“RICERCA DEI ME.ME. E UTERO PSICHE’ [Ψ]”: feedback della quarta giornata di corso (giovedì 18/11/10).

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RESOCONTO DEL QUARTO GIORNO DI CORSO

Carissimi lettori,

è per me una grande gioia di potervi ritrovare perché il “dia-ballo” o diavolo si è accanito su di me e su questo blog: ho aspetto quasi due ore prima di riuscire a connettermi… Non sono neanche sicura che questa connessione precaria mi permetterà di pubblicare niente; tuttavia confido nella metastoria: che i suoi venti siano favorevoli!

Come quarto post, vi propongo gli appunti che ho preso durante la giornata di ieri. Preciso – prima di immergerci nei miei appunti – che la quarta giornata dei me.me. è stata molto specifica, poiché – oltre alle ore di corso di “teoria-prassi” proposte da Mariano e condivise dal gruppo – abbiamo potuto assistere ad un “rito di immersione nella vita di un bimbo di nome Matteo (che significa “dono di Dio”). Tale rito è stato preceduto da una sottile ed esauriente teoria inerente al rito di battesimo nella tradizione cattolica e al rito “RIVIVO” (maggio 2005), ovvero di immersione nella vita. Questa illuminante teoria ha permesso al gruppo di iniziare a riprendersi il me.me. del rito di passaggio chiamato “battesimo” nella nostra tradizione cristiana.

Eccovi dunque alcuni dei miei appunti; spero possano ancora indirizzarvi!
Dopo la comunicazione di Cristian e Valentina che da due giorni hanno smesso di fumare.
Il “me.me. del fumo” assomiglia al mangiare un cibo di morte ovvero al prendere il proprio cibo nell’immondizia; tale me.me. fa parte del “me.me. karmici”. Fumare è una soluzione che maschera tanti nodi o tagli subiti. Fumare non serve: danneggia l’organismo ed è una complicanza sistemica – interviene sugli arti inferiori, potendo persino sfociare in gangrena. Fumare nasconde un desiderio di allattamento non avuto e, non solo, un desiderio di morte: “Dato che non ho avuto la vita da chi più mi spettava [la madre], mi do la morte”.

Dopo una coraggiosa comunicazione di Silvio a Michela.
I “me.me. karmici” sono dei nodi che ci impediscono di scendere in profondità o “metastoria”; mi fanno entrare in un circolo vizioso improntato da non-vita… Dannati “me.me. karmici” di persone che si vogliono dannare! Quando noi non ci permettiamo di venir fuori con le nostre parti, ci condanniamo ad “abortire” e ad andare in cerca di situazioni simili che non superiamo mai: questo è il “me.me. karmico”.

Riprendiamo il corso – tanti spunti da approfondire (in questo post troverete solo alcuni accenni).
Il termine che Mariano utilizza è “me.me.”, proposto anche da Richard Dopkins (meme)… Abbiamo parlato del termine “metastoria”, il quale non offende né va contro nessuna religione, neanche contro i non credenti. “Metastoria” è Dio, ma anche di più: si estende alla Creazione. La “metastoria” non possiamo sicuramente interpretarla come un Dio che si è annoiato ed ha deciso di creare qualcosa partendo dal caos…

La storia ha assistito al susseguirsi di generazioni in cui si è creduto specie in Occidente che la metastoria coincidesse con Dio – Yavhé – Allah; oggi invece possiamo andare oltre il punto di vista trascendente e andare verso un punto di vista della vita o metastoria immanente. Come facciamo in effetti oggi per aiutare tutte quelle situazioni di disagio anche giovanile in bilico, tra vita e morte? Come facciamo a chiedere ad esempio a una persona che ha tentato il suicidio più volte di credere in un Dio che oltre tutto neanche vede, né sente? Oggigiorno, il disagio dilaga e non guarda in faccia nessuno: non risparmia né il medico di famiglia per bene, né la persona pensionata che ad un certo punto è presa da un cosiddetto “raptus”… [I fatti di cronaca disegnano una realtà sempre più disastrata, segno di una società che scava sempre più la propria fossa].

Riprendendo lo schema del “GraAllaSalute”: la metastoria e i suoi rivestimenti
Il primo rivestimento o velo di maja è il bio-organico ovvero sono le mie emozioni profonde; il secondo velo di maja è definito dal mio corpo, il quale fa da specchio alle mie profondità o ai miei blocchi (la scioltezza o la rigidità, ad esempio, sono indici di contatto o mancato contatto con le mie profondità); il terzo velo di maja è quello dell’apparato vocale, della voce usata dall’uomo come un territorio che non posso vedere (mi impongo, esisto, sono attraverso il linguaggio, la parola e il modo in cui mi esprimo)…

Il me.me. (mediatore metastorico), che cos’è?
Il percorso, partendo dalla metastoria, arriva nella storia. Il me.me. deve essere ascendente: partendo dal Fondo Comune, attraversa i tre rivestimenti o veli di maja submenzionati. Se invece ho avuto un cattivo rapporto con mia madre (ovvero con i miei rapporti forti) e poi con i rapporti di gruppi (deluso nel rapporto con le istituzioni, con le comitive, ecc.), il mio me.me. si blocca al primo rivestimento profondo (“bio-organico”). Il me.me. bloccato può essere chiamato “me.me. karmico.

Il me.me. del Progetto Nuova Specie, cos’è stato per Mariano?
Madre, Padre, Moglie, Figli
. Partendo da una tale base che si crea con l’andare (non la si possiede “d’emblée”, né senza lavorarci), ha potuto crescere nella sua sfera personale e profonda (codice bio-organico – IMMERSIONE) e ha portato la sua crescita nel suo lavoro al Centro di Medicina Sociale (COMUNICAZIONE); infine ha potuto formulare un suo pensiero originale e profondo con il codice simbolico-razionale (PENSIERI ANTENATI) grazie a quanto “osservato-visto-contemplato” sul campo, confrontandosi con tutte le situazioni di vita incontrate in tanti anni di duro lavoro e sacrificio. Questo originale pensiero si è potuto tradurre anche in me.me. (mediatori metastorici).

Storie e percorsi…
Il me.me. è quindi ascendente, ma il percorso intrapreso da molte persone al Centro di Medicina Sociale con il “Metodo alla Salute” e il progetto Nuova Specie si manifesta in modo discendente (riprendiamo anche qui la metafora del “GraAllaSalute”). Le persone che vengono al Centro vengono accompagnate innanzittutto a riprendersi il codice della parola… Prendiamo il “caso delle casalinghe” (casalinghe in mutamento antropologico, come le chiamiamo noi) che approdano al Centro di Medicina Sociale per il disagio di un figlio. Ebbene, spesso tali casalinghe provegono da una cultura contadina che tagliava le donne persino nel parlare. Quindi la casalinga, ma anche qualsiasi persona impaurita o svalutata, viene aiutata ad iniziare dal codice simbolico una graduale discesa verso la sua metastoria, verso la metastoria. Inizia a riconoscere i suoi bisogni e si permette piano piano di soddisfarli. Scendendo dal simbolico, arriva all’analogico e scioglie le sue rigidità o blocchi, si avvicina agli altri: si concede di prendersi il territorio che le spetta e che non poteva prendersi nella cultura contadina. Da lì continua e si avvicina sempre di più al suo Dharma, ovvero alla sua specificità, si mette a contatto con i suoi nodi profondi e prova a scioglierli l’uno dopo l’altro…

E’ ovvio che tale percorso necessità di tanta pazienza (dal latino “patior” che significa “soffro e sopporto”), tempo e umiltà… Questi percorsi sono molto difficili e sofferti, ma sono percorsi di crescita vera che permettono a poco a poco di “rivivere” [come nel rito di immersione nella vita], di “rinascere” e di riprendersi in mano la propria vita.

Sembra che ce l’abbia fatta a scrivere e pubblicare questo post! La metastoria esiste!! 😉

Vi abbraccio tutti molto forte,

la vostra compagna di Viaggio,
Cindy

6 Commenti

  1. Unknown

    Silvio mio,

    grazie per questo commento che mi hai lasciato ieri! Mi veniva da piangere quando l'ho letto…

    Anch'io ti voglio bene e in questa settimana di te mi hanno commossa l'umiltà, il coraggio e la bontà.

    Sei un vero Perceval del mondo-villaggio globalizzato che parte alla ricerca del Graal.

    Un forte abbraccio,

    Cindy

  2. Unknown

    Volevo dire "fico" prima… scusa il lapsus! 😉

  3. Unknown

    Carissimo Federico,

    grazie mille per il tuo generoso bilancio! Pur avendo conosciuto da poco la nostra rete ed essere entrato nel mondo dei me.me. appena sei giorni fa, stai dimostrando solidarietà e spirito nei nostri confronti. Ti ringrazio dunque di aver accolto la mia richiesta di condivisione e scambio.

    Ti ringrazio ancora per la tua bella presenza, attenta e attiva durante il corso. Siamo contenti, penso possa parlare a nome dell'Associazione alla Salute, di avere incontrato una persona disponibile e pronta a mettersi in ascolto del disagio diffuso della nostra società o mondo-villaggio globalizzato. Non mancheremo io, Sandra, Raffaele o Silvio di tenerti al corrente per quanto riguarda le iniziative che organizziamo sul territorio: la seconda "Befana interetnica" è tra questi.

    Arrivo adesso al cuore del mio commento e mi riallaccio al tuo bilancio. Credo che l'entusiasmo che proviamo tutti nei confronti di tale metodologia (di teoria-prassi) nasce proprio dal fatto che siamo assettati di quell'acqua viva a cui abbeverare le nostre vite. Tanto è vero che alla fine del corso, molti corsisti hanno detto che era peccato che il viaggio giungesse già al suo termine: questo viaggio memico è un pozzo al quale avremmo voluto attingere ancora e questo ne dice lungo sul disagio che sentiamo nella nostra società. Non viviamo più; non stiamo più insieme alle persone e non sappiamo neanche più star insieme a noi stessi: al nostro Io o Atman…

    A proposito, proprio stamattina, ho riletto qualche pagina del – Siddharta – di H. Hesse che ha ricordato Antonella in questi giorni: "Già da un pezzo s'era persuaso che il suo stesso Io era l'Atman, di natura ugualmente eterna che quella di Brahma. Ma mai aveva realmente trovato questo suo Io, perché aveva voluto pigliarlo con la rete del pensiero. Anche se il corpo non era certamente quest'Io, e non lo era il gioco dei sensi, però non era l'Io neppure il pensiero, non l'intelletto, non la saggezza acquisita, non l'arte appresa di trarre conclusioni e dal già pensato dedurre nuovi pensieri". Infatti lo abbiamo sentito spesso ribadire in questi giorni: il codice simbolico-razionale o pensieri da soli sono ciechi; il corpo e le sue sensazioni lo sono anche se considerati in modo esclusivo; i sentimenti e le emozioni se non comunicanti con i resto del "GraAllaSalute" o Clessidra del Kairos – ossia "tempo favorevole" dei Greci – sono masse informe e spaventose… Ed è paradossalmente da lì che bisogna partire: dalla parte fagosa e buia della palude! E' grande la tentazione di rinunciare ad immergersi o dire basta perché "ormai la conosco bene quella palude, è una foresta malvaggia dalla quale non si esco più"… Eppure, come hai visto questa settimana nella persona di Silvio, è più saggia la pazzia di tornarci spesso, permettendoci ogni volta di scendere più in profondità.

    Concludo con due pensieri:
    il primo è l'augurio che tu possa aver nei tuoi confronti la stessa premura del vignaiolo per il figo;
    il secondo è il seguente haiku -> "L'ospite se n'è andato. Ravvivo il braciere, parlo con me stesso".

    Un forte abbraccio e buona domenica,

    Cindy

  4. Anonimo

    non so se questo è il posto giusto dove lasciare il mio bilancio, sono certo però di non creare "scandalo" e che il buon cuore di Cindy (che ha mostrato abbondantemente in questa settimana) saprà risolvere l'eventuale errore.

    Bilancio corso di formazione ricerca me.me. e utero psiché 15/19 novembre 2010 ancona

    Primo e non ultimo bilancio

    Il sottotitolo indica chiaramente il mio interesse a proseguire il cammino appena intrapreso nel mondo dei me.me.!

    Al momento non riesco ad individuare e trascrivere i determinati esempi diretti che mi portano a sentirmi entusiasta dell’esperienza che si è appena conclusa; sicuramente il forte impatto con l’aspetto prassi della teoria-prassi di Mariano è stato coinvolgente (e un po’ anche sconvolgente).
    In più ho ricevuto il grande dono da parte vostra di provare uno smemeramento sorto proprio grazie al rito laico del battesimo del piccolo Matteo. L’esperienza vissuta e subito teorizzata è stata per me molto preziosa, soprattutto perché già da solo e senza il fecondo aiuto di una teoria-prassi ben delineata ho cominciato molti anni fa il mio cammino di cambiamento ed avervi incontrato mi dona ora sollievo e speranza.

    A causa delle pressioni tra me.me. esterni e me.me. interni in adolescenza mi sono sentito costretto a reagire prima in maniera autodistruttiva, poi distruttiva ed infine, con pianto e stridor di denti, a dedicarmi a coloro che stavano passando attraverso la parte bassa del cum-munitometro come già era successo a me.

    Il mio cammino è ora ben lontano da quelle dinamiche eccessivamente karmiche che hanno contraddistinto il mio cammino, ma incontrarvi è stato per me molto salutare perché mi ha donato la consapevolezza che anche io sono ancora troppo superbo e bigotto per potermi fermare nell’arduo compito della crescita.

    Essendo questo il mio primo bilancio non so proprio come crearlo e di cosa parlare, con la certezza di rimanere purtroppo forse eccessivamente in superficialità voglio però dedicare a tutti coloro che sentono di trovarsi in una fase difficile della propria dinamica personale un me.me. che rispecchia molto il mio nuovo modo di affrontare la vita che ha contribuito molto ad uscire dalla parte più fangosa e buia della mia palude.

    “Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi i frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma egli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai.”

    Ad ognuno di voi l’analisi memica che più gli aggrada.

    Un abbraccio
    Federico Pierlorenzi

  5. Silvio Boldrini

    Cara Cindy,
    grazie per il tuo prezioso lavoro nel blog, so che è stato difficile per te riuscire a fare degli aggiornamenti quotidiani anche se lo hai fatto con piacere. Oltre ad essere una professoressa nelle dinamiche stai crescendo molto anche nel raccogliere e fare teoria. Riconosco la tua crescita da come mi sei stata vicina durante la settimana, mi sono sentito ascoltato e accompagnato da te. Grazie, ti voglio bene, Silvio

  6. Unknown

    Carissimi corsisti che avete seguito il corso insieme a me,
    se per caso passate da queste parti, sappiate che sarebbero graditi commenti, riflessioni o approfondimenti teorici da voi proposti! Potremmo condividere e continuare a scambiarci rispetto al corso… Io ci sto e voi?

    Un bacione,

    Cindy

    P. S. Riposiamoci comunque sia un po'… dopo queste cinquanta ore di formazione!

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