Riflessioni sul meeting nazionale delle realtà anti-psichiatriche e meta-psichiatriche a Rimini (21-06-2008)
a cura della:
ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE – ONLUS –
Foggia e Marche
il giorno 21/06/2008 si è tenuto a Rimini c/o la struttura alberghiera “Villa Panda” un “Incontro delle realtà antipsichiatriche nazionali (ex-utenti, utenti loro malgrado e dissidenti della psichiatria)”, al fine di definire un più ampio spettro di azione e di intervento, di valorizzare e replicare le esperienze consolidate e di coordinarsi in un’ottica di condivisione delle risorse e per l’individuazione di obiettivo a medio e breve termine comuni. L’invito è stato esteso a diverse realtà nazionali, comprese quelle di carattere associativo, con l’intento di coinvolgere nella discussione anche realtà istituzionalmente riconosciute. L’incontro si prefiggeva dunque anche la finalità di condividere una strategia comune e di articolare iniziative da attuare in sinergia. L’invito ribadiva inoltre la necessità di incrementare anche il livello informativo (rilanciare un dibattito ancora sconosciuto in molte zone d’Italia), quello di denuncia e di primo intervento sugli abusi evidenti, quello della tutela dei diritti degli utenti, quello prettamente politico-istituzionale, e quello di consolidamento e valorizzazione di risposte al disagio ed al malessere diverse da ciò che la cultura e il circuito psichiatrico offrono.
A tale incontro siamo stati invitati dunque anche noi come “Associazione Alla Salute” – ONLUS Foggia e “Associazione Alla Salute” – ONLUS Marche. Tra i vari convenuti, erano presenti: esponenti di “No-pazzia”, esponenti del “Centro Rel azioni Umane” di Bologna, Paola Minelli di “Radio Black-Out” di Torino (che ha fatto l’esperienza della settimana intensiva di Giungo 2008 presso il nostro “Centro di Medicina Sociale” – OO.RR. di Foggia ed ha scritto anche articoli sulla nostra rivista “Limax”), esponenti di “Lotta di classe”, esponenti di “Senza Ragione”, il collettivo anti-psichiatrico “Violetta-Van Gogh” di Firenze, il Collettivo Antipsichiatrico di Pisa e quello di Bergamo, esponenti di “Zona Temporaneamente Libertaria” di Rimini, esponenti di “Psichiatria Democratica”, esponenti dell’“O.I.S.M.” (Osservatorio Italiano di Salute Mentale), esponenti di “Telefono Viola” di Bologna, esponenti di “Il nido del cuculo”, esponenti del “Progetto Contraria-Mente”, più liberi cittadini indipendenti da enti o associazioni. Tra gli organizzatori era presente Ezio Catacchio dell’Associazione “Altre Ragio ni” di Bari, che ha fatto anch’egli l’esperienza di una settimana intensiva presso il “Centro di Medicina Sociale” – OO.RR. di Foggia.
Della nostra associazione erano presenti: Gianni Chiariello (presidente Associazione Alla Salute – ONLUS Foggia), Raffaele Cimetti (presidente Associazione Alla Salute – ONLUS Marche), Sandra Recchia (dalle Marche), Graziana Porcaro e Cristian Ceglie (da Bari).
L’incontro si è svolto in un clima piuttosto informale, nella sala pranzo dell’albergo “Villa Panda” di Rimini. Dopo i riti di apertura, si è passati alle presentazioni dei vari partecipanti, per dire le motivazioni per le quali si era andati all’incontro. Da subito si è capito il clima dell’incontro, caratterizzato da una forte matrice antipsichiatrica. La maggior parte dei convenuti sono persone che, dopo essere stati utenti della psichiatria stessa e aver subito grossi danni e pochissimi risultati dai trattamenti tradizionali, sono passati ad adottare una strategia caratterizzata dalla sfida aperta a tali soluzioni che la psichiatria stessa propone. Il clima delle presentazioni è scorso tuttavia pacato fino a quando si è presentato uno psichiatra di Mantova, il Dr. Enrico Baraldi, membro di “Psichiatria Democratica”, il quale ha osato sfidare (si tratta di uno psichiatra che lavorando in un Servizio pubblico adotta come prassi procedimenti terapeutici come il TSO e l’utilizzo di psicofarmaci) con coraggio il clima dell’incontro e si è presentato dunque per ascoltare le proposte e per presentarne delle proprie. Non è bastato però tale atteggiamento di critica e di apertura (è tra l’altro l’autore di un romanzo dal titolo: “Psicofarmaci agli psichiatri”) a convincere i co nvenuti, alcuni dei quali lo hanno attaccato e invitato calorosamente ad abbandonare l’incontro. Il Dr. Baraldi è poi rimasto quasi fino alla fine dell’incontro; è seguita poi una spaccatura forte tra i convenuti all’incontro, una buona metà della quale (quelli più estremisti) volevano che gli psichiatri non fossero presenti all’incontro e comunque in linea di massima tutti coloro che prescrivono come prassi psicofarmaci e fanno TSO. Un’altra metà poi (tra cui anche uno degli organizzatori) era dell’opinione di ascoltare questo medico che ha avuto il coraggio di scrivere un libro dal titolo così provocatorio.
L’opinione personale è che bisogna essere sempre aperti e in ascolto verso forme di apertura, soprattutto da parte di personaggi istituzionali (tra l’altro questo è uno psichiatra che compare spesso in televisioni anche a livello naz ionale), e che osano mettersi in discussione criticando apertamente quello che è l’operato della scienza psichiatrica ufficiale, anche se poi dal di dentro spesso hanno difficoltà e mani legate a fare scelte significative. Le nostre associazioni sono rimaste in ossequioso ascolto del dibattito dei convenuti, mettendo in vista il “Limax”, molte copie del quale sono andate a ruba. Quando è poi arrivato il nostro turno (dopo più di due ore e mezza di discussione), ha parlato per primo Raffaele, cooptando buona parte dell’attenzione e riuscendo a lanciare discretamente il messaggio della “Metodologia Alla Salute”, dell’impegno necessario dei familiari/accompagnatori, del percorso difficile e pieno di ostacoli che tale metodologia prevede, del messaggio “meta-psichiatrico” che il Metodo del Dr. Mariano Loiacono propone. Quando poi è arrivato il momento della presentazione del sottoscritto (Gianni), solo perché ho accennato al mio disagio che ho avuto nel ’99 (un disturbo cosiddetto “ossessivo”) alcuni convenuti mi hanno interrotto continuamente, dicendomi che non dovevo utilizzare termini psichiatrici e, piuttosto che ascoltare quella che era stata la mia sofferenza e come grazie al Metodo ne sono uscito fuori o l’ho compresa, si sono bloccati al fatto che io non sapevo utilizzare termini diversi perché sono un medico, impedendomi quindi di continuare a parlare degli altri aspetti positivi del metodo; stessa sorte, anzi forse peggiore, ha avuto Sandra Recchia – insegnante di sostegno -, la quale (nel momento in cui voleva parlare del progetto del “Cerchio Magico”, avviato da lei stessa da 3 anni presso l’Istituto “E. Fermi” di Mondolfo (PU) come modalità psico-pedagogica creativa e non medicalizzata di prevenzione dei disagi nell’adolescenza) ha subito la mia stessa sorte, anzi addirittura le è stato tolto anche il microfono di mano, perché ha utilizzato i termini “prevenzione” (di comune uso nella psichiatria ufficiale) e “cosiddette psicosi”. Insomma, da parte di molti c’è stata una grossa rigidità sull’utilizzo della terminologia; non sono accettati e tollerati termini medici, bisogna parlare di “disagio relazionale”, meglio ancora di “disagio esistenziale”; del resto questo però noi non lo sapevamo! Graziana e Cristian non hanno parlato.
Il resto dell’incontro si è dunque polarizzato poi s ul tentativo di fare qualche proposta concreta, come era stato auspicato dagli organizzatori nell’invito al convegno, ma sono sorte da subito discussioni accese (alimentate dalla presenza anche dello psichiatra Baraldi) sulla utilità o meno che a questo tavolo di lavoro potessero prendere parte anche psichiatri che utilizzano protocolli ufficiali. La discussione, che a volte ha preso anche toni ispirati a principi ideologico-politici, si è fatta sempre più pesante e poco fertile sul piano delle prospettive operative-propositive. L’incontro si è concluso poi con una sintesi ben articolata fatta da uno dei convenuti, il Prof. Ivano Spano, psicologo e sociologo, professore alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova, il quale ha messo in evidenza comunque, al di là dei tagli legati alle spaccature fra le diverse realtà che ci sono, la necessità di proporre un qualcosa che vada al di là delle soluzioni attual i, rilanciando quindi un discorso di “meta-psichiatri a” che il “Metodo Alla Salute” già da diversi anni propone. Tale incontro-dibattito dovrà tenersi a Bari, forse prima della fine dell’anno, ed avrà proprio come titolo-tema “Al di là della Psichiatria”. Questo ci ha reso soddisfatti; infatti, oltre al fatto che lo stesso Prof. Ivano Spano (persona oculata nel suo modo di esporre e parlare dell’argomento ed anche di un certo spessore intellettuale oltre che di esperienza) ha ben parlato del “Metodo Alla Salute”, ci è sembrato che sia stato centrato in pieno l’esigenza di proporre qualcosa che vada oltre il semplice combattere la psichiatria ufficiale. Volendo dunque tracciare un bilancio dell’incontro, personalmente mi ritengo soddisfatto perché come Associazione che si fa portavoce della “Metodologia Alla Salute”, siamo stati abbastanz a ascoltati, abbiamo lanciato (seppur non a gran voce) il nostro messaggio, però lo abbiamo fatto con coerenza e coraggio (non era facile infatti in quel contesto potersi esprimere liberamente); le persone convenute più moderate (tra cui lo stesso Prof. Ivano Spano e il Dr. Baraldi) hanno ascoltato con attenzione le nostre relazioni, hanno preso la nostra rivista “Limax”, si sono riproposte di allacciare relazioni con il Dr. Mariano Loiacono (il Dr. Baraldi ha già cominciato una corrispondenza via mail e prossimo sarà un dibattito-convegno sul libro da lui stesso scritto nel quale speriamo di poterlo invitare di persona). Inoltre è stato buono prendere visione e conoscenza di tali realtà a livello nazionale, perché comunque (al di là delle loro posizioni molto ideologiche ed estremistiche-radicali) sono realtà che combattono i danni e i soprusi (che sono tantissimi) che quotidianamente la psichiatria ufficiale commette, e quindo svolgono un ruolo dignitoso e di tutto rispetto. Ci siamo però resi ancor meglio conto di quanto il pensiero che alimenta l’operato di tali realtà sia ancora distante dal messaggio e dalla visione epistemologica che sta alla base del “Metodo Alla Salute”, che (a nostro modesto parere) è molto avanti rispetto a tali ideologie, in gran parte superate e comunque anch’esse in crisi (non dimentichiamo poi che gli stessi convenuti sono persone che poi quando sono a disagio ricorrono esse stesse a cure della psichiatria ufficiale; alcune di esse assumono psicofarmaci stessi…). Siamo però convinti che sia comunque buono continuare una relazione con tali realtà, pur nella fermezza e nella convinzione del nostro percorso-cammino e delle nostre posizioni, certi che anche tali realtà hanno una sensibilità (frutto di grandi sofferenze che hanno subito nella loro vita) che può tornare utile nella proposizione di cose nuove.
(neuropsichiatra infantile)
presidente Associazione Alla Salute – ONLUS Foggia
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Al resoconto dell’incontro di Rimini del 21/06/2 008 sull’antipsichiatria scritto da Gianni vorrei aggiungere alcune considerazioni sui contenuti emersi durante il dibattito.
La cosa che più mi ha colpito è senz’altro il dolore che ho respirato in quell’ambiente da parte di tante persone (di ogni età) che nonostante si fossero riunite per “discutere-combattere” la psichiatria tradizionale, non ho trovato una prospettiva in grado di aprire un orizzonte più ampio di crescita. Fin dai primi interventi ne è emerso subito la drammaticità in cui riversa la psichiatria oggi in ogni realtà nazionale, da Rimini a Palermo, da Torino a Bologna, Trento, Lecce, ecc. Venendo meno il valore della PERSONA in quanto tale, la psichiatria sembra dimenticarsi di tutta la storia di un individuo e paradossalmente “psicotizzarsi” a pochi aspetti dello stesso che sfociano in contenimento e controllo. “Così la psichiatria è diventata più potente dei manicomi. La logica del controllo è presente anche oggi con le stesse pratiche che si usavano nei manicomi. Tutti i reparti sono chiusi, con l’utilizzo degli psicofarmaci!…” ci ha riferito Gaetano, un infermiere, esponente del “Progetto Contraria-Mente”. Anche Stefano di Rimini (familiare di un paziente con disturbi psichici) ha insistito sulla frammentazione e sul senso di solitudine che si trova a vivere una famiglia in queste circostanze. È paradossale come di fronte a carenze di alternative istituzionali in grado di andare oltre la semplice logica del contenimento e del controllo di un individuo, giovani di 20-30 anni dopo aver subito TSO (“Trattamento Sanitario Obbligatorio”) e ricoveri vari non riescono ad avere un accompagnamento che apra a nuove strade e che non si limiti al semplice “parcheggio”… Lo stesso Maurizio di Rimini (Presidente dell’associaz ione “Il nido del cuculo”) ha sottolineato come tutti i servizi sociali sono ormai lontani dalle esigenze reali delle famiglie e delle persone in cura. Ma il problema principale evidenziato dalle testimonianze di più persone è la carenza di spazi, fuori dai reparti psichiatrici, per sottrarre le persone ai TSO e per trovare alternative a tali trattamenti. Penso che sia questo l’elemento di scontro e di rabbia accumulata da utenti ed ex-utenti contro la psichiatria e varie strutture ad essa collegata (servizi sociali in generale, Centri Diurni, comunità, psichiatri che sottoscrivono psicofarmaci e ricorrono a TSO). Ho sentito molto l’esigenza da parte di tanti pazienti ed ex-pazienti, compreso Sandro di “No Pazzia”, di costituire un “associazione degli utenti” di tipo nazionale (sopravvissuti, ex-utenti, utenti) custodendone fermamente tale identità. Ho percepito la tanta voglia di associarsi per essere più forti, ma nello stesso tempo la paura di aprirsi ad altro rischiando di perdere un’identità soffer ta. Anche la relazione del Prof. Ivano Spano dell’Università di Padova è stata significativa nell’evidenziare la forte medicalizzazione in atto in risposta al disagio giovanile, in una società fortemente contraddittoria. È assurdo come profondi cambiamenti antropologici e sociali (cause orginarie del “disagio diffuso” che oggi dilaga in ogni contesto) vengano ormai fronteggiati con una logica estrema di medicalizzazione. La stessa Ornella di Roveto, in seguito ad un conflitto sul lavoro e successivamente in famiglia, che man mano ha assunto dimensioni sempre più difficili da gestire per lei, si è trovata a subire cinque TSO. In sintesi l’incontro si può riassumere in alcuni punti molto significativi e su cui purtroppo poco si discute e ci si confronta:
– si sta verificando una forte medicalizzazione sociale;
– il problema della tutela e degli abusi nella psichi atria;
– valutare alternative concrete alla psichiatria;
– riavviare un dibattito critico-propositivo sulla psic hiatria.
Avere avuto la possibilità di partecipare a questo incontro per me è stato molto importante e colgo l’occasione per ringraziare gli organizzatori e tutti i convenuti. Mi ha dato ulteriormente la possibilità di capire ancora di più i forti limiti in cui si trova la psichiatria oggi e nello stesso tempo di apprezzare ancor di più il percorso che da alcuni anni sto facendo del “Metodo Alla Salute” presso il “Centro di Medicina Sociale” – OO.RR. di Foggia diretto dal Dr. Mariano Loiacono. Ho potuto realmente constatare come il “Metodo Alla Salute” non è contrappositivamente anti-psichiatrico ma è “meta-psichiatrico” (al d i là della psichiatria). Dico questo perché il Metodo ti amplifica gli orizzonti, non si limita a contenere ciò che vuole esplodere come conseguenza-sintomo-soluzione di un malessere profondo, ma accoglie l’esplosione senza medi calizzarla e senza utilizzare psicofarmaci, a differenza della psichiatria che in modo miope concentra tutta la sua attenzione nel diagnosticare-bloccare-contenere quell’esplosione-soluzione. Il Metodo è meta-psichiatrico perché riesce a far sviluppare dei “globcettori” di sensibilità nelle persone in trattamento-accompagnatori in grado di cogliere-accogliere tutta la storia di un individuo con lentezza ma in profondità. Mi è se mbrato di capire che la psichiatria è veloce, affannosa, quantitativa, classificativa. Il Metodo è meta-psichiatrico perché si “sporca le mani” delle storie delle persone e sul campo, attraverso le “dinamiche di vita”, cerca umilmente soluzioni e le verifica, a differenza della psichiatria che è ormai impantanata nella logica gerarchica della diagnosi come soluzione.
(sociologo, insegnante)
presidente Associazione Alla Salute – ONLUS Marche
Aderiamo alla campagna nazionale “Giù le mani dai bambini”