Lettera al Presidente della Regione Puglia, On. Nichi Vendola, dal Dott. Stefano Berti (Resp.Ufficio Promozione della Salute Zona T.le 7 ASUR Marche).

Dipartimento di Prevenzione Ufficio Promozione della Salute

OGGETTO: Comunicazione

Al Presidente della Regione Puglia
Ill.mo Nichi Vendola

e per conoscenza:
All’Assessore Regionale alla Sanità
Dott. Tommaso Fiore
Al Direttore Generale ARES Puglia
Dott. Francesco Bux
All’Assessore Regionale alle Politiche Sociali
Dr.ssa Elena Gentile
Al Direttore Generale Azienda OO.RR.- Foggia
Dott. Tommaso Moretti
Al Rettore dell’Università degli Studi di Foggia
Prof. Giuliano Volpe
Al Presidente della Provincia di Foggia
Dott. Antonio Pepe
Al Sindaco del Comune di Foggia
Ing. Gianni Mongelli
Al Responsabile ”Centro di Medicina Sociale per alcoldipendenza,
farmacodipendenza e disagio diffuso” Az. Osp.-Univ.OO.RR. Foggia
Dr. Mariano Loiacono


Egregio Presidente della Regione Puglia,

in qualità di Responsabile dell’Ufficio di Promozione della Salute del Dipartimento di Prevenzione Zona Territoriale n. 7 ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) Marche vorrei sottoporre alla Sua attenzione la forte validità di una iniziativa intrapresa già da molti anni sul territorio pugliese, ossia il Metodo alla Salute ideato e praticato nel Centro di Medicina Sociale per l’alcoldipendenza, la farmacodipendenza, e il disagio diffuso (CMS) degli OO.RR di Foggia. L’eccellenza di tale metodo, interamente ideato dal Dr. Mariano Loiacono, Psichiatra e Psicoterapeuta, Direttore del CMS, risiede nel suo carattere fortemente innovativo, esempio di una nuova cultura del fare sanità e del fare psichiatria e che ha permesso al CMS di essere inserito nella banca dati del progetto NON SOLO FANNULLONI indetto dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione quale esempio “di professionalità, di innovazione, di coraggio nello sperimentare nuove soluzioni volte a ridurre i costi, migliorare i servizi, rispondere meglio alle esigenze di cittadini e imprese”.

A tal proposito è doveroso sottolineare che il Metodo alla Salute si occupa del trattamento di persone con dipendenza da sostanze psicoattive (compreso l’uso di psicofarmaci) e di persone con problematiche di dismaturità, depressioni, disturbi dell’alimentazione, attacchi di panico, sindromi psicotiche e borderline, conflittualità sociale e istituzionale senza limitarsi ad agire sui sintomi, mirando a rintracciare le cause del disagio, ad attivare le risorse della persona e del suo contesto familiare e ad abbandonare progressivamente il ricorso agli psicofarmaci.

Ancora più sorprendente è il significato che tale metodo attribuisce al concetto di disagio: si parla infatti di “disagio diffuso”, un disagio che può esprimersi attraverso tanti modi, a partire dall’essere insoddisfatti della vita che si conduce, dall’ accontentarsi di uniformarsi a mode e modelli disfunzionali, fino a sintomi più evidenti che si avvertono in se stessi e nel rapporto con gli altri. È in questo modo che, all’interno del CMS, viene intrapresa una psicoterapia atipica e innovativa con gruppi di persone che presentano problematiche varie che possono essere collocate nella categoria generale del “disagio diffuso”, superando così la settorializzazione della varie tipologie di disagio e l’organizzazione in divisioni specialistiche che caratterizza la sanità e i servizi sociali in genere.

Si tratta insomma di un approccio che pone al centro della sua attenzione la persona con la sua storia, i suoi vissuti, i suoi sentimenti, le sue potenzialità e capacità vitali e non i sintomi o la patologia. Nel CMS la persona è coinvolta e accompagnata attraverso un percorso che coinvolge il nucleo familiare e mira a valorizzare e riattivare le energie vitali, le capacità e le abilità soggettive e relazionali. Questo approccio positivo e dinamico tende a costruire dei contesti che hanno come fine la restituzione alla persona di un proprio progetto di vita autonomo e consapevole. Il Metodo alla Salute punta quindi a dare valore ad ogni individuo e a sviluppare le competenze per vivere in una società complessa e globalizzata.

Vale la pena riflettere sul metodo utilizzato dal CMS per raggiungere i propri obiettivi di salute: esso si avvale di terapie di gruppo, i gruppi alla salute, che rappresentano lo spazio/tempo in cui si apprende e ci si modifica attraverso dinamiche di gruppo che consentono di acquisire nuovi strumenti di relazione e di approccio alla vita. Tali gruppi sono la palestra in cui ci si addestra ad affrontare collettivamente il disagio, a ricostruire l’integrità e a sviluppare la specificità di ogni individuo come soggetto significante e in relazione con gli altri.

Non va taciuto poi un ennesimo aspetto che rende questo approccio particolarmente meritevole, vale a dire la sua tendenza a rivolgersi non solo a persone sintomatiche, ma anche a persone asintomatiche che, pur non presentando alcun sintomo evidente, attraverso l’esperienza del metodo e del gruppo sviluppano la consapevolezza del valore e dei benefici di un percorso personale.

Il Metodo alla Salute è dunque finalizzato sia al superamento di un disagio evidente, sia al miglioramento del rapporto con se stessi e con gli altri. Per questo il CMS si presenta come una sorta di laboratorio antropologico in cui viene sperimentato un modello integrato di salute che include il versante della cura, della riabilitazione, della prevenzione, della ricerca e persino della formazione. Avendo infatti una valenza preventiva e riabilitativa il Metodo alla Salute si rivolge anche ai familiari – di qualsiasi età – dei pazienti in trattamento, a volontari di associazioni e organizzazioni e a studenti universitari tramite corsi di formazione e ricerca globale che intendono sviluppare capacità di lettura e gestione globale delle dinamiche di vita individuali e interpersonali. Questo programma di formazione/trattamento permette tra l’altro, anche grazie alla progressiva riduzione dell’utilizzo – sotto controllo medico – degli psicofarmaci, un notevole taglio dei costi sanitari e socio-assistenziali, in quanto la formazione dei familiari e degli utenti, che a loro volta possono diventare operatori volontari, rende non necessaria la presenza di un numero elevato di operatori professionali o personale paramedico.

Ciò che viene da chiedersi è come mai una realtà così innovativa e consolidata non sia stata valorizzata e sostenuta con maggiori risorse e sensibilità. Un programma rivolto a tutti (persone di ogni sesso, età, ceto sociale, scolarità, professione, etnia, appartenenza epistemologica, fase storica) e in cui rientrano tutti gli aspetti della vita e tutte le modalità interattive (comprese le interazioni con il corpo) deve essere assolutamente difesa, promossa e potenziata con risorse pubbliche e private. Poiché un approccio più umano e relazione come quello del Dr. Loiacono introduce una nuova dimensione nel concetto di salute, ossia un concetto che tende a mostrare quanto tutti noi siamo potenzialmente esposti a malattie e a rischi di passare rapidamente il confine tra benessere e disagio – come la moderna cultura della Promozione della Salute ci insegna dall’uscita della carta di Ottawa ad oggi – sostenere tale progetto vuol dire in realtà promuovere la salute e il benessere di tutta la popolazione. Poter contare su progetti come quello del CMS di Foggia è un privilegio per la nostra Nazione e un vanto per la regione Puglia.

Confidando nella sua sensibilità verso un’iniziativa così rara e all’avanguardia, che costituisce un’importante prosecuzione delle riforme avviate da Basaglia, la esorto a sostenere e tutelare un’esperienza importantissima per la promozione della salute ed il benessere di tutta la comunità.

Con profonda stima la saluto cordialmente.

Dott. Stefano Berti
Resp.Ufficio Promozione della Salute
Zona T.le 7 Ancona – ASUR Marche

Ancona, 12 aprile 2010

4 Commenti

  1. Anonimo

    Chiedo scusa della errata interpretazione e prendo atto, positivamente, del fatto che S. B. abbia deciso di desistere. Ti fa onore questo atteggiamento di tolleranza e rispetto delle diversità.

  2. Anonimo

    Precisazione doverosa:
    il primo commento anonimo non è del "solito Stefano che deve trovare sempre un aspetto su cui…" puntualizzare.
    Io ho ormai desistito.
    Grazie
    S.B.

  3. Anonimo

    Probabilmente sei il solito Stefano che deve trovare sempre un aspetto su cui…
    Se tu sei convinto di prendere gli psicofarmaci prendili ma non capisco perché minimizzare anche i contributi autorevoli di una persona esperta, come il dott. Stefano Berti, che è stato al Centro e ha verificato di persona. Ma fossi un azionista di qualche casa farmaceutica che produce psicofarmaci? Perché ti dà tanto fastidio che ci sia una alternativa pubblica dove arrivano tantissime persone da tutta l'Italia? Ti prego, desisti e continua per la tua strada. Il Metodo alla salute, a differenza tua, non combatte chi come te intende continuare a prendere psicofarmaci. Permetti a chi vuole di pensarla e agire diversamente dalle tue convinzioni.

  4. Stefano

    Non so perché continuate a chiedere relazioni per le vostre opinabili richieste.
    Sarà pure vero quello che scrive il dott. Berti (non ho capito bene in che cosa è dottore) ma il vero nodo è che fate cose che la Psichiatria non approva e non avete nessuna validazione scientifica. Spero che Vendola vi obblighi a produrre dati e risultati verificabili. Per me, se il dottor Loiacono si toglie fuori dai… fa una santa cosa e risolverebbe alla radice questa esperienza confusa.

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