Sabato 8 gennaio 2011. LETTERA AGLI ACCOMPAGNATI di Mariano LOIACONO.
Carissimi,
come sapete, in genere ascolto e do senso agli eventi forti della mia vita. Uno me n’è capitato la notte tra il 6 e sette gennaio u.s. a conclusione di una serie di impegni presi nei giorni precedenti: domenica pomeriggio 2 gennaio supervisione di Gabriella e Giuseppe a Barletta; lunedì 3 pomeriggio incontro per il contratto di Gianni; martedì 4 pomeriggio supervisione a Villa Terronia; mercoledì 5 pomeriggio supervisione di Lara.
Giovedì 6 avevamo passato una bella mattinata io e Giovanna sulla spiaggia di Campomarino raccontandoci anche gli attuali punti di arrivo del rispettivo percorso, iniziato quando ci siamo conosciuti nel 1968. Abbiamo pranzato in un locale del posto e di pomeriggio siamo tornati a casa. La sera siamo andati a vedere una commedia in dialetto troiano del nostro amico Giovanni Guadagno dal titolo “A mort nen serv a nend” (La morte non serve a niente). La notte, verso mezzanotte, è cominciata una colica addominale molto forte con intensa nausea senza però riuscire a vomitare nonostante mi stimolassi io attivamente. Pur affidandomi alla mia proverbiale resistenza al dolore senza lamentarmi, questa volta non ce l’ho fatta. Mi sono svegliato, alzato e, assistito continuativamente da Giovanna, ho girato la casa senza trovar giovamento nemmeno dall’iniezione di un antispastico. Alle 4.00, superando le mie solite resistenze, ho chiesto a Giovanna e Andrea di portarmi al Pronto Soccorso, accettando umilmente che avevo bisogno di aiuto e che dovevo affidarmi alle cure del caso.
Sono rimasto al Pronto Soccorso fino alle 6.20. Mi ha aiutato il vomito spontaneo e poi le tre flebo di farmaci antispastici-antidolorifici che mi hanno somministrato. Tornato a casa, mi sono riposato fino alle cinque del pomeriggio. Stanotte ho dormito fino alle 10 di stamattina 8 gennaio e, al risveglio, ho pensato di scrivervi questa lettera, per me, importante.
Ieri sera, 7 gennaio, ho preso questa decisione che vi comunico per aiutarmi anche voi a metterla in pratica.
Come ho detto, eventi così forti e non spiegati da fatti ordinari (Giovanna ha mangiato le stesse cose che ho mangiato io) per me sono interventi della metastoria che mi spinge verso dove mi sto attardando ad andare, impelagato ancora in comportamenti che adesso non sono più buoni per la mia vita.
Ho avuto chiaro che il mio percorso attivo, iniziato nel 1966, è giunto a un punto in cui necessita un altro “salto quantico”. Riferendomi al GRAAL, è come se finora avessi attraversato in senso discendente i seguenti livelli quantici:
– Dal 1966 al 1976 è come se avessi attraversato il livello simbolico impegnandomi prevalentemente nella definizione del “metodo alla salute”, sperimentato su di me, e del Progetto Nuova Specie, alla luce di un punto di vista più globale (“Quadrimensionalismo”);
– Fino al 2006 è come se avessi attraversato il livello analogico impegnandomi prevalentemente nella sperimentazione del “metodo alla salute” sulle persone che afferivano al Centro di Medicina Sociale di Foggia, facendo man mano crescere la formazione teorico-prassica globale e una rete di Comunità Globale;
– Fino al Natale 2010 è come se avessi attraversato il livello bioorganico impegnandomi prevalentemente nel sanare in profondità i miei nodi karmici legati alla mia famiglia d’origine e alle altre istituzioni che ho vissuto sostitutivamente come famiglie.
Nel febbraio del 2010 ho anche iniziato il mio impegno attivo come Presidente del Comitato Promotore della Fondazione Nuova Specie, e nella tregiorni natalizia pescarese ho delineato le linee di indirizzo riguardo all’appartenenza alla Fondazione e al farne parte come organizzazione. In quella stessa occasione ho anticipato che sarò Presidente della Fondazione stessa che dovrebbe nascere proprio il giorno del mio 63° compleanno (tre volte tre).
– Cosa manca ora al mio percorso di vita, che sta nella sua ultima fase? Ho capito che ora, a cominciare da questo anno, devo rendere prevalente il livello metastorico che , come ho detto più volte nel passato, è il livello che sento più vicino alla mia specificità.
“Metastorico”, come sapete, significa per me contemplare e vedere in profondità la matrice ultima di ogni cosa che sperimentiamo nella storia personale e collettiva. Finora mi sono accontentato di occasioni marginali rappresentate dal fondo comune nelle settimane ordinarie, dalla teoria globale nelle settimane intensive, dai corsi e dalle settimane di formazione. Si è trattato di teoria cotta e mangiata e quasi sempre con poco tempo per prepararla e sempre mista a dinamiche metastoriche complicate dalla presenza di tutte le variabili possibili.
Adesso, sento il bisogno che questo livello metastorico diventi prevalente e prenda la gran parte del mio tempo nelle più adatte e opportune condizioni. La teoria globale o quadrimensionale, che posso provare a espandere, è una novità nel campo della storia della conoscenza e da essa dipende anche la possibilità di individuare, progettare e realizzare il salto di nuova specie. Se non andassi in avanti nella profondità metastorica, vi lascerei un buon ma limitato patrimonio. Sento che ora deve venire fuori la mia specificità metastorica che ritengo assai particolare, come del resto ognuno di voi ha potuto sperimentare in alcune o diverse occasioni.
Oltre al nuovo e più profondo materiale, necessita sistematizzare tantissimo materiale che è venuto fuori in tutti questi anni e che, pur chiedendolo, nessuno ha saputo-voluto-potuto lavorare per evidenziarne lo spessore e l’utilità per arricchire il percorso di ognuno di voi. Siete stati soprattutto neonati che si lasciano allattare ma che non vogliono ancora entrare in merito al come si forma e si dà il latte.
Infine, dal 25 febbraio p.v., divento il Presidente della Fondazione Nuova Specie e devo mettere su e sostenere una modalità di accompagnare questa istituzione, farla conoscere-crescere-espandere.
Che cosa cambierà quest’anno, da oggi in poi, nel nostro rapporto.
Innanzitutto, da parte mia l’uscire di scena come presenza attiva all’interno delle iniziative legate al “metodo alla salute”. Manterrò solo i seguenti momenti formativi: supervisione periodica del gruppo dei conduttori e delle Associazioni Alla salute, le settimane intensive a Foggia ed extraregionali, i corsi di epistemologia globale che aprirò ad altri conduttori, i corsi di quadrimensionalismo, le settimane di formazione, specifiche sperimentazioni di dinamiche metastoriche avanzate.
Escluderò drasticamente gli accompagnamenti individuali sia sotto forma di supervisioni, colloqui individuali, sia attraverso telefonate, sms, e-mail. Questo obiettivo è per me difficile sia perché mi piace fare quello che ho fatto finora, sia perché sono portato a mettere prima la sofferenza e le richieste di aiuto da parte degli altri. L’ho voluto comunicare perché mi impegno a non rispondere e interagire alle vostre richieste, emergenti e pressanti che siano.
Penso che questa decisione sia BUONA perché ormai la rete del “metodo alla salute” è diffusa a livello nazionale e ognuno, se lo vuole, può chiedere accompagnamento a chiunque voglia, a partire dalle tre referenti del “metodo alla salute”: Giovanna mia moglie, Dina e Marilisa.
Tagliare un tronco delle mie dimensioni significa, però, far nascere altri robusti e splendidi rami e, in questo modo, dare discendenza a un albero che rischia di inaridirsi su un tronco ormai senile.
In definitiva, il mio orientamento è questo, e sento che è una cosa molto buona che non tarderà a portare frutti buoni a ognuno di voi… dopo le coliche iniziali.
Spero lunedì mattina 10 gennaio di iniziare in questa nuova prospettiva il corso di epistemologia globale.
Saluto tutti e gioiosamente mi licenzio… almeno per il 2011.
Un bacio metastorico,
13 Commenti
Anonimo
Da ex akkompagnato ti auguro un "FELICE SALTO KUANTIKO nel KUORE della METASTORIA,KARO MARIANO!!!"…..e parimenti lo auguro a tutti i "poveri kristi" ke ti seguono e a kuelli ke ankora nn ti seguono xkè nn ti konoskono….e pure a me stesso. BUON PROSEGUIMENTO!!!
Mimmo.
Anonimo
Cara Federica, non ho capito cosa intendevi col tuo sbrigativo "Semplificatevi!… e vedete di quagliare un po' di più…". Probabilmente hai avuto una relazione abbastanza superficiale con Mariano e te la puoi sbrigare con le tue poche chiacchiere. Per me è un passaggio importante nella storia del metodo e non è male rifletterci anche con molte chiacchiere. Se sai fare di meglio perché non indichi cosa tu sai e vuoi quagliare? Costruire è sempre più difficile che giudicare e rimproverare.
Federica
Troppe chiacchiere! Semplificatevi!… e vedete di quagliare un po' di più…
Anonimo
Confermo anch'io quando ha detto Atmanand. La prima cosa di cui siamo invasati è la vita e io penso che Mariano sia invasato di vita e chi si avvicina lo sente subito. Ciò non toglie che ha i suoi limiti. Ma questo è ancora più bello perchè è pieno di vita anche se è pieno di limiti come del resto ognuno di noi. Sulla vita non è buono sputarci sopra o canzonare. Prima o dopo la vita e il disagio da essa tocca tutti. Allora si è in grado di vedere chi ci sta vicino perché è vivo e chi perché siamo una sua merce come gli opertai di Mirafiori.
Atmanand
Il "personaggio" di Mariano e le sue rappresentazioni provocatorie possono portare facilmente a mettersi totalmente "pro" ma ancora più facilmente "contro". Purtroppo sovente "guardiamo" alle apparenze fermandoci alle considerazioni razionali e non teniamo conto di cosa ci sta dietro, non riusciamo a percepire i palpiti sottili del cuore, non ci lasciamo interrogare dallo "strano", dal dubbio, dal diverso ma ci affidiamo alle prime reazioni provate, perdiamo la capacità di considerare, perdiamo possibilità… Così gran parte della realtà viene interpretata attraverso schemi riduttivi e fuorvianti senza che quasi neanche ce se ne renda conto…Per quel che fino ad ora ho potuto vedere Mariano è un "buon specchio" dove "veder" riflesse le nostre maschere, i nostri limiti e le contraddizzioni, sopratutto è un compagno di viaggio "amorevole" al quale ricambiare sostegno e incoraggiamento nonostante la sua scelta implichi una nostra non sempre facile scelta.Il sentiero che la vita ha manifestato attraverso Mariano ha per me un cuore "battente" se sperimentarlo significa correre il rischio di essere "invasati" ne vale la pena, visto che in qualche misura a livello personale un po lo siamo già e di certo lo siamo a livello di società.
Giovanna
Il solito Stefano animale spazzino. Io so e sento che il Progetto Nuova Specie è anche mio e che aiuterà anche te Stefano prima o dopo. Perché non ci dai una mano al posto di stare alla finestra e aspettarel'occasione di cadaveri o disgrazie. Gli uccelli di malaugurio fanno brutta fine.
Stefano
Per me è un modo furbo di togliersi dalle grane e mettersi in pensione di fatto. Ho sempre pensato che mirava ad altro e che prima o dopo se la sarebbe squagliata. Vedremo adesso che sapranno fare tutti gli invasati che lo seguivano.
Giuseppe
L'esperienza fatta dal dottor Loiacono è vasta e nessuno di noi per intanto la può superare ma in tanti possiamo sostituirla dignitosamente. Prima o dopo il dottor Loiacono non ci sarà più e penso che sia saggio crescere e responsabilizzarci mentre lui è ancora in vita, io spero per tanto.
Mi convince il fatto che vuole continuare a essere presente facendo formazione. Facciamo gli adulti e diamoci da fare senza fare i bambini. Penso che il dottor Loiacono vuole solo preparare altre strade per tutti noi che vogliamo diventare adulti come ci ha chiesto a Natale nel Convegno di Pescara.
Rosa
Chi non conosce bene il dr. Loiacono, e lo sottovaluta di conseguenza, può certamente credere che il metodo alla salute fallirà… Un fallimento farebbe d'altronde sorridere tante persone, non è vero?
Mi dispiace rispondervi, cari dilettanti, che Mariano Loiacono ha saputo formare i suoi operatori e che ha posto in loro tutta la sua fiducia.
E poi, come scriveva Cindy l'altro giorno, "chi vivrà, vedrà"!…
Rosa
Anonimo
Per me sbaglia il dottor Loiacono a lasciare il metodo alla salute nelle mani di persone che non sempre sono preparate e all'altezza. Capisco la stanchezza ma non è positiva questa decisione. I frutti si vedranno presto.
Antonio
Condivido che adesso Mariano debba fermarsi a formare chi vuole andare avanti e accompagnare altre persone. Per me la sua vita dimostra solo che possiamo farlo col tempo anche noi. Lui ha pure incominciato nel 1966, come ha scritto.
Sta pure a noi aiutarlo, come ha chiesto, in questo momento di cambiamento. Scommettere sulla sua difficoltà a farlo non mi sembra bello. Io voglio vedere cosa posso fare concretamente.
Grazie Cindy per quanto fai nel e col Blog
Unknown
Io credo invece che Mariano sia pronto adesso per rispettare la sua "BUONA decisione".
E comunque: "Qui vivra, verra"…
Anonimo
Non ci credo molto che il dottor Loiacono manterrà questi propositi. Lo ha detto anche altre volte. Mi gioco mille euro per la Fondazione. Comunque ha pure 63 anni e mi sembra giusto quello che chiede anche se non ci credo che lo farà.