Foggia, martedì 26 luglio 2011. SETTIMANA INTENSIVA al CMS di Foggia. Seconda giornata.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono


SECONDO RESOCONTO
DELLA SETTIMANA INTENSIVA
organizzata al CMS di Foggia
dal 25 al 29/07/11

Secondo intenso giorno di questa settimana MOLTO intensiva, come ieri il nostro Compagnone di viaggio presagiava…

A condurre questo variegato gruppo di viandanti quattro coraggiose donne devote: Annamaria, Annarita, Marilisa e Ermanna.

Imbocchiamo presto presto la strada del risveglio delle emozioni con l’ingresso di “donna Francesca” che con coraggio oggi ha sperimentato una prima modalità di ritorno al suo femminile tagliato. Oggi indossa una gonna e uno scialle, porta i tacchi ed è impreziosita da un velo di colori sul viso. Oggi è bella, femminile e più morbida, e negli occhi le si dischiude una dolcezza luminosa che svela quanto in realtà dietro il non saper-poter ancora esprimere tante parti nostre si nasconde un profondo desiderio di riappropiarcene e di tornare a viverle.

Le conduttrici ci invitano saggiamente a non spaventarci di quelli che potremmo avvertire come giudizi o critiche ma di affidarci all’eventualità che il gruppo può aiutarci a vedere e portare alla luce delle cose che ancora non vediamo. Solo fidandoci e restando aperti a più possibilità ci concediamo di farci interrogare e provocare dai vissuti di questi giorni… regalandoci così opportunità di cambiamento e crescita.

I passi seguenti li muovono Marco, Martino e Mirko, condividendo, con le parole e con il corpo, il dolore per il sentirsi congelati e “schermati”, la paura di non riuscire a emozionarsi davanti alle dinamiche, di non esprimere quello che invece dentro sentiamo molto tumultuoso. Ma non passa molto tempo che le loro paure si sciolgono nelle loro stesse immersioni: le emozioni vengono fuori, un groviglio di dolore e rabbia, rassegnazione e speranza si affaccia sui loro volti e nelle loro parole. E’ importante che noi per primi non ci spaventiamo davanti alle nostre paure per lasciarci aperte altre possibilità rispetto a quello che OGGI ci è visibile e manifesto. L’immersione nella propria sofferenza funge presto da spinta ad immergersi nelle vite di altri: e così Marco, in questo caso il più solidale, colui che quest’oggi ha aperto le danze del cambiamento e del riavvicinamento al maschile, insieme a Martino, accompagna Mirko. E così Mirko accompagna Alberto… Si creano intrecci, cascate di vita! Ogni scorza, anche la più spessa e dura, se si ha pazienza e devozione, può lasciarsi accarezzare dalla molteplicità degli interventi fino a creparsi per lasciare entrare chi oserà non spaventarsi e desidererà scoprire la polpa succosa oltre quella scorza ruvida.

Rosa dà voce al suo dolore silenzioso. Mi emoziona moltissimo quando, pur in una grande solitudine e sovraccarico di oneri pratici, questa donna abbia avuto il coraggio di non accontentarsi di liberarsi da Ivan ma speri ancora di liberare Ivan.

Flavia, Floriana e Vita si aprono ad una dinamica complessa. Donne a confronto, ognuna davanti all’altra con i propri tagli e le proprie soluzioni: la presenza ingombrante di Vita nella vita di Flavia si scontra con la sua presenza trasparente in quella di Floriana. Il dolore di Vita nel suo pianto disperato.

Significativa oggi anche la sottodinamica innescata da Dina con Isacco. Grazie a lei, ma anche a Benedetta, Isacco ha potuto tirar fuori un po’ di aggressività. I versi muti di Isacco, con il tempo e la devozione, finalmente si son fatti grida e pianto chiari, l’irrequietudine si è fatta sfinimento, poi abbandono, poi sonno sereno. E’ stato molto importante far entrare un po’ di negativo nella quotidianità dorata di questo piccolino… Bravi “mammina e papino” a non spaventarsi e a fidarsi del gruppo.

Miglior attore non protagonista quest’oggi è il corpo. Tanti i racconti in cui è il corpo il luogo fisico ed emotivo su cui sono incisi dolori antichi, tagli, assenze, presenze iperprotettive. Parte proprio da qui il titolo della teoria scelto da Luca e creato proprio da Vita:

“Corpo desiderato, corpo rifiutato”.

E’ infatti proprio il corpo lo specchio più fedele delle nostre profondità. E’ da due corpi che veniamo generati, è in un corpo che le nostre prime cellule si assemblano in un nuovo corpicino, è attraverso i nostri corpi che prima di tutto entriamo in relazione fin da quando nasciamo. Un corpo però per crescere ha bisogno di essere visto, esplorato, visitato… Come? Attraverso i bisogni, attraverso il contatto, attraverso lo sguardo. Solo così un corpo cresce, prende forma, può esprimersi, vive. Ma un accompagnatore per far ciò deve lui per primo sentirsi e viversi il proprio corpo e quindi a sua volta dev’essere stato accompagnato a far questo. Quando questo per qualche motivo non avviene quello che accade è che piuttosto che vedere gli altri per quello che unicamente sono si finisce per vederli solo per quello che serve a noi. E così per esempio in un corpo da uomo incoraggiamo la crescita di una sensibilità femminile e in un corpo da donna incoraggiamo la crescita di una personalità maschile. Ma poiché la vita e la natura chiamano e a voce alta rivendicano la bonifica di queste aree paludose il disagio ci dà la possibilità, se osiamo, di invertire la rotta e di tornare alla nostra specificità di corpi, spiriti e talenti.

In questa notte, alla vigilia del rito di mercoledì, auguro ad ognuno di noi di innamorarsi non delle mete ma del gusto e dei sapori del viaggio, e di donarsi di vivere l’immersione nelle terre danzanti come un incontro-riscoperta ognuno del proprio corpo, che sia già o ancora immacolato, profanato, desiderato, violentato, bloccato, amato, ingabbiato, libero. Comunque il Nostro,

Graziana

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