Ancona, venerdì 15 luglio 2011. FESTA DEI POPOLI. Crossingover tra l’Ass. Alla Salute ONLUS Marche e l’Ass. Senegal di Ancona.

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L’ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE ONLUS MARCHE
FA CROSSINGOVER ALLA “FESTA DEI POPOLI”
DI ANCONA

Venerdì 15 luglio l’Associazione alla Salute ONLUS Marche ha accettato di partecipare, ad Ancona, alla “Festa dei Popoli” – che si è tenuta al Forte Altavilla di Pietralacroce -, per dar voce e valore ai progetti che sta portando avanti con le etnie a partire dal progetto “Uguali nella diversità, dall’intolleranza al crossingover”, tenutosi ad ottobre del 2009, e far anche un escursus delle varie iniziative che hanno coinvolto anche la città di Ancona con il Laboratorio di Danze interetniche e la “Festa insieme”.


Il dibattito si è svolto all’aperto sotto un grosso albero con poche persone sedute e molte in piedi che passeggiando si fermavano ad ascoltare.

Erano presenti due donne rappresentanti del CISPI (Coordinamento di Iniziative di Solidarietà Popolare Internazionale) che stanno muovendo un progetto con le donne del Senegal nel loro territorio, cercando di adattare metodologie di intervento italiano alle realtà senegalesi e quello di un’altra ragazza che ha lavorato con i bambini del Senegal; Nicoletta Pennella ha saputo sintetizzare quello che l’Associazione alla Salute ONLUS Marche sta facendo e ha fatto in questi anni, dando rilievo alle iniziative con le varie comunità delle differenti etno-culture facendo arrivare il senso del crossingover e l’importanza dell’ascolto dei vissuti diversi. Ha poi concluso con il Laboratorio di quest’anno sulle danze descrivendo come abbiamo intrecciato grazie a questi incontri che non sono svolti solo per imparare dei passi di danza ma abbiamo spiegato come ci si ferma anche ad ascoltare e intrecciare con gli altri attraverso la condivisione dei vissuti ordinari.

Abbiamo cercato di porre l’attenzione su quello che si può fare a partire dal piccolo, dalla realtà che c’è qui ad Ancona cosi come in altre città e come il progetto vuole creare momenti di scambio per potersi arricchire vicendevolmente perdendo anche qualche certezza legata alla propria cultura.

Molto significativo è stato l’intervento di una donna della Tanzania di nome Grace verso la quale io mi sono sentita molto toccata, perché sentivo da parte sua un desiderio di cambiamento e di ringraziamento verso la possibilità che una cultura diversa le aveva dato per una sua crescita e un vedere nuovo.

Sinceramente e molto sentitamente mi sono rivolta a lei per dirle che anch’io provavo le stesse cose nei confronti di uno scambio che c’era stato con il Laboratorio di danze, in particolare quanto potere c’è nel linguaggio del corpo e quanto in questo la comunità senegalese ci ha trasmesso davvero qualcosa di profondo.

Abbiamo poi letto un pezzo che era scritto sulla locandina del Laboratorio di danze che dice molto sul significato del ballo dedicandolo a Grace e a tutte le persone presenti.


La serata ha poi continuato con la cena e con musiche e balli che abbiamo condiviso con la comunità senegalese e le persone con le quali avevamo svolto il dibattito le quali sono rimaste piacevolmente colpite dall’apertura comunicativa che c’era tra noi e le persone del Senegal.

Penso che il più bel complimento sia stato quello fattoci da Grace la quale ha detto che le cose che raccontavamo si sentivano che passavano attraverso un nostro vissuto.

Inoltre la cronista di Radio Africa ci ha chiesto anche di farci un’intervista inerente al Laboratorio.

Sia io, Nicoletta, che Daniela abbiamo percepito come sia importante trovare diversi momenti in cui si può scendere in campo con il popolo, per far conoscere il più possibile quello che noi come Associazione attraverso le tante attività ci proponiamo.

Ho notato anche quanta distanza c’è con le comunità in quanto si è parlato del Senegal ma non hanno chiamato nessun senegalese, si è parlato della condizione delle donne ma non hanno chiamato e intrecciato con nessuna donna, si è parlato dei bambini ma non si sono neanche avvicinati ai bambini.

Se in un primo momento quando hanno cominciato a parlare dei tanti progetti e Premi Nobel mi sono intimorita dopo, mentre loro parlavano, ho pensato al valore che hanno le cose che noi facciamo, non ci sono Premi Nobel per il rispetto della specificità della vita di ciascuno di noi e degli altri e questo pensiero mi ha fatto sentire il valore delle cose che anche io sto facendo a partire da me e la mia famiglia

UN ABBRACCIO CALDO E UMIDO,

Nicoletta Pennella
e
Daniela Marcobelli

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