Ciao a tutti. Penso che immaginerete il motivo che mi spinge a scrivere questo post, e fra i tre
amministratori del blog, chi altri se non io che sono anche musicista? Quindi mi servirò, come al mio solito, di uno spunto di attualità per parlare di un discorso in maniera molto più ampia e profonda, e per seminare qualche spunto.
Ieri sera avevo il televisore acceso su Rai1 e come tutti saprete c’era la finale del “Festival di Sanremo”. Non è che lo seguissi, stavo facendo altro, ma aspettavo il verdetto finale: ma il vincitore alla fin-fine era nell’aria…. Il vincitore, come speravo, per fortuna è stato Simone Cristicchi. Tal giovane Simone Cristicchi non è sicuramente uno dei musicisti che più amo, anzi… ma devo dire che ha sorpreso anche me con la sua “Ti regalerò una rosa” che gli ha regalato (appunto) la vittoria del Festival. Simone Cristicchi ha sorpreso anche me, che sono un battagliero acido e borbottone in difesa della musica buona, della musica sincera e innovativa. Il tema della canzone, come già saprete, è quello di una
storia d’amore tra due persone psichiatrizzate, che si conclude con il suicidio di lui. Ho sentito che questa canzone gli è stata ispirata dalla sua esperienza concreta come volontario in un centro d’igiene mentale (ha fatto anche un documentario sui C.i.m., sugli ex-manicomi e sui Centri diurni), quindi con persone psichiatrizzate, appartenenti a questa spaventosa ondata di casi di psicosi e di cosiddette “schizofrenie” che cresce e crescerà sempre più: un’ondata che noi, al “Centro di Medicina Sociale” di Foggia, al “Centro Diurno Soledaia” di Ancona, all’“Associazione Alla Salute” Onlus e altrove, cerchiamo di affrontare con soluzioni diverse da quelle della pschiatria e delle psicoterapie tradizionali. Però dico e che cazzo: ci sono voluti 40 anni dalla morte di Luigi Tenco durante il Festival del 1967 (per suicidio, anche se non ancora dimostrato in maniera inconfutabile) per far vincere e far parlare di una canzone veramente importante per la società civile?
Quello della musica è forse il linguaggio più potente che ci sia. Linguaggio appunto, solo inguaggio rimane, mentre una “dinamica” di Vita e la sua successiva “teorizzazione” in diretta alla portata di tutti è un’altra cosa ben più potente, come cerchiamo di dimostrare noi attraverso il METODO ALLA SALUTE e l’Epistemologia Globale… ma questa è un’altra storia. Tuttavia, basti pensare che negli anni ’60 e in parte nei ’70 la musica è stata veramente capace di unire e proprio di “fare” le generazioni dei giovani, di portarli a sollevarsi in qualche modo contro uno status quo che è parziale e mortifero, verso un qualche tipo di cambiamento (dai “figli dei fiori”, al punk ecc.). In quegli anni la musica era veramente una cosa importante, soprattutto per chi la scriveva e la interpretava: i musicisti si sentivano veramente delle voci in campo, alla pari dei politici, della classe dirigente e degli intellettuali, e in alcuni casi come dargli torto (vedi Tenco e De Andrè su tutti)? Oggi, ma da decenni ormai, la musica ha perso il suo ruolo di traino, e dico forse per fortuna. Perchè per fortuna? Perchè che senso ha fare una bellissima canzone, una canzone che apre la visuale e la riflessione del pubblico su tematiche importanti e smuove le coscienze, se poi non c’è l’azione reale sulla realtà (mi si scusi il gioco di parole)? Sì poi vabbè, molti musicisti per pulirsi la coscienza si mettono a fare beneficienza e diventano dei miliardari filantropi: sono cose anche buone, ma non cambia molto nella sostanza. Inoltre molti eroi “negativi” si sono sempre scagliati giustamente contro un sistema che non va, ma non hanno mai proprostio delle ipotesi di rigenerazione. A dire il vero, nel dibattito pubblico e nei “che fare” concreti delle persone e delle istituzioni di oggi, ma ormai dal dopoguerra a questa parte, non si è capito nè l’una e nè l’altra cosa. Da un lato non si è capito che le canzoni sono sempre più solo canzoni se non c’è un’azione reale di cambiamento. Un’azione, perchè no, proprio da parte dell’artista stesso, se è immerso in quel fenomemo vivo che porta a tema della canzone; perchè poi è facile fare il mobilitatore di masse, delegando solo alle masse di interrogarsi e di agire
spinti da una canzone. E beh? E tu artista che fai? Che cambiamenti porti? Anzi, spesso all’artista sta bene così e lo fa sentire appagato e con la coscienza a posto il solo fatto di aver scritto quella bella canzone, per quanto importante e penetrante che sia (può essere da Bob Dylan a Simone Cristicchi…), e gli basta il riconoscimento. Ma sappiate che la vita da musicista, soprattutto quando si afferma ed acquisisce notorietà, è chiusa solo in quel circuito là, fa solo l’artista e basta: è impegnato come un matto ad orari impoossibili, sbattuto di qua e di là per concerti, TV, interviste ecc., e quello è un circuito psicotico e frenetico che ti inghiotte, come un vortice! Ed è basato (diciamocelo!) solo sul fatto economico: è un macchina dei soldi, come aveva ben capito Jim Morrison dei Doors. Quindi voglio dire questo: a me ormai gli artisti mi hanno deluso (parentesi: “a me mi” in realtà si può dire, è la grammatica ufficiale che è sbagliata, lo disse Roberto Vecchioni che è stato mio prof per un esame). Io penso che oggi gli artisti migliori, gli artisti che vale la pena che facciano quello che fanno, non dovrebbero essere quelli che hanno voluto fare gli artisti come prima cosa, ma dovrebbero essere persone che sono prima di tutto immersi in un fenomeno vivo, che si sporchino le mani già come loro prassi acquisita, che stiano all’interno di quello che cantano, scrivono, narrano ecc. Il vero problema di oggi, come stiamo cercando di testimoniare attraverso il blog e il sito che abbiamo aperto per parlare del Metodo Alla Salute, dell’Epistemologia Globale e della ricerca quarantennale del Dr. Loiacono e di tutti noi, è il disagio: un “disagio diffuso”, sempre più diffuso. La gente sta male, anche la cronaca ormai è piena tutti i giorni di “scoppi” inaspettati di situazioni di apparente normalità: la scuola, gi stadi, i “bulli” tra gli adolescenti, il vicinato e le stragi domestiche ecc. [per chiarimenti e approfondimenti contattateci e scrivete commenti]. La musica quindi (come la utilizziamo noi col Metodo Alla Salute) può essere un ottimo aiuto, all’interno però di tutto un meccanismo di dinamica e di teoria-prassi molto complesso e difficile, spesso molto scomodo e doloroso, per cui noi tutti stiamo cercando di acquisire delle competenze. La musica e la canzone può essere un ingrediente molto utile se è integrato in tutto ciò che si può fare per favorire il sanamento dei “nodi” e la trasformazione profonda nelle persone. In questo senso, il Metodo Alla Salute è una ipotesi applicata e verificata da 30 anni, con buoni risultati. L’esempio che porto su di tutti è Sandro: Sandro è un insegnante di scuola media che per problemi di alcoldipendenza è arrivato da noi al “Centro di Medicina Sociale” di Foggia. Dopo aver fatto un trattamento ed essere uscito dalla sua dipendenza, ha scritto col Dr. Loiacono due
canzoni, che poi incise su CD sono diventate parte integrante del Metodo Alla Salute! Durante le Settimane Intensive, il venerdì mattina si tiene un’unità diattica, che a seconda può essere l’ “Indietro Tutta” o l’ “Avanti Tutta”. Queste unità didattiche vengono svolte proprio in base alle due canzoni che ne portano il titolo, appunto “AVANTI TUTTA” e “INDIETRO TUTTA”. Sono canzoni molto semplici, incise solo con chitarra e voce, ma canzoni molto molto profonde e soprattutto “didattiche” su come funziona la vita, allo stesso tempo. E sapete queste due canzoni, con le unità didattiche, quante cose aiutano a capire per le persone che stanno male? Un casino di cose! E quante traformazioni e sanamenti hanno favorito e consolidato? Molti e molti. Sono dei mezzi molto semplici e alla portata di tutti per trasmettere un sapere, un sapere che cerca di svelare come funziona la Vita, un sapere prezioso per la vita di ognuno: un “sapere emotivo”.
Ecco: questa per me è arte! Questo per me è un artista! Da noi, quindi, le canzoni e la musica sono utilizzate come mezzo “terapeutico” in un servizio pubblico ospedaliero. E come cerchiamo di spiegare, il Metodo Alla Salute è una metodologia esportabile e applicabile dovunque, anche nel quotidiano ed in contesti non strettamente terapeutici, da persone che, pur senza titoli, ne hanno acquisito le competenze di teoria-prassi. Un altro modo che troviamo noi per utilizzare la musica è per esempio come facciamo con una canzone di Giorgio Gaber che si chiama: “E allora dai!”. Questa canzone la cantiamo e la balliamo tutti in cerchio ogni lunedì mattina, proprio per dare una spinta a tutti: “E allora dai, e allora dai! Le cose giuste TU le sai! E allora dai, e allora dai! Dimmi perchè tu non le fai!”. Spero che queste canzoni si possano mettere presto in download su questo blog o sul sito www.nuovaspecie.com .
Per tornare alla vittoria di Cristicchi, comunque si sa: l’Italia o meglio l’ “Italietta” in cui viviamo ingurgita, fa rumore per un pò, poi si scorda tutto ed è trascinata su altri discorsi. E alla fine rimane tutto come prima…………ancora.
Quindi speriamo bene: se un’onda dovesse alzarsi, un onda in cui si inizi a parlare del disagio diffuso; un onda per parlare di un sistema di vita che non va più bene ed è destinato al declino, un declino di cui le psicosi montanti e le cosiddette “schizofrenie” (di cui ormai ce n’è quasi 1 caso ogni due famiglie) sono soltanto il campanello d’allarme ancora non ascoltato, allora cari compagni di viaggio, quest’onda ora cerchiamo di cavalcarla!!!
@FABER@
lettura consigliata: Mariano Loiacono, “Verso una nuova specie. Disagio Diffuso, Salute e Comunità Globale”, Edistampa Nuova Specie. Foggia (2000)
[per chiarimenti e approfondimenti su:
– il “Metodo Alla Salute”;
– sul corpus teorico che è alla base delle considerazioni che trovate in questo blog;
– per venirci a trovare;
– sulle attività di diffusione, confronto e formazione;
– sulle publlicazioni del Dr. Mariano Loiacono;
contattateci e scrivete commenti]
12 Commenti
Anonimo
quando ho sentito questa canzone mi sono gelata…ho ascoltato e poi sciolto quel gelo in pianto nel ricordo di mia zia morta tanti anni fa al Santa Maria della Pietà di Roma…altro non dico…
silvia
luna margherita
Io ho vissuto nei posti che descrive Cristicchi nella canzone, e devo dire che quando l’ho ascoltata ho sentito un nodo stretto alla gola, perchè per me è stato capace, in pochi versi, di tracciare le linee principali di una realtà ancora troppo nascosta e vista…non dico male, ma parzialmente. Prendo le distanze anche da chi fa fare ai “matti” degli spettacolini teatrali di dubbio gusto giusto per farli uscire dal recinto della comunità – in perfetto stile “ora d’aria”. Ho gradito molto il fatto che si parlasse di un amore…l’innamoramento ci accomuna tutti, no? “Normali” e “pazzi”. Ora sta ad ognuno di voi inserirvi nella categoria! Vorrei anche aggiungere che Cristicchi è passato da “voglio cantare come Biagio Antonacci…” a questo brano. Se non altro, un giovane cantautore italiano ha intrapreso una ricerca e crescita personale. Ultimamente mi sembra raro tra i giovani. Cristicchi, ti regaleremo un Limax! (…anzi, perchè non ti fai l’abbonamento?)
Fabrizio d'Altilia
Sulla canzone di Cristicchi penso che ogni tipo di giudizio, dal più positivo al più negativo, sia una parte della verità. Concodo con alcune cose che ha detto Giuseppe, ma ci sono altre cose positive che penso io.
L’importante non è se sia una bella canzone o no, l’estetica non è tra le nostre piorità credo… L’importantwe sarà vedere gli effetti che potrà avere questa canzone e tutta la campagna sul disagio che Cristicchi sta facendo.
@FABER@
serena
Intanto, un saluto a Serena dall’altra Serena; sarà il nome, anch’io a dicembre sono stata via per un po’ (circa un mese), dall’altra parte del mondo (Bolivia) a intrecciarmi con una realtà lontana dalla nostra mettendomi alla prova. Sono certa che sarà un’esperienza in ogni caso proficua per te, se ti va di raccontarcela un po’ meglio puoi scrivere qualcosa in proposito e poi spedirla all’indirizzo del centro documentazione, io potrei inserirla tra i post del blog.
Per quanto riguarda la canzone, a me invece piace molto, e frasi come “la mia patologia è che son rimasto solo” oppure “i matti siamo noi quando nessuno ci capisce, quando pure il tuo migliore amico ti tradisce” non sono affatto vicine alla mentalità di fondo di cui parla Giuseppe79. Ognuno poi la vede come vuole, ma già il fatto che si parli di un argomento che di solito rimane sotto silenzio, per me è cosa buona; anche se poi si sa che in questo Paese tutto si riduce a chiacchiere, e non certo per colpa di un qualsiasi Cristicchi.
Anonimo
Che vi devo dire…a me questa canzone non piace.
Secondo il mio modesto parere tratta un tema delicato in modo davvero grossolano. Descrive situazioni reali certo, ma come un tursita che fa una gita ad un CIM e si scandalizza per ciò che succede, tanto da scriverci una canzone. Non è neanche una fotografia di una realtà perché ha il vago sapore di una denuncia sociale mal riuscita.
Un artista dovrebbe trasmettere emozioni, sensazioni, vissuti emotivi e, tramite questi, trovare un fondo comune che faccia vibrare all’unisono gli animi di tutti coloro che ascoltano. Cioè… piuttosto che descrivere la puzza di piscio poteva descrivere quello che c’è dietro (l’essere ignorati, il sentirsi diversi,…) che sono poi cose che accomunano tutti gli esseri umani. Invece questi “apostoli di un dio che non li vuole” sembrano degli alieni!!! La descrizione di Antonio poi è vergognosa perché lo inquadra unicamente come un matto! E’ paeradossale perché vorrebbe criticare un certo stato delle cose ma lo fa con la stessa mentalità di fondo.
Io mi sentirei indignato se la canzone fosse rivolta a me o ad un mio parente e la rosa gliela ficcherei nel culo. Con tutte le spine.
giuseppe79
Anonimo
Menomale! 🙂 Mi sento molto fuori dall’Italia ultimamente…Sono qui quasi da 5 mesi…e tutto mi sembra lontanissimo, quasi un’altra dimensione…un vago ricordo…
diciamo che sono partita con l’intento di fare visita ad un’amica lontana, d’imparare l’inglese,
di conoscere nuove realtà,
di vedere posti e cose nuove, tra animali e natura,
di cavarmela un pò da sola,e di seguire un pò quello che mi diceva il cuore…ma quando sono arrivata il mio scopo si è amplificato: sono molto curiosa di capire come fanno a convivere tante culture così diverse tutte insieme!! Quale è il loro punto di vista su questa vita!?…il perchè non si massacrano…come fanno a trovare tutte uno spazio e a coesistere?!?!…ma la domanda migliore è: “perchè nel resto del mondo non è così semplice convivere pacificamente?”…mi sento ignorante, devo ancora studiare e viaggiare molto, per rendermi conto…
Insomma, sto un pò curiosando agli antipodi…dove tutto è relativo, e non c’è un costume che è “normale” per tutti…c’è solo tanta, tantissima molteplicità, ed è “normale” che ci sia!! Ho conosciuto Venezuelane, Spagnoli, Messicani, Cileni, Ungheresi, Svizzeri, Tedeschi, Francesi, Maltesi, Americani, Koreani, Gapponesi, Thailandesi, Indiani, del Bangladesh, Libanesi, Rumeni, Ermeni, Sudafricani, Iraniani, Iraqueni, Arabi, Indonesiani, Italiani, qualche Australiano(inglesi colonizzatori)…ma neanche un aborigeno(nativo del posto)!!…(mi impegnerò di più ;-))
Ti abbraccio anch’io!! 🙂
luna margherita
beh, io mi ricordo di te eccome!! che ci fai in australia? ti abbraccio forte forte
Anonimo
Cari amici, scusatemi, non mi sono presentata o per lo meno non ho usato il mio vero nome, perchè era già in uso sul blog e io mi volevo distinguere… Ricominciamo: mi chiamo Serena, per gli amici di vecchia data “Cery”. Sono venuta a conoscenza del sito grazie a mia sorella Marinella che mi ha mandato l’indirizzo… Adesso vi ricordate di me??.. Forse no, comunque ho conosciuto il centro di medicina sociale di Foggia nel settembre del 2005 e l’ho frequentato successivamente per circa 4 mesi durante le settimane intensive… sono veramente contenta di tutte le iniziative che stanno nascendo in questo periodo, perchè anche dall’altra parte del mondo ho la possibilità di sapere un pò come butta da quelle parti…vi penso spesso, spero di leggere presto qualcosa di nuovo!! Un abbraccio a tutti…
Fabrizio d'Altilia
Cara Cery,
non sappiamo chi tu sia ma ci ha fatto in immenso piacere trovare u tuo commento: come vedi non ce ne sono ancora tantissimi, quindi ogni commento risalta molto ed è visibile.
Se ti va di farci sapere di più su chi sei, su come hai trovato questo blog, se per caso hai visitato anche il sito ecc. ne saremmo molto felici e interessati!!
Un grazie mille e un saluto alla tua bellissima terra (che darei per venirmene a vivere lì!!)
@FABER@
luna margherita
allora un abbraccio forte dall’italia all’australia per le tue lacrime, e ti regaleremo una rosa!
Anonimo
Grazie Luna!! Mi chiedevo proprio quale fosse questa canzone, vincitrice di un Sanremo che chiaramente qui in Australia è passato completamente inosservato!!…Le mie lacrime si risvegliano con queste storie di solitudine, così semplici e profonde…e impotenti.
luna margherita
Ecco il testo della canzone di Cristicchi:
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare