invitato a presentare-partecipare il pensiero del lunedì con il bastone della pioggia, che suscita diversi stati d’animo: pace e tranquillità a Stefano, la leggerezza di lasciare dei pesi a Gaetano, per Lucia un’immagine antica di donne che lavorano nei campi… Il terzo pensiero è rivolto alla Fondazione “Nuova Specie” e da lì passiamo ai pensieri antenati, attraverso la lettura di un passo di San Francesco da parte di Alberto e alcuni pensieri musicali, tra cui un brano dei Nomadi che dice “Io voglio vivere, ma sulla pelle mia”…



Dopo esserci scaldati un po’ ballando, scendiamo un po’ più in profondità passando alla fase delle comunicazioni. Alberto comunica il suo cambiamento di stile di vita e riceve un ‘ applauso sonoro per i suoi miglioramenti. Paola racconta il suo percorso nel Metodo e il lavoro fatto per distinguersi dal fratello, e parla del week-end passato col padre dopo tanto tempo. Si presentano altre persone nuove che non l’avevano fatto il giorno prima, tra cui Maria Rosa che racconta la sua esperienza di disagio “curato” da circa 18 anni con gli psicofarmaci e la sua voglia di voler smettere. Si presenta la famiglia di Roberto e Lucia con i figli Michele e Francesco ai quali viene fatto un applauso sonoro per la disponibilità ad essere presenti tutti insieme nonostante le difficoltà del disagio di Francesco il quale ha già fatto piccoli miglioramenti dopo solo una settimana intensiva fatta dai genitori. Stefano con il cugino Paco che si accompagnano a vicenda per un percorso di crescita. Giovanni ringrazia la sorella Laura per aver accettato di fare questa esperienza insieme. Si presenta Gaetano che è accompagnato dalla madre Rachele, le comunica la sua difficoltà a sentirsi libero di vivere la sua vita indipendentemente dalla madre iperprotettiva che invece non riesce a separarsi dal lui. Si presenta poi Silvia, la sorella di Luca e nonostante l’immenso amore che li lega chiede al fratello di aiutarla a capire alcune cose di lui e dei cambiamenti che sta attraversando. Luca esprime il suo bisogno di essere accolto per quello che è e non per le scelte che fa e propone alla sorella di passare del tempo da soli per potersi raccontare un po’ a lei. Si stringono poi in un lungo abbraccio. Chiede poi la parola Marco che vuole che si interrompano i meccanismi della madre che lo fanno vivere come un malato, ma la sua comunicazione resta molto razionale quindi Anna Maria cerca di aiutarlo a tirare fuori la rabbia e il suo dolore; questo fa smuovere dei ragazzi che si sentono vicini alla sofferenza di Marco, così Francesco, Riccardo e Nicola si avvicinano a lui per accompagnarlo a far uscire la sua rabbia e Nicola si è riuscito a stimolarlo attraverso l’uso del suo corpo sostituendosi alla figura dei genitori. Marco è riuscito ad abbandonare il razionale e si è un po’ liberato della rabbia accumulata in questi anni. Si presentano Angelo e Maria che hanno cinque figli di cui uno con una disabilità fisica e raccontano delle difficoltà di comunicazione che hanno. Francesco comunica la sua rabbia verso il vittimismo della madre Lucia e in generale verso tutto e tutti.



Dalle comunicazioni passiamo alla fase più profonda delle immersioni e Paola racconta come ha vissuto i giorni passati con il padre e di come lui sia riuscito ancora ad appesantirla al punto di doversi allontanare da lui fisicamente per il giudizio che sentiva su di se. Angelo, fa un’immersione raccontando di quando il figlio Matteo gli rimprovera di non essersi mai accorto di lui e di non accettarlo nella sua disabilità. Il padre si è sentito molto ferito perché da anni sentiva di spendere la sua vita per aiutarlo. Davide s’immerge nei suoi 14/15 anni aspettava che tutti fossero a letto per accendere il computer e passare ore a giocare finché gli bruciavano gli occhi e doveva spegnere.



Alla ripresa alle 15.30 ci sono stati dei pensieri musicali e poi la presentazione dei conduttori. Siamo passati poi alla prima fase della teoria dove alcuni dei presenti hanno detto cosa li aveva colpiti di più e poi alla seconda fase dove sono state fatte la proposte dei temi per opposti. Gianluca ha scelto il tema “Vita in superficie, morte in profondità” proposto da Daniela. Dopo aver ascoltato la teoria di alcune persone, i conduttori hanno raccolto e fatto un fondo comune mettendo in evidenza che in realtà il tema, poteva essere invertito, cioè che quello che facciamo al Metodo è far emergere la morte e trovare la vita in profondità. Il Metodo fa venir fuori (in superficie) le nostre morti e ci fa andare verso l’intero che è la nostra salute. Infatti l’esempio di Luca e Silvia ci porta a riflettere che ognuno di noi attraverso le “dinamiche metastoriche” può arrivare a quello che solo lui è. La cultura contadina ha trasmesso cose che non sono più sufficienti, e vediamo che comunicare non è solo dire parole ma molto altro, e per saper stare vicino ai nostri figli o a chi vogliamo bene dobbiamo prima saper stare vicino a noi. Genitori e figli sono due culture diverse e questo porta ad avere delle relazioni povere che spingono i figli a cercare delle soluzioni chiudendosi in vortici virtuali. Il Metodo ti aiuta a vedere tuo figlio al di là di come lo viviamo (malato, psicotico, disabile, ecc.) ma andare oltre e vederlo per quello che realmente è. Quello che noi siamo dentro è una cosa molto grande e noi viviamo solo una piccola parte. Il disagio è un campanello d’allarme per la vita di chi lo manifesta e di tutta la sua famiglia. Senza stare male non si cresce, solo se soffriamo si cresce altrimenti rimaniamo in superficie.

Letizia

e

Nicola

2 Commenti

  1. gabriella jesi

    Leggere l'aggiornamento ti fa sentire come essere li anche se non ci sonon. Ti smuove emozioni.. e vedere ancora nodi non sciolti ….E L'UTILIZZO DEL CORPO e' la parte piu' importante che questo metodo ci sta insegnando e che nell'quotidiano mai utilizziamo E ci fa sentire VIVI

  2. Giuseppe

    Bravi, Letizia e Nicola. Mi avete fatto seguire bene la prima giornata. Si vede che vi volete ancora bene.
    Attendo le altre giornate.
    Giuseppe

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