Romano D’Ezzelino (VI), sabato 9 aprile 2011. IL DR. LOIACONO SI DEDICA ALLA SUPERVISIONE DELL’ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE VENETO
Presidente Dr. Mariano Loiacono
IL DR. MARIANO LOIACONO
INCONTRA IL GRUPPO
DELL’ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE
VENETO
A ROMANO D’EZZELINO (VI)
Sabato 09 aprile 2011
Siamo in tanti e tutti seduti in cerchio dentro questa stanza: una neonata, un bimbo di tre anni, una di sette, figli, figlie, genitori, nonni…
Luca racconta come sono andate le giornate precedenti; Marialetizia comunica che è il loro quarto anniversario “di coppia” e che questo viaggio di vita è anche una prima lunga separazione dal figlio Samuele.
Quindi Mariano accoglie la richiesta di Roberta F. che conosce e frequenta il metodo da un anno e mezzo: le fa raccontare le ultime vicissitudini con il figlio cosiddetto “psicotico”, affinché si possa illuminare la sua storia con la teoria.
Mano a mano che Roberta racconta infatti Mariano la stoppa e fa ri-vedere e ri-conoscere i meccanismi messi in atto dai vari componenti. Meccanismi così comuni che ognuno può ritrovare pezzi di sé, di storia sua. Forse il meccanismo nuovo che stiamo sperimentando è quello di permettere a una persona di vivere-realizzare fino in fondo le proprie scelte, anche se distruttive, autodistruttive e non condivise. Ci fa notare come sia importante per i genitori e i familiari lavorare uniti, insieme; ci ha fatto l’esempio delle note musicali: per suonare uno strumento e fare della buona musica non è semplice, però se ci impegniamo e impariamo a mettere insieme le note possono uscire delle bellissime melodie.
Attraverso la storia di Ermanna e famiglia ci ha aiutato a vedere quante volte le nostre indecisioni e ambivalenze ci tengono fermi a modalità infantili che non ci fanno crescere nell’adultità. Il dottor Mariano ha teorizzato sulla difficoltà di CRESCERE, sulla DISMATURITA’ anche con l’uso dell’Unità Didattica “IL COMMUNITOMETRO” – progetto e rigetto.
Imparare a distinguersi dall’altro prima mentalmente, separarsi fisicamente e “decidere”, tagliare delle parti che non danno vita. Ciò vale anche per “le coppie” che in queste dinamiche e percorsi di crescita vivono momenti di unione ma anche di confusione, dove ognuno è dolorosamente chiamato a distinguersi per ri-trovare sé stesso.
Per farci capire meglio Mariano ha usato la metafora del ciclo notte-giorno: se il giorno è fatto di 13 ore di luce e 11 di buio… Una persona, per star bene, dovrebbe viversi pienamente sia il giorno che la notte. Invece la dismaturità ci porta a vivere per sottrazione la giornata: 13 ore di luce meno 11 ore di notte rimangono solo 2 ore di vita. Uno che non decide, che non si distingue, che non prende decisioni né per un verso né per un altro, che non vive pienamente la propria vita, che non paga il prezzo delle proprie scelte… vive solo un’ora o due anziché 13, e non è la stessa cosa. Non conosciamo ricette se non la prassi del Metodo alla Salute: prendersi il tempo per sé, per separasi, conoscersi nelle profondità, decidere su cosa si vuole crescere per un certo tempo contrattato e metterlo in pratica. Cosa voglia dire in ogni singolo caso lo deve dire ogni persona.
La prima parte dell’incontro si è conclusa con il contributo di Roberta R. che ci ha accompagnato con musica e danza a mettere in movimento anche il corpo e a usare anche gli altri codici per stare insieme e alleggerire la serata esprimendo anche il nostro grazie affettivo a Mariano facendolo attraversare il tunnel dell’affettività.
Cena a base di torte salate, pizza, dolci e una bellissima e buonissima pentolona rossa di macedonia preparata da Cristiano e servita da Milo.
Dopo cena chi ha voluto e ce l’ha fatta procede con la SUPERVISIONE DELL’ASSOCIAZIONE e ne approfitta di questo dottore instancabile e disponibile.
Alcuni hanno colto l’occasione per fare il punto della propria situazione.
Dopo aver ascoltato i vari interventi e il bilancio di tutti i presenti, Mariano offre il suo contributo di sprono: riferendosi all’unità didattica della Piramide ha invitato il gruppo a lavorare in profondità sulla “base”. Anche l’associazione-i suoi componenti devono fare un salto di MATURITA’, chi vuole esserci ci sta con consapevolezza, convinzione e responsabilità.
Se ognuno di noi è cellula polivalente all’inizio, in fase embrionale, maturare significa definirsi e avere una propria specificità all’interno dell’organismo.
Grazie Mariano, Giovanna, Lara, Marialetizia e Luca!
Buona continuazione carovana metastorica!
Nadia,
Chiara,
Davide,
Isaia
1 Commento/i
Giuseppe
Mi è piaciuto molto questo post anche per come l'avete scritto. Si vede che per voi è stata una esperienza positiva e costruttiva. Spero che anche Eliseo legga questo post per rendersi conto dei tanti frutti che sta portando la vostra Associazione. Chissà che prima o dopo saprà distinguersi e separarsi dalla "madre" chiesa.
A proposito, Isaia e Nadia,quanti nipoti e quanti asini avete?